Ristorante La Locanda dell'Asino ad Alassio con lo chef Andrea Masala
La Storia
La Storia della Locanda dell'Asino
Faceva gelati. Gianni Gaibisso produceva gelati, tanti e probabilmente anche molto buoni. Sono sicuro, li assaggiava tutti prima di confezionare anche un solo cono da leccare in passeggiata, per essere certo che fosse buono.
Usa far così anche con le focacce che impasta e cuoce, l'alpino Gaibisso, un alpino al mare, sudato appesantito dalla vita, come tanti di noi, amanti delle belle donne, dei buoni vini e della cucina che ti appaga come assaporare un gelato.
Da gelataio a ostelliere, albergatore per fatti di famiglia, passo breve compiuto per via della collocazione dell'albergo, il Baia Blu, che si bacia ogni venti minuti con un treno che passa, treno che si arresta in stazione e poi riparte, un po' come i suoi cuochi negli ultimi anni. Nella parte sbagliata di Alassio, quella dietro alla ferrovia.
Gianni Gaibisso, talent scout per passione, per necessità, lontano dalle spiagge ma vicino a giovani cuochi di livello molto buono. Qualche anno fa, quando decise di aprire La Locanda dell'Asino, si portò in casa un bravo ragazzo, un bravo cuoco in un momento difficile per lui, per il cuoco intendo, che si chiama Giorgio Servetto, ambizioso il giusto per prendere il suo treno al volo, non appena ha visto passare quello giusto.
Quando ci siamo conosciuti il suo nome faticava a uscire dalle pagine di Google, mentre a distanza di tre anni lo troverete con facilità in ogni guida, in ogni pagina web, in ogni performance fotografica di qualità, lanciato con una fionda proprio qui sopra, al Nove di Villa della Pergola, dove l'accento inglese degli Hanbury si è fuso con il ligustico di Antonio Ricci e Silvia Arnaud.
Digerito il passaggio di Giorgio Servetto dal piano ferrovia all'attico alberato di Alassio, il Gaibisso incontra un cuoco veramente bravo, ma molto itinerante: Daniele Lunghi, il cui curriculum fa il paio con il cognome. Dalla bassa lombarda alla Riviera dei Fuori, Daniele, pure lui trova qui un palcoscenico defilato ma importante, perché qui d'estate passano tutti. Anche lui, ormai pronto alla ribalta alta dal sotto traccia.
Sembra un film d'essai mangiare alla Locanda dell'Asino. Anno dopo anno. Daniele Lunghi, ormai sabaudizzato sotto le nobili e Antiche Volte del Palazzo Righini di Fossano.
Ora qui c'è Andrea Masala, detto El Diablo, per via di una somiglianza vaga ma assonante con Piero Pelù, preso da una concezione di cucina democratica di fondale che tende a togliere ai ricci per dare ai polipi.
Forgiatosi nella Fornace di Barbablu e poi certificatosi nobile ecclesiastico al Vescovado durante una lunga messa da papa papà Giuse Ricchebuono, dove Noli va inteso come luogo di pesca miracolosa, proprio lì, nel luogo più probabile oggi in Liguria per farsi cadere una seconda stella in testa
Andrea Masala è sereno per conto suo, pronto per far la sua strada, anche lui, lungo ferrovia, cogliendo per mano tutta la piana di Albenga, il pescato della Riviera tutta e, l'entroterra. Il complesso diventa uno stile di vita semplice, ancor prima di una cucina d'autore, neppure troppo sussurrata.
Il raglio dell'Asino continua a farsi sentire, anche da lontano.
Indirizzo
Ristorante La Locanda dell’AsinoVia Ignazio Dell’Oro, n 4 - 17021 Alassio
Tel. +39 0182 648071
Mail info@baiablualassio.it
Il sito web del ristorante