Attualità enogastronomica

Yevgeniy Prigozhin: chi è davvero e come lavora lo “chef di Putin”

di:
Massimiliano Bianconcini
|
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Dalle bancarelle ambulanti di hot-dog alle commesse governative per le mense militari e scolastiche. La parabola del “cuoco di Putin”, che non ha mai cucinato in vita sua.

La notizia

Yevgeniy Prigozhin, definito anche il “cuoco di Putin” -una metafora per indicare l’uomo d’affari e oligarca russo che ha costruito un impero economico con attività lucrative nel mondo del food e della ristorazione- è uno degli esponenti più vicini al presidente russo. La sua fortuna sembrerebbe essere stata fondata dal basso, attraverso una catena di chioschi e bancarelle di panini, che Prigozhin avrebbe avviato dopo aver scontato una condanna per frode e induzione di minorenni alla prostituzione.

Crediti Mikhail Metsel-ТАSS



Il tutto sarebbe partito alla fine degli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, periodo della dissoluzione dell’Unione Sovietica. Il condizionale comunque rimane d’obbligo in quanto, come per altri oligarchi russi oggi al centro dell’attenzione dei media e delle autorità occidentali, i cui beni sono stati congelati a causa della guerra d’invasione in Ucraina, le vere origini della scalata sociale del “cuoco di Putin” restano abbastanza oscure. La stessa definizione di cuoco è fuorviante. Il Prigozhin infatti è un imprenditore, non certo uno chef. Del resto, non ha mai esercitato l’arte della cucina e della trasformazione delle materie prime. Ha solo saputo allestire, attraverso capitali di investimento, sontuose strutture ricettive e ristorative, capaci di attirare l’attenzione del Presidente e della cerchia dei magnati russi.

Foto via AP



Dopo aver dato vita ad un brand di street food ambulante, Prigozhin ha fatto un primo salto di qualità, approdando nell’alimentare con una catena di negozi che in poco tempo si è imposta in tutto il Paese. Visto il successo commerciale, è entrato di peso nel mondo della ristorazione con locali e società di catering al servizio dell’élite del Paese. Il vero momento di svolta è stata però l’apertura di un ristorante di lusso, costato intorno ai 400mila dollari, sul fiume Neva. In pratica il magnate avrebbe ristrutturato una grande imbarcazione ormeggiata permanentemente sulle rive dell’affluente, trasformandola in un luogo da sogno che ne avrebbe rilanciato la fama sino all’inquilino del Cremlino. Il New Island, questo il nome del locale galleggiante ispirato agli eleganti battelli-ristorante che navigano sulle acque francesi della Senna, avrebbe fatto il resto, incantando presidente e oligarchi.

Getty Images



In questo luogo, infatti, si sarebbero svolte cene eleganti, incontri di governo o colazioni d’affari, portando lo stesso Yevgeniy Prigozhin a diventare intimo frequentatore del leader russo. Il resto è storia recentissima, perché il “cuoco di Putin”, che non ha mai maneggiato alcuna padella, grazie alla vicinanza al Presidente ha ottenuto importanti commesse statali, confezionando pasti per le mense scolastiche e per i dipendenti del governo. Nel 2012 la società di Prigozhin avrebbe firmato un contratto per fornire pasti all’esercito russo del valore di circa 1,2 miliardi di dollari. Mentre per servire due banchetti al Cremlino, in occasione di due feste nazionali, si dice che avrebbe incassato rispettivamente 2,5 milioni di rubli e 4,1 milioni di rubli.

Crediti Sergei-Zhukov-AP



Più o meno agli stessi anni dell’arrivo delle grandi commesse governative russe risalgono le prime segnalazioni internazionali per il Prigozhin. I servizi americani hanno infatti inserito il suo nome nella lista di coloro che avrebbero finanziato la Internet Reserch Agency di San Pietroburgo, impegnata nel fabbricare troll con l’intento di diffondere sul web contenuti filorussi, la quale agenzia sarebbe stata particolarmente attiva nella campagna elettorale americana del 2016, vinta da Trump. Inoltre, alcuni osservatori e media internazionali mettono in relazione Prigozhin con il Gruppo Wagner, impegnato in operazioni militari in Siria, nel Donbass, in Africa e anche in Libia. Questo perché, secondo fonti americane e russe, il Gruppo Wagner sarebbe guidato da Dmitrij Utkin, che in passato ha rivestito il ruolo di capo della sicurezza di Prigozhin e sarebbe presente nella lista dei dirigenti della Concord Management. I diretti interessanti hanno respinto ogni accusa. Il Tribunale dell’Unione europea però di recente avrebbe confermato le sanzioni adottate dal Consiglio Ue nei confronti dell’imprenditore, confermando i suoi legami con la situazione in Libia e le sue relazioni con il gruppo Wagner.

Fonte: Inside Over

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