Non solo stelle Michelin per lo street food di Singapore: per l’UNESCO le bancarelle sono Patrimonio Culturale Immateriale

di:
Luca Sessa
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streetfood singapore

Non solo stelle Michelin per lo street food di Singapore. La cultura dei venditori ambulanti del luogo è stata inserita dall’UNESCO nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale.

La Notizia

Un luogo di straordinario interesse dal punto di vista gastronomico, grazie alla felice convivenza tra ristoranti stellati, cocktail bar tra i più belli al mondo e un crogiuolo di bancarelle che costituiscono la spina dorsale di uno street food con pochi eguali. Stiamo parlando di Singapore, assurta agli onori della cronaca grazie al riconoscimento, avvenuto a fine 2020, da parte dell’UNESCO del valore della “cultura dei venditori ambulanti” del luogo, la cui tradizione è stata inserita nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale.


Una tradizione che risale al 1800, quando i primi migranti iniziarono a vendere pasti veloci ed economici in strada, nelle piazze e nei parchi, il cui riconoscimento quale patrimonio culturale risulta estremamente significativo per le nuove generazioni che hanno il compito di dar continuità a queste mestiere. Parliamo di ragazzi spesso mandati all’estero per studiare all’università e che hanno deciso di optare per una scelta coraggiosa, rilevando le bancarelle di venditori ambulanti gestite dagli anziani, in modo da poter preservare la cultura di questo tipo di lavoro fondamentale per la storia, l’identità e l’economia di Singapore.

Carrot cubes



Ogni bancarella ha la sua storia, ogni venditore rappresenta un piccolo pezzo del patrimonio culturale, come nel caso di Claire Huang, 33 anni, che fa parte della nuova generazione e che gestisce Carrot Cubes, una bancarella che offre un alimento base di Singapore: la torta di carote. Non parliamo di un dolce condito con glassa di formaggio cremoso, ma piuttosto di una torta salata preparata con farina di riso e che viene tagliata a cubetti e saltata in padella con ingredienti come aglio, uova e ravanelli. Huang è nel settore da circa tre anni ed è entrata nel business tramite suo padre.


Sono orgogliosa che Singapore abbia vinto il riconoscimento dell'UNESCO come Cultura del Patrimonio Immateriale dell'Umanità” ha dichiarato Huang. “Mi ha fatto sentire come se avessimo vinto un Oscar! Vorrei cogliere l'occasione per ringraziare tutti i venditori ambulanti, in particolare la prima generazione, poiché questo riconoscimento non sarebbe arrivato senza il loro sudore, la fatica e la dedizione a questa professione”.

Questo non è un mestiere facile per i giovani aspiranti venditori ambulanti, in quanto richiede di lavorare per tante ore in una bancarella calda e angusta. Tuttavia, il governo di Singapore ha cercato, attraverso programmi di tirocinio e i sussidi monetari, di abbassare le barriere all'ingresso. Credo fermamente che troveremo nuove idee per ringiovanire e sostenere il commercio dei venditori ambulanti e salvaguardare la nostra cultura” ha aggiunto Huang parlando del probabile futuro suo e dei suoi colleghi.

Halal Chinese Prawn Mee



Quella di Huang è solo una delle tante incredibili storie fatte di coraggio e passione, come quella di Deanna Chew e suo marito, che nel 2017 hanno deciso di lasciare un lavoro in banca per inaugurare i Deanna’s Kitchen, una bancarella nella quale preparano e vendono Halal Chinese Prawn Mee (un piatto e base di noodles): “Pensiamo sia fantastico che Singapore sia riuscita a ottenere questo riconoscimento, poiché i mercati ambulanti rappresentano una componente essenziale della cultura e dell’identità della nostra terra” ha dichiarato Deanna, che ha aggiunto “Spero che la nostra generazioni possa preservare e tramandare questa tradizione, quella di un lavoro non semplice ma al tempo stesso gratificante. Mi piacerebbe riuscire a lasciare la nostra bancarella a nostro figlio, sperando che anche la prossima generazione possa accettare questa sfida”.


fonte: forbes.com

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