Chef Delivery

Nino Rossi: “faccio delivery stellato in un posto remoto al Sud con 800 abitanti e funziona tanto. Continuerò a farlo”

di:
Giovanni Angelucci
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I cuochi della Calabria non sono d’accordo con l’ordinanza della Presidente Jole Santelli e non riaprono. C’è ancora da attendere per la fase2 della ristorazione calabrese.

La Notizia

A quasi due mesi dal lockdown è chiaro che non c’è Santo che possa aiutare, in nessuna regione, neanche San Gennaro in Campania. L’unica soluzione da adottare è salvare il salvabile, non soltanto facendo “quadrare” i conti ma anche cercando di non snaturare la propria identità, soprattutto quella di ristoranti che sulla propria identità, costruita con fatica negli anni, hanno basato tutto il loro successo. A dare l’esempio in tal senso è il giovane chef Nino Rossi del ristorante stellato Qafiz a Santa Cristina D'aspromonte (Rc).


In calabria abbiamo tutti aspettato i risvolti del governo poi ad un certo punto, la sera del 29 aprile, è tuonata un’ordinanza secondo la quale sarebbe consentito l’asporto e il consumo ai tavoli all’aperto dei ristoranti. Quindi una sorta di riapertura ma senza direttive, un capriccio della Lega calabra per contrastare il governo Conte. Aperture sensazionalistiche sulla pelle della gente, roba da pazzi, che non sarebbe dovuta accadere per il rispetto di tutti. La risposta è stata data però unanime da parte dei ristoratori perchè nessuno ha riaperto, sarebbe stato impensabile! Per me è stata una mossa azzardata, inoltre prima ci hanno fatto calibrare sul servizio delivery e poi invece hanno cambiato le cose…ma cos’è cambiato con questa ordinanza della Presidente Jole Santelli? Nulla. La diffidenza del consumatore si perpetuerà a lungo. Noi riapriremo con i nostri spazi semmai l’1 giugno, quando ci si potrà muovere tra le province altrimenti non ha senso, ma bisogna comunque farlo con tutte le accortezze tecniche”, questo lo sfogo dello chef Nino Rossi.


Per contrastare il periodo e dare una parvenza di normalità al suo lavoro e all’offerta riservata ai propri clienti, il cuoco calabro ha pensato di attuare diverse formule per continuare a lavorare e far apprezzare a tutti la cucina del Qafiz. Innanzitutto il servizio delivery che non solo sta funzionando molto (100 menù degustazione in sole tre settimane dal giovedì alla domenica su Lamezia Terme, Reggio Calabria, fino alla zona ionica), ma che rimarrà in piedi perchè “siamo riusciti ad entrare nelle case delle persone e vogliamo restarci”, dice. Un menù degustazione da 65€ con sei portate, pane e burro all’aringa, affiancato anche ad una forma di light catering per chi lo chiedesse, predisposto con un paio di operatori che si occupino delle pietanze e dell’organizzazione della tavolata in specifiche occasioni.

C’è poi il Wild by Qafiz: “porterò tutti sulla sponda del fiume presente nella mia proprietà, potremo organizzare dei pic-nic, con elevato distanziamento perchè siamo all’aria aperta, a base del menù classico più una preparazione a sorpresa alla griglia”. Un connubio fra ottimo cibo, natura, relax, succhi di frutta naturali e soprattutto niente rete per i cellulari, si giunge e si ritorna con una passeggiata rigenerante tra gli ulivi.



Di più, dalla settimana scorsa e a cadenza settimanale, ci sono anche i fuori carta ad arricchire la proposta del menù con ricette di alcuni famosi chef; un modo per continuare a viaggiare come abbiamo sempre fatto, scoprendo tavole diverse ma solo con il sapore e tramite le mani di un altro cuoco, Nino rossi. Saranno due a settimana per tutto il mese di maggio, si è cominciato da Pierbellini e si proseguirà con Diego Rossi e le sue cervella di agnello con bagnacauda cipolloto e limone, i sapori del ristorante Bros con il piatto dell’anno scorso “cecio e melanzana”, e ancora con Matteo Metullio dell’Harry's Piccolo, Anthony Genovese del Pagliaccio, Giacomo Sacchetto de La Cru, il pasticcere ex St. Hubertus Andrea Tortora, ognuno con le proprie creazioni affidate alle mani della stella calbrese. Il tutto aspettando che torni la normalità al ristorante Qafiz, o che ci si abitui ad una nuova normalità.

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