Persino i letti sono di ghiaccio, senza parlare del cocktail bar: tra sculture frozen e sacchi a pelo per proteggersi dal gelo, l’Icehotel di Jukkasjärvi, in Lapponia, regala la sensazione di vivere in un sogno.
Tutte le foto di Asaf Kliger
L'hotel
Nonostante l’inesorabile e preoccupante scioglimento dei ghiacci provocato dal riscaldamento globale, l’Icehotel di Jukkasjärvi, in Lapponia, a ben 17 km da Kiruna (la città più a Nord della Svezia), gode di invidiabile e perfetta forma, e anche quest’anno ha concluso con successo ed estremo entusiasmo da parte dei clienti la sua 34° stagione. Nato nel 1989 dalla creatività del visionario imprenditore Yngve Bergqvist, ancora oggi, dopo più di tre decadi, l'Icehotel è il primo e il più grande complesso d'ospitalità al mondo costruito interamente di ghiaccio.
Per l’albergo di Jukkasjärvi, più che di stagioni sarebbe corretto parlare di "edizioni"; ogni anno, infatti, dopo lo scioglimento del ghiaccio in primavera, la struttura assume vesti completamente nuove. Da dicembre ad aprile l’originale hotel accoglie numerosi turisti da tutto mondo, desiderosi di provare quest’esperienza davvero unica. La costruzione richiede sei settimane, ma i lavori iniziano in primavera, quando i blocchi di ghiaccio vengono raccolti dal vicino fiume Torne per essere conservati in un magazzino di ghiaccio a Jukkasjärvi.
Per realizzare le 15 suite di quest’anno e le maestose sculture di ghiaccio che le adornano sono stati impiegate 500 tonnellate di neve, equivalenti a circa un miliardo di palle di neve e 10 piscine olimpioniche di "snice", una particolare miscela di neve e ghiaccio. All’interno la temperatura oscilla sempre tra i 5 e gli 8 gradi sottozero, ma non ci si deve preoccupare: le camere sono dotate di letti e bagni riscaldati e agli ospiti vengono forniti sacchi a pelo e pelli di renna. Chi soggiorna all’Icehotel può usufruire, inoltre, delle saune e delle vasche negli spazi adiacenti alla struttura di ghiaccio, oltre al ristorante e al bar, anch’essi interamente ghiacciati.
A dirigere i lavori e a coordinare i 32 artisti internazionali, oltre ai costruttori, ai progettisti degli impianti elettrici e d’illuminazione (per un totale di una settantina di persone), che partecipano all’impresa, è un italiano: Luca Roncoroni. Da alcuni anni ormai, infatti, l’architetto di origine comasca, residente in Norvegia, riveste il ruolo di direttore creativo. "Ogni anno mi stupisco di ciò che questo incredibile team riesce a realizzare”, confida Roncoroni a Dove.
Tra tutte le maestose sculture, quest’anno a destare particolare interesse è stata “Katt & Råtta” di Tjåsa Gusfors e Hanneke Supply, opera che rappresenta un topo gigante che nasconde un pezzo di formaggio lontano dallo sguardo di un gatto. "Le suite di quest'anno mostrano un'incredibile creatività e formano un’emozionante collezione di sogni, espressioni e idee artistiche", prosegue Marie Herrey, ceo dell’Icehotel. Nonostante ora l’hotel inizi a sciogliersi per restituire al fiume Torne l’acqua presa in prestito, i turisti possono continuare a visitare la struttura permanente, ovvero, l’Icehotel 365, mentre Roncoroni sta già pensando alla trentacinquesima versione dell'hotel di ghiaccio più grande al mondo.