Oggi Torvaianica è una strada con case basse su entrambi i lati e il mare a bagnarne solo uno. Tra quei muri a ridosso delle dune c’è un edificio bianco e discreto al civico 266 del Lungomare delle Meduse. Dentro c’è un ristorante che si chiama 266 La Barraca, il riferimento al civico è evidente, mentre nell’appellativo si nasconde la vera storia di un indirizzo che negli ultimi anni ha portato su questo litorale un po’ di eleganza a tavola.
Foto di Giulio de Gregorio
Il locale
La balneazione romana per molti anni, prima ancora dell’exploit di Fregene, passava per le dune di Torvaianica. Una lingua di sabbia vasta e selvaggia che tra un abuso edilizio e un altro, fortunatamente senza grattacieli, negli anni ’80 ha trovato valore in Villaggio Tognazzi. Siamo al confine tra i lidi naturisti di Ostia e Torvaianica, nelle dirette adiacenze dell’aeroporto di Pratica di Mare e qui una buona parte di romani si è riversata per godersi la libertà di un mare dal vestito primitivo.

La Barraca in spagnolo significa la baracca, un curriculum che a dispetto del termine rappresenta un know how di tutto rispetto per Pietro e Mario Morlè, padre e figlio, ma soprattutto per Rosario Guerrero che è rispettivamente moglie e mamma dei due. Origini galiziane, è proprio lei a definire i confini della cucina che porterà Pietro tra i fornelli e Mario tra i tavoli del loro ristorante nel 2020, dopo qualche decennio di chiosco sulla spiaggia con La Barraca La Playa Café.


C’è una linea retta che collega la cultura gastronomica galiziana a uno spazio che ti porta alle Canarie, ed è il bianco essenziale di una sala con cucina a vista che, con grandi finestrate, affaccia su dune di sabbia e grandi agavi a disegnare l’orizzonte azzurro del mare. In quella cucina, quasi esclusivamente al femminile, capeggiano ai fuochi Rosario Guerrero e Pietro Morlè, dando vita a un menù di mare che appaga per gusto e creatività.


I piatti
Dagli antipasti arrivano le Tapas, fette di pane piastrato con gambero e uova di quaglia, tonno rosso e confettura di cipolla, ricciola e maionese, che in carta dividono dei classici come Crocchette di baccalà e il Sauté di cozze, da uno Scampo in acqua di pomodoro e pimpinella e un Muggine ‘nduja e fagioli.


Ovviamente non manca il crudo, ma c’è un piatto su tutti che racconta la filosofia di un indirizzo gastronomico contemporaneo ed è la Lisca di pesce. Una lisca vera, non ricostruita o polverizzata, ma intera e priva solo della testa. Al tavolo, con ancora carne attaccata sull’intera dorsale, ti arriva in piedi orizzontalmente ed è quello che rimane di un pescato fresco cotto sulla piastra, con un filo d’olio. L’impressione è che lievemente sia spolverata di pangrattato aromatizzato alle erbe per dare maggiore croccantezza, con il risultato veramente appagante di dover spiluccare letteralmente la polpa con le mani. Un piatto semplice, gustoso e divertente, che torna all’idea selvaggia di una Torvaianica diversa e attenta non solo all’estetica, ma alla sostanza di una politica rispettosa verso il zero sprechi. Da mangiare rigorosamente con le mani, la Lisca di pesce de La Barraca non è solo la trasformazione intelligente di uno scarto in un antipasto gustoso, ma è soprattutto il simbolo di una filosofia di cucina che lega la tradizione, le origini e i valori della cucina di mare a una tavola informale e contemporanea.

Tra i primi spiccano il Riso Imperiale e lo Spaghettone con Carabineros, il primo mantecato con latte e burro di bufala e servito con vellutata di gamberi rosa, crudo di gambero rosso e scorza di limone, il secondo invece condito con carabineros saltati, battuto di crostacei a crudo e pistacchio tostato. Piatti di grande estetica, dai colori brillanti e che vincono la sfida al palato grazie a giochi di consistenze e contrasti di gusto dove il sapore complessivo del mare rimane sempre in maniera persistente e gradevole.

Tornando un po’ in Spagna i secondi raccontano di una Galizia Tradizionale che arriva in un polpo tenero condito con pimentòn dolce affumicato e servito con patate lesse, una contaminazione che tocca anche alla Spigola al Pil Pil e all’Ombrina con Pioppini, che viene servita con chorizo galiziano. In carta troverete anche pescato alla piastra e frittura. Due percorsi degustazione disponibili, Orixe & Tradizione (7 portate 80€) e Raìces & Cultura (5 portate 60€), con tanto di amuse bouche e petit fours. Il servizio è giovane, attento e con il giusta grado di informalità che appartiene al cibo spensierato e al mare, un mood che Mario Morlè incarna e coordina con il sorriso naturale di chi sa di essere a casa e di voler farci sentire chiunque entra. Tra l’altro, Mario gestisce anche una carta dei vini ben calibrata sulla cucina e dove si può bere bene una personale selezione di etichette italiane e spagnole.


266 La Barraca vale l’esperienza, portandoti a mangiare a Torvaianica tra le dune e le agavi che ti separano dal mare, in un luogo luminoso che ti proietta su un’isola dov’è Estate tutto l’anno, con un rapporto qualità-prezzo assolutamente a favore della qualità. Con un plus (anzi due), puoi prenotare il tuo ombrellone con lettino, se disponibili prendere gli otto a ridosso della verando dove puoi anche mangiare, senza pensare al parcheggio (c’è un’area chiusa e gratuita destinata esclusivamente ai clienti).


Contatti
La Barraca
Ristorante, Lungomare delle Meduse.266, Parcheggio, Via Stoccolma, 7, 00071 Pomezia RM
Telefono: 06 8538 6554