Con cifre che sfiorano l’impossibile, almeno per i comuni mortali, sono 15 i ristoranti più costosi del mondo, molti fra New York e Tokyo. Ma cos’è che li rende così incredibili? Saranno gli ambienti, caratterizzati da estremo lusso e vedute mozzafiato, o i menu, ricolmi di elementi distintivi, praticamente introvabili, a trasformare un pranzo o una cena in un evento memorabile?
Foto di copertina: Scott Wright
La notizia
Vi siete mai chiesti quanto una persona sia disposta a spendere per un pasto indimenticabile? Nel mondo dell’alta ristorazione, il confine sottile fra l’arte e la cucina si affievolisce, lasciando spazio a piatti studiati e ricercati. Per non parlare poi della location, molte delle quali da urlo, e lo staff, impeccabile.
Tutto ha un prezzo, tant’è che alcuni locali, ovviamente stellati, offrono dei percorsi gastronomici al pari di vacanze di lusso. Molti penseranno immediatamente a carte ricche di tartufo, zafferano, carne di kobe, (sbagliando); per questo uno studio americano, pubblicato dal sito Chef’s Pencil, ha esaminato attentamente 3500 insegne premiate dalla Guida Michelin, al fine di determinare le 15 più costose al mondo nel novembre 2024.
La ricerca, riportata da Rolling Pin, esclude le proposte festive, bevande ed extra, e si concentra su menu stagionali e sulle disponibilità del periodo.
Al vertice della classifica troviamo Ginza Kitafuku a Tokyo e la loro esclusiva degustazione a base di granchio kiwami di Echizen, a 2.130 dollari a testa (2.023 euro). La granceola in questione, dalla polpa dolce e tenera, estremamente rara, viene venduta singolarmente a 500 dollari (470 euro), alcune volte a 7.000 dollari (6.645 euro). Questo perché l’etichetta viene assegnata solo ai crostacei che soddisfano i criteri richiesti in termini di peso, larghezza del guscio e delle chele.
Al secondo posto l’Ultraviolet di Paul Pairet a Shanghai: qui l’esperienza, definita teatrale, si paga, per un totale di 1.230 dollari (1.168 euro) a capo. Segue il Caviar Russe a New York, 11 portate a 950 dollari a ospite (902 euro); ex aequo il Masa a New York, specializzato in sushi.
In quarta posizione Azabu Kadowaki a Tokyo (tre stelle Michelin), leggermente più economico rispetto ai precedenti, 825 dollari (784 euro) a individuo. Saltiamo direttamente al quindicesimo, e ultimo selezionato, ovvero il Geranium a Copenaghen, per un ammontare di 590 dollari (560 euro).
Insomma, per chi è disposto a investire, si tratta di vere e proprie avventure che vanno oltre il semplice “cibarsi” con prodotti di qualità, poiché il lusso in questo caso viene espresso sotto forma di opera multisensoriale. È come entrare in museo e poter acquistare un dipinto inestimabile: i soldi non vengono spesi per il valore materiale di un bene, ma per l’emozione che quest’ultimo evoca nel profondo, lasciando ricordi indelebili, come solo un capolavoro sa fare.