Sao Paulo, Brasile, è qui che nasce la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, con un evento unico nel suo genere. Grazie all’impegno del Consolato Generale d’Italia e con il supporto dell’Accademia Italiana della Cucina, in Brasile volano 20 cuochi italiani a promuovere per un’intera settimana la cucina regionale del Belpaese.
L'evento
Ci hanno abituato che la Cucina Italiana nel Mondo sia una due giorni in cui alcuni chef importanti, selezionati dai paesi ospitanti, volano nelle ambasciate di tutto il pianeta a cucinare per pochi eletti e portando con sé l’immagine e il prestigio della loro tecnica e del nostro paese. Poi, nella sua XIII° edizione, hai la bellezza di scoprire che in Brasile e precisamente nella città di Sao Paulo, accade una cosa unica. Grazie alla visione del delegato dell’Accademia Italiana della Cucina presso Sao Paulo, nella persona di Gerardo Landulfo, da quel lato nel mondo il Consolato Generale d’Italia ogni anno promuove dà vita all’evento madre di quella due giorni globale che conosciamo tutti. Qui, ogni anno da almeno una decina, vengono imbarcati su un volo intercontinentale 20 chef italiani, uno per regione, che per un’intera settimana si impegnano a cucinare in altrettanti ristoranti selezionati in città per poterli ospitare. Con sé portano ricette e prodotti che faranno divertire i palati dell’intero stato paulista, per un totale di pasti somministrati che nell’edizione 2023 ha girato intorno ai 22mila.
L’obiettivo di quella visione, sposata e sostenuta anche da partner istituzionali come Enit e Camera di Commercio Italiana nelle sedi in Sao Paulo, è promuovere la cucina italiana con uno spassionato senso di completezza e in tutta la sua regionale complessità. Un cuoco per regione e numerosi prodotti tipici portati direttamente dall’Italia per tenere in carta una settimana quattro piatti tipici che li rappresentino. Un’opera di contatto diretto con le persone di un paese che vanta un profondo legame con il nostro. Immaginate che a Sao Paulo, nei primi anni del ‘900, la città era popolata per due terzi da italiani. Un fenomeno migratorio di quasi un milione di persone in quarant’anni, esuli per guerra e fame dall’Italia, che ha costruito e ancora caratterizza la cultura dello stato di Sao Paulo. Immaginate quindi adesso questi 20 cuochi, essere ambasciatori di una cultura che appartiene anche alla sensibilità di chi li aspetta. Con una sorpresa quest’anno, che le regioni italiane in cucina sono state 21 e a rappresentare quest’ultima è stata figurativamente eletta proprio la città di Sao Paulo, in omaggio alla cucina nata nell’agglomerato urbano con più italiani al mondo fuori dall’Italia e figlia di quell’immigrazione.
L’evento si è svolto dal 21 al 27 ottobre e i cuochi ai fornelli sono stati, in ordine alfabetico: Maurizio Di Marco Testa dell’Osteria La Parigina di Tagliacozzo (Aquila) a rappresentare l’Abruzzo, Nicola Stella del Myricae di Matera per la Basilicata, Luca Abruzzino di Abbruzzino a Catanzaro per la Calabria, Antimo Migliaccio del Ducale di Sant’Arpino (Caserta) per la Campania, Marco Belmonti di Podere Miranta a Collecchio (Parma) per l’Emilia Romagna, Edoardo Zanelli del Al Bancut di Lignano Sabbiadoro (Udine) per il Friuli Venezia Giulia, Tommaso Pennestri di Trattoria Pennestri a Roma per il Lazio, Giacomo Campodonico di Trattoria l’Ulivo a Barassi-Lavagna (Genova) per la Liguria, Andrea Fugnanesi del Stua Noa di Livigno (Sondrio) per la Lombradia, Gianmarco Di Girolami del Blob Café di Offida (Ascoli Piceno) per le Marche, Vincenzo Scarselli del Distinto di Isernia per il Molise, Antonio Furolo dell’Hostaria Del Vecchio Macello a San Maurizio Canavese (Torino) per il Piemonte, Ruggiero Doronzo del Bacco di Barletta per la Puglia, Roberto Serra del Su Carduleu di Abbasanta (Oristano) per la Sardegna, Gaia Campisi dell’Antica Filanda di Capri Leone (Messina) per la Sicilia, Salvatore Toscano dell’Osteria Mangiando Mangiando di Greve in Chianti (Siena) per la Toscana, Paolo Betti del Innesti di Pergine Valsugana (Trento) per il Trentino Alto Adige, Giacomo Ramacci dell’Officina dei Sapori di Gubbio (Perugia) per l’Umbria, Christian Turra de Le Gourmand in Valtourmenche (Aosta) per la Valle d’Aosta, Mara Zanetti Martin del Da Fiore di Venezia per il Veneto e infine Enrico Landulfo a rappresentare la ventunesima regione speciale con la cucina italo-paulista.
Una lunga lista di professionisti capitanata da Claudio Rocchi di Osteria Palmira a Roma, responsabile anche delle formazioni che vengono fatte, sempre in quella settimana, presso le maggiori scuole pubbliche e private di gastronomia della città. La Settimana della Cucina Regionale Italiana è nata nel 2012, grazie al lavoro dell’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo e alla partecipazione di dodici ristoranti che rappresentavano dodici regioni italiane. Il successo è stato il fermento per cui, l’anno successivo, le venti regioni sono state rappresentate in due dozzine di ristoranti paulistani, con la presenza di cinque chef provenienti dall’Italia. Nel 2014, il numero di professionisti italiani invitati è raddoppiato e, un anno dopo, la Settimana ha raggiunto la sua forma desiderata, con la partecipazione di 20 chef italiani, provenienti dalle 20 regioni d’Italia. Da allora, l’evento si svolge annualmente, con l’organizzazione del Consolato Generale d’Italia a San Paolo e il coinvolgimento delle istituzioni italiane presenti in città: l’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo, l’Agenzia Nazionale del Turismo (ENIT) e la Camera di Commercio Italiana di San Paolo - ITALCAM. Domenico Fornara, Console Generale d’Italia a San Paolo, ricorda con orgoglio che la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, realizzata globalmente dagli enti del governo italiano a partire dal 2016, è stata ispirata dalla Settimana creata a San Paolo.
Quest’anno speciale per le due nazioni, la Settimana è anche allineata con il progetto Turismo di Radici - italea.com, lanciato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano. L’iniziativa cerca di stimolare il turismo degli italo-discendenti di tutto il mondo che sono interessati a conoscere città e regioni legate alle loro origini. Scoprire un evento così complesso e così importante per la gastronomia italiana, rende merito alle nobili intenzioni di chi mantiene in costante crescita lo sviluppo. Portare la cucina italiana nel mondo attraverso i suoi prodotti tipici e i suoi ambasciatori più diretti, è un intento che nasce in uno stato continentale e nella sua città più autentica e profondamente legata alla cultura italiana, ma soprattutto è un legame che nasce da lontano e si materializza per sette giorni nello scambio umano che avviene tra cuochi ospiti, personale ospitante e clienti quotidiani. Un evento che muove decine di migliaia di persone intorno ai sapori autentici di un patrimonio che ha nella multiculturalità il suo valore fondamentale.