Il nome prende spunto da una pregiata tipologia di tè utilizzata a corte nelle cerimonie imperiali cinesi, ed è il nuovo fine dining di Yan Jiang in piazza S. Paolo alla Regola, nel cuore di una Roma silenziosa.
La chef e il ristorante
Per chi non conoscesse Yan Jiang c’è da sapere che è stata la madrina di Green T, il primo ristorante cinese segnalato Michelin a Roma, un luogo che lei stessa ha portato ad essere apprezzato per la sua raffinata estrazione gastronomica.
Ecco, oggi questa eredità Yan l’ha portata in un suo nuovo progetto personale di nome Oolong. Siamo tra i vicoli stretti che collegano Campo de’ Fiori e Portico d’Ottavia, in una piazzetta a pochi passi da quel Ponte Sisto che mette il Tevere tra Piazza Navona e Trastevere.
La piazza contenuta e riservata di San Paolo alla Regola prende il nome dalla chiesa che la abita e Oolong ha i suoi tavoli sui sanpietrini a pavimento, circondati da alloro e luci soffuse. Un dehors accessibile tutto l’anno, intimo e accogliente nei suoi dodici tavoli di ampio respiro negli spazi. All’angolo un cancello di ferro lavorato e all’interno quello stile inequivocabile che ti fa sentire dall’altra parte del mondo. L’oriente affascina e perdersi nella sua cultura più elegante e raffinata, ha l’opportunità di immergerti in qualcosa di ancora più grande e avvolgente.
Yan è ambasciatrice di sé stessa. Una donna di garbata eleganza, istrionica e accogliente, orgogliosa di una tradizione familiare che trova origini delle dinastie imperiali di un paese enorme e complesso come la Cina. Arredamento raffinato fatto di ceramiche e tessuti, luci basse in un ambiente raccolto e tende a separare gli interni dal cortile esterno. I tavoli sono comodi e la seduta coerente. La mise en place è tradizionale cinese e le tovaglie bianche si alternano a dei runner di tessuto ricamato che alterno il nero all’oro.
Il menu è ampio, davvero ampio. Inclusivo e curioso da portarti a tornare necessariamente, ma di fatto disorientante al primo approccio ed è qui che diventa fondamentale il supporto della padrona di casa. Se volete conoscere la vera cucina cinese di tradizione imperiale, lasciatevi consigliare almeno la prima volta e approcciate ai suoi piatti più caratteristici e importanti.
I piatti
La regina indiscussa è l’Anatra laccata. Un piatto davvero importante per tecnica e servizio e tramandato da millenni nella sua originale autenticità. Per realizzare un’anatra come da tradizione "l’anatra deve essere di altissima qualità nell’allevamento, altrimenti le carni non saranno lavorabili e non sarà possibile separarle dalla pelle, che è una parte fondamentale del servizio"- così racconta Yan. Sì perché il piatto pechinese prevede un servizio al tavolo in tre portate. La pelle fritta da intingere in una salsa agrodolce, la carne sfilettata da accompagnare con pane azimo, salsa di prugne e verdure croccanti e infine il brodo, estratto dall’anatra e sobbollito con una miscela di spezie balsamiche.
Altri punti di forza di grande carattere e gusto sono l’immancabile Uovo Centenario, che qui viene messo a fermentare cento giorni fasciato da cenere, argilla, sale e una miscela di tè che ne caratterizzerà il colore scuro e la profondità aromatica.
Il Pollo del comandante è una croccante espressione agrodolce delle cosce del volatile, marinate nell’uovo e fritte dopo essere state coperte di amido di mais. Un piatto che risale al XVII secolo d.c. e che prende il nome dal generale Tso Tsung-t’ang, dal risultato sicuramente appagante e goloso.
Sui classici, possiamo trovare una buona varietà di ravioli, tutti fatti a mano dallo chef e quasi tutti gluten free. Notevoli i Ravioli ai 4 sapori cotti al vapore, divertenti per contrasti di gusto e per consistenze. Non mancano risi, zuppe e noodles, tra i quali spiccano gli Zha Jiang Mian con noodles di riso e ragù di maiale della tradizione. Un piatto appariscente dove i noodles fanno da cestino croccante a un sugo tirato e cotto per essere intensamente gustoso.
Tra i dessert il tradizionale Tang Yuan con sesamo nero e un dolce di riso con il cuore di confettura di azuki, abbinato con tè oolong. Il servizio è informale e completamente incentrato sul desiderio inarrestabile di Yan di trasmettere la propria cultura attraverso il cibo. Un mix di attenzione e controllata misura nel voler raccontare una storia attraverso il gusto. Carta dei vini interessante, con una buona selezione di tè e qualche chicca introvabile per gli amanti del sakè.
Oolong si dimostra un vero fine dining di cucina cinese a Roma, un luogo dove poter scoprire sapori nuovi e piatti originali, serviti con garbo e accortezza. Yan Jiang si conferma ereditiera di un’eleganza fatta di storia nobile e gusto ricercato.
Contatti
Oolong
Piazza di S. Paolo alla Regola, 40, 00186 Roma RM
Telefono: 06 2170 7385