Sono impressionanti i numeri del più grande ristorante cinese del mondo con 5.000 posti a sedere, 300 chef e 1.000 dipendenti. E a leggere le quantità di cibo servite ogni settimana c'è ugualmente da sorprendersi, soprattutto per i 200 serpenti.
La Notizia
La Cina, inutile dirlo, è il Paese dei grandi numeri a cominciare dalla superficie, dalla popolazione, all’economia, non poteva, quindi, lasciarci sfuggire il primato di ospitare uno dei ristoranti più grandi del pianeta secondo il Guinness World Record. Il West Lake Restaurant, aperto nel 2000 nella città di Changsha, la capitale della provincia dello Hunan nella Cina centrale, ospita oltre 5.000 posti a sedere. Completato definitivamente nel 2004 è composto da cinque cucine dove lavorano più di 300 chef per un totale di 1.000 dipendenti. Il West Lake Restaurant, vero e proprio tempio dedicato alla millenaria cultura gastronomica cinese, propone un menu di piatti tipici della cucina dello Hunan e Cantonese, una delle più diffuse a livello internazionale.
Ogni settimana una quantità impressionante di cibo passa attraverso i fornelli delle cinque cucine. Secondo Fine Dining Lovers gli chef lavorano circa 700 polli, 1.200 kg di maiale, 200 serpenti, 5.600 kg di verdure e 1.000 kg di peperoncino. Ovviamente, per ospitare 5.000 commensali e servire queste sorprendenti quantità di cibo anche gli spazi del ristorante hanno del mastodontico. Il West Lake Restaurant è suddiviso in 4 aree una delle quali comprende 70 grandi stanze e alcune più piccole, una sala per spettacoli, oltre ad altre stanze private per i clienti più facoltosi che possono scegliere il percorso gastronomico chiamato “Snack Food Street”.
La struttura del West Lake Restaurant rispecchia in pieno lo stile architettonico cinese rievocando gli antichi templi. Nulla al suo interno è lasciato al caso, ogni elemento decorativo è legato alla millenaria cultura e tradizione cinese, il ristorante inoltre è circondato da splendidi giardini e laghetti. Una vera e propria città della cultura gastronomica cinese.
