Attualità enogastronomica

La metà dei ristoranti potrebbe non riaprire: negli Stati Uniti dati allarmanti secondo un’indagine

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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ristoranti usa coronavirus

I commensali sembrano pronti a tornare a sedersi attorno ai tavoli dei loro ristoranti preferiti, ma la maggioranza dei ristoratori d'Oltreoceano non sono in grado di affrontare la riapertura.

La Notizia

L’emergenza coronavirus negli Stati Uniti è tutt’altro che rientrata, anzi, in alcuni Stati sembra più aggressiva che mai, e con essa anche le misure restrittive ancora molto stringenti soprattutto per i locali pubblici e i luoghi di ritrovo e convivialità. Non sorprende quindi, un rapporto pubblicato dal sito di prenotazioni online, Yelp che riporta percentuali davvero allarmanti relative alla situazione in cui versano le condizioni economiche di ristoranti, negozi e altre aziende legate al mondo della ristorazione. Dei 23.981 ristoranti che usano Yelp, infatti, solo il 47% si definisce come temporaneamente chiuso mentre il restante 53% dei locali chiusi dal 1° Marzo ha indicato la propria chiusura come permanente e quindi, molto probabilmente, non riaprirà.


A colpire i ristoranti negli Stati Uniti non è stato solo il coronavirus, ma in queste ultime settimane si sono aggiunte anche le manifestazione Black Lives Matter.  I dati sono preoccupanti nonostante un'indagine rivolta sui clienti rivela che la voglia di tornare al ristornate da parte dei commensali è molta. La cucina che sembra essere più desiderata è quella che si basa sulla condivisione, come tapas bar, ristoranti con buffet, ecc… La pizza invece non rientra tra le principali voglie degli statunitensi, in quarantena pare ne abbiano mangiata troppa e oggi vogliono virare la loro dieta su altri tipi di alimentazione. Se si considera la situazione attuale il fatto che il 53% dei ristoranti dichiari che non riaprirà sembra, sotto alcuni aspetti, inevitabile dato che la crisi economica e la stretta finanziaria che si sono trovati ad affrontare è stata veramente devastante, soprattutto, considerando che nella maggior parte dei casi i proprietari degli immobili sede di ristoranti hanno continuato a esigere gli affitti nonostante la chiusura e che molti costi fissi non sono mai cessati.

Purtroppo le prospettive non sembrano rosee anche perché si attende una seconda ondata di chiusura dato che in alcuni Stati la pandemia sta ancora colpendo duramente la popolazione. Nonostante questi dati si auspica che il futuro sia meno duro del previsto e che i ristoratori d'Oltreoceano trovino le forze per sopravvivere e tornare ad ospitare i propri clienti.

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