Passata per Hugo e In Galleria di Carlo Cracco, nonché per Al Mercato di Eugenio Roncoroni, oggi Chiara Pannozzo guida il Bue Nero, steakhouse gourmet a Verona in equilibrio fra eleganza e sapori decisi.
La storia
È una storia di famiglia e di savoir-faire quella che prende forma nel 2019 con l’apertura di Bue Nero a Verona in Piazzetta Navona 8, a pochi passi dall’Arena, ristorante steakhouse dove la carne diventa protagonista assoluta di un racconto fatto di qualità, selezione e rispetto per la materia prima. Maurizio Dalfini, con oltre cinquant’anni di esperienza nel settore, insieme ai figli Ilenia e Riccardo, ha voluto creare un luogo in cui l’eccellenza non fosse solo un concetto, ma un’esperienza concreta da vivere a tavola.
Tutti i tagli pregiati arrivano da Europa Meat Trading, azienda di proprietà della famiglia Dalfini, garanzia di una filiera controllata e impeccabile. La scelta di nutrire gli animali con cereali a secco si traduce in una marezzatura raffinata e in una morbidezza al palato che conquista sin dal primo assaggio. Il risultato è una carne dal gusto rotondo e bilanciato, pensata per chi sa riconoscere la vera qualità. Un indirizzo che parla agli intenditori, ma accoglie con calore tutti coloro che vogliono vivere un’esperienza gastronomica autentica, dove il rispetto per la tradizione incontra il piacere della scoperta.
Il locale
Bue Nero è un luogo dove arte, architettura e gusto si fondono con eleganza. Il ristorante sorge all’interno di un palazzo storico nel cuore di Verona, e deve il suo nome a una scultura in bronzo raffigurante un possente bue nero, opera dell’artista veronese Gino Bogoni, visibile all’interno del locale. Un acquisto personale di Maurizio Dalfini, che ha voluto trasformare quell’opera in un simbolo d’identità, dando al ristorante non solo un nome, ma una vera e propria anima.
L’atmosfera del Bue Nero è curata nei minimi dettagli dove gli ambienti moderni ed eleganti si combinano con un calore che rende l’esperienza gastronomica raffinata, ma mai eccessivamente formale. Ogni elemento, dai materiali scelti all’illuminazione, contribuisce a creare un equilibrio tra stile e accoglienza. A completare l’esperienza, una carta dei vini pensata con intelligenza e sensibilità. Ampio spazio è dedicato alle etichette del territorio veneto, con una selezione che si apre anche a piccole e medie realtà vitivinicole di qualità provenienti da regioni come Piemonte, Toscana, Sicilia, Abruzzo, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia. Non mancano chicche internazionali, tra cui una curata proposta di vini francesi. Una cantina costruita per accompagnare con coerenza e personalità ogni taglio di carne, puntando su produttori che raccontano con autenticità il proprio terroir.
La chef e la cucina
Classe 1994, la chef Chiara Panozzo firma una cucina d’autore che sorprende per equilibrio, freschezza e visione contemporanea in tutte le sue portate. Le sue creazioni nascono da una solida base di tradizione italiana, ma si aprono con naturalezza a suggestioni asiatiche, dando vita a piatti che sanno essere eleganti, intensi e mai scontati. Il suo tocco distintivo? Una sensibilità profonda verso il mondo vegetale, che non viene trattato come semplice contorno, ma diventa protagonista assoluto. I vegetali vengono valorizzati con tecniche precise, trasformati in esperienze gustative nuove, con rispetto e intuizione. Il risultato è una cucina che racconta una storia, dove ogni elemento è pensato, calibrato e capace di emozionare, senza rinunciare alla leggerezza e alla bellezza dell’immediatezza.
Tra gli antipasti firmati scelti spicca un piatto che unisce eleganza, gioco e profondità gustativa: Manzo/Uovo/Sticki Fries. Una tartare di manzo freschissima, lavorata con cura e condita con acciughe, capperi e una nota sapida e avvolgente di salsa Worcestershire. Il tuorlo d’uovo marinato in stile asiatico aggiunge cremosità e rotondità, mentre il prezzemolo alla julienne regala una sferzata erbacea, fresca e vivace. A completare il piatto, croccanti sticki fries leggere, dorate, semplicemente irresistibili. Il risultato è un antipasto che seduce prima con il profumo, poi con la texture e infine con l’equilibrio: una tartare sensuale, da ricordare e soprattutto estiva.
E se è vero che ogni piatto ha la sua storia come quella di chi lo prepara, quella della Simmenthal/Puttanesca/Lattuga tiepida al brasato è un omaggio contemporaneo al comfort food, reinterpretato con eleganza. Un cuore morbido di brasato che si scioglie in bocca, accompagnato da un jus alla puttanesca sapido e profondo, insalata riccia, cipolline sottaceto e cucunci – un equilibrio tra intensità e acidità, senza mai forzare la mano. A chiudere, l’invito spontaneo a fare la scarpetta, quasi una dichiarazione d’amore al piatto. L’abbinamento perfetto? Un calice di Chiaretto Spumante Enrico Gentili, una bollicina fine e persistente, dai profumi di fragoline di bosco, lamponi e more selvatiche, con quella carezza dolce di pasticceria secca della domenica. In bocca è secco, asciutto, di corpo elegante, è il compagno ideale per accompagnare con garbo e personalità questi primi assaggi.
Il percorso prosegue con un primo piatto che incuriosisce ‘Nduja/Zucca/Peschiole. Un raviolo dalla sfoglia aromatizzata alla zucca e ‘nduja, con un cuore sorprendente di gorgonzola liquido e aglio orsino, condito con estratto e mostarda di zucca, peschiole in salamoia e semi soffiati. Il piatto si presenta come un’opera da assaporare più che da mangiare visivamente caldo, avvolgente, quasi autunnale. La zucca – regina dell’insieme – è protagonista forse con troppa intensità, sovrapponendosi lievemente alle altre note più sottili, che faticano a emergere pienamente. Tuttavia, il gorgonzola si fa sentire, offrendo profondità e struttura. Il gesto della scarpetta, a fine piatto, è inevitabile perché anche quando l’equilibrio sfugge, il gusto resta.
A seguire, la bistecca di taglio argentino si impone con la sua elegante semplicità con una cottura impeccabile, consistenza tenera e sapore pieno. Un secondo piatto che non ha bisogno di sovrastrutture, perché parla attraverso la qualità della carne e la precisione dell’esecuzione. I contorni? Non sono un accompagnamento, ma sono dei veri protagonisti a sé. In particolare, La Melanza, rivisitazione raffinata della melanzana in stile nasu dengaku è servita con fondi di pomodoro e sake, fonduta di provola affumicata, pesto di basilico e un sorprendente chili oil all’italiana. Un contorno che sorprende, conquista e porta a desiderare il bis con questi sapori intensi e armonizzati con maestria. Per accompagnare questa parte centrale del percorso, la scelta è ricaduta su un vino del territorio: Valpolicella Classico “Val Polesela” di Manara. Un rosso rubino brillante, dal bouquet intenso e persistente, che al palato si rivela complesso ma armonioso, perfetto per esaltare tanto la carne quanto le sfumature aromatiche dei contorni.
La chiusura è affidata a un dolce che gioca con contrasti e temperature Cioccolato/Fragole/Campari. Un dessert che combina churros salati serviti come grissini croccanti, cremoso al cioccolato bianco e matcha e fragole immerse nel Campari, per una nota amaricante e fresca che completa l’esperienza con leggerezza e originalità. Un dolce estivo, intrigante, da fine pasto perfetto. Poche portate, scelte con cura e realizzate con dedizione assoluta agli ingredienti, alla tecnica e all’equilibrio tra radici italiane e contaminazioni asiatiche. Un’esperienza gastronomica che porta Bue Nero ben oltre la classica idea di steakhouse, confermandolo come una destinazione di gusto consapevole, per chi sa riconoscere il valore autentico di ciò che assaggia.
Contatti
Bue Nero
Piazzetta Navona, 8, 37121 Verona VR
Telefono: 045 800 8994
