Prezzi stracciati per fare numeri: un apparente controsenso, che nel bar dei Perrone diventa strategia di marketing. Ma come fa un espresso a costare solo 30 centesimi?
La notizia
Nell’estate in cui non fa più scalpore pagare 15 euro per il taglio di una torta o 50 centesimi per un cubetto di ghiaccio nel caffè, a lasciare increduli è l’espresso da 30 centesimi del Bar Pasticceria Rosticceria Perrone di Alia, paese di 3.364 abitanti nel perimetro della città metropolitana di Palermo (anche se in realtà più vicino a Caltanissetta). L’espresso a 30 centesimi dei Perrone, come racconta Today, non è una trovata dell’ultimo minuto per andare controtendenza e attirare l’attenzione, ma una vera e propria filosofia che dal 1960 guida l'attività della famiglia.
“Meglio perdere (soldi), che perdere il cliente" era ed è il motto ideato dal capostipite Bernardo Perrone, che dopo il successo della sua attività di catering -la prima della zona- nel 1973 ha fondato l’omonimo bar. La lungimiranza era sicuramente una qualità di Bernardo. Fu proprio lui, infatti, a fare del caffè il prodotto civetta del locale. Il prezzo così basso, che già allora attirava tutto il paese, era una vera e propria idea di marketing: i clienti, entrando per bere il caffè più economico d’Italia, erano invogliati a comprare i prodotti della rosticceria: dalla pasta ai cannoli, ai cornetti, ai dolci di mandorla… Un espediente che funziona ancor oggi e che rimane il credo di tutta la famiglia Perrone. Se agli inizi il caffè costava 20 lire - un terzo dei concorrenti- oggi, con l’avvento dell’euro e il trascorso della pandemia, è salito ad appena 30 centesimi, a fronte di una media nazionale di 1,09 euro.
L’attività dei Perrone è tutt’ora un affare di famiglia. Chi arriva ad Alia, infatti, incontra Santina Alessandra di 93 anni, moglie del fondatore; Giuseppe, il figlio, che sta in laboratorio; la nuora Mariagrazia alla cassa; i nipoti Tecla e Bernardo (come il nonno) rispettivamente al bancone e in laboratorio con Giuseppe. “Tranne un dipendente facciamo tutto in famiglia: solo così possiamo andare avanti. I nostri figli sono nati e cresciuti qui, Tecla preparava l’espresso già da bambina, salendo su una cassetta della birra per arrivare alla macchina: tutti i clienti volevano il caffè fatto da lei. Prima di Covid e caro-energia avevamo fatto il conto e un caffè ci costava 17 centesimi solo di materia prima e corrente, senza contare l’affitto che non paghiamo, perché è casa nostra, e il lavoro, perché siamo noi. Ci accontentiamo», racconta Giuseppe, che ha appena finito di sfornare i cornetti. “Le bollette sono esplose, ma non rinunciamo all’idea geniale di mio suocero. Non cambierebbe niente aumentare a 40, 50 centesimi. Il nostro motto è: meglio perdere, che perdere il cliente”, continua Mariagrazia.
La famiglia Perrone normalmente consuma 6 chili di caffè al giorno il che, considerando i 9 grammi di caffè per ogni espresso, significa 857 tazzine al giorno.” Spesso arriviamo a nove chili. La piccola torrefazione che ci serve da cinquantatré anni, la Allenza, dedica un giorno della produzione settimanale solo a noi”, spiega. Dai Perrone però non è solo il caffè ad aver un costo sorprendentemente basso, ma anche il caffè freddo (che qui è una granita) a 0,60 euro, il caffè macchiato a 0,40, il caffè corretto a 0,80 e il cappuccino a 1 euro. Il bicchiere d’acqua è compreso, come il servizio ai tavolini dentro e fuori.
Foto di copertina: LGB 2019