Periferico rispetto a Torino ma centrale nel concetto di buona cucina anche grazie al co-chef Daniele Santovito.
La Storia
La Storia del ristorante La Valle
Non lo diresti. Si, perché uscendo dall'autostrada, appena fuori Torino in direzione Asti ti trovi dapprima in un contesto industriale e poi invitato dalla segnalazione verticale ad attraversare marginalmente questa cittadina di 11.000 abitanti collocata tra località del circondario torinese ben più note come Chieri e Moncalieri. Senza aiutino tecnologico diventa un bel gioco di incastri stradali arrivare a La Valle, perché proprio quando ti aspetti una situazione standard, per esempio un locale posizionato al piano terra di una palazzina da geometri anni '60 ... beh, invece no, ad un tratto tutto cambia.
Un ruscello introduce e ti fa presagire una collina, e ai piedi di questa l'antica casa. La placca rossa Michelin ti conforta e ti porta a leggere la ricca carta e i menu' giusto a fianco. Ma le sorprese non finiscono al termine della lettura dei piatti, perché qui, a La Valle, sarà (anche) la cantina e la conseguente carta dei vini a farti sobbalzare. Cosa vuoi? Vecchi Krug? Verticali di Dom Perignon? Romanée Conti o Petrus? Vega Sicilia o Pingus? Quello che vuoi, perché Gabriele Torretto è un po' come me, è uno che si sa accontentare, ma solo del meglio. Del meglio vivere, delle cose belle, in un ambiente ben suddiviso ma non frazionato.
C'è continuità negli interni, rilevati dai colori e dai sentori vagamente provenzali. C'è romanticismo e malinconia negli oggetti posati su mobili ton sur ton, c'è arte contemporanea alle pareti, ma soprattutto c'è gente che sa cucinare dietro al vetro, tra la stufa e il pass. La materia prima "avant de tout" perché in clima Sabaudo i francesismi si fondono con la cultura culinaria di qui e dell'altra parte delle Alpi. Da qui si parte, da grandi prodotti scelti con criterio, senza fissazioni ma con giudizio, per sostenere anche il lavoro che consente a questa bomboniera di esistere: il catering, che Gabriele Torretto gestisce con mestiere da anni, con ottimi risultati.
Il lavoro di squadra: Daniele Santovito e Gabriele Torretto guidano la macchina, Martino Rosboch e Pamela Di Tore muovono la cucina, mentre Elena Serratore e lo stesso Gabriele (l'esteta polivalente), assistono i clienti in sala con personalità. Gabriele, intrattenitore e affabulatore dotato di vasta conoscenza di questo mondo, in cui si cala con naturalezza, istintivo di levante, anche se preferirebbe fare il cliente piuttosto che il ristoratore, invece è meglio così, perché di professionisti di questa qualità questo mondo ha bisogno più del pane, per altro ottimo, come i primi amuse bouche, introduttivi alla cucina, solida, concreta e migliorata negli anni, anche grazie alla mano di Daniele Santovito, chef modesto ma capace, che meriterebbe maggiore attenzione da parte dei media.
Nel bellissimo sito web - perché l'estetica è aspetto importante per lo chef - si parla di "Cucina "Colta" (v.v. cogliere) trae ispirazione dal connubio tra le erbe spontanee e i cibi stagionali, raccolti seguendo e rispettando i ritmi della natura. Una cucina che appartiene alle più antiche tradizioni, ma che nel tempo abbiamo perso, disabituando il nostro palato ai sapori inediti e ricchi che ci regala la natura. Oggi questa tradizione rivive nel mio ristorante: una tradizione d’innovazione che vuole esprimere l’attenta ricerca con inaspettati abbinamenti per ridare una nuova identità agli aromi. Piatti dai nomi evocativi, come il battuto con foglie di gallium mollugo o i tagliolini verdi alla parietaria, che gli antichi greci e romani gusterebbero con gioia, per poi stilare un trattato culinario, stuzzicano la curiosità dei nostri palati e ci invitano a intraprendere un viaggio alla scoperta della cucina colta."
I Piatti
Gabriele Torretto è un ristoratore professionale e professionista che fa parte di quella rara nicchia di personaggi legati alla ristorazione a doppio filo, quelli che vorrebbero ti dimenticassi velocemente di loro e della cena della sera prima digerita bene insieme al conto, ma che ti ricordassi di nuovo di loro la sera dopo, già all'ora dell'aperitivo, sentendo il bisogno impellente di tornare, non importa per bere o mangiare cosa, basta che ci sia il meglio a disposizione. Che bello accontentarsi.
Che bello volersi bene. Quando hai storia, e qui siamo oltre il ventennale ormai, ti devi ricordare da dove provieni e di chi ti ha alimentato il lavoro e la passione per quattro lustri, quindi in carta troverai quelli che spesso vengono definiti "i sempre in carta" che sono cose semplici ma buonissime, pur partendo dal materico spietato, come può essere un inarrivabile salame cotto del Monferrato, zona di origine di Gabriele.Sul "cucinato" Daniele Santovito ha fatto progressi importanti e le immagini credo lo testimonino appieno.
Ricette di concezione classica, ripensate per diventare veri e proprio piatti "alla carta" alla francese, dove ci sarà sempre un elemento principale riconoscibile, una salsa, un condimento e degli accessori, che siamo vegetali o ammennicoli, in grado di dare un senso compiuto ad un pasto anche se consumato attraverso solo due o tre passaggi, perché, si sa, da questa parti il primo piatto ha la sua fondamentale importanza.
Daniele è un fine che vuole però creare appagamento attraverso composizioni di cucina cucinata e mai solo assemblata, centrando spesso un gran bel risultato gustativo, pieno e risolutivo.
Indirizzo
Ristorante La ValleVia Umberto I, 25 - Valle Sauglio,Trofarello (To)
Tel. 011.6499238
Mail info@ristorantelavalle.it
Il sito web