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The Cesar, il fine dining nascosto in un “museo sul mare” a Ladispoli

di:
Andrea Febo
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copertina la posta vecchia ladispoli

Una residenza fatta di storia e d'arte con museo romanico, pinacoteca seicentesca e relais 5 stelle. Al suo interno spicca il The Cesar, regno gastronomico dello chef Antonio Magliulo.

Articoli Antonio Magliulo

La storia


L’eleganza del lusso non vive di ostentazione, ma di essenziale riservatezza. Un valore che va ricercato e scoperto andando oltre l’estetica del gusto ed è di questa qualità, indiscussa, che vive il fascino imponente dell’Antica Posta. Siamo sul litorale nord della Capitale, tra le sabbie nere di Ladispoli, a due passi dagli intatti bastioni del Castello Odescalchi che guarda il Tirreno da quasi cinquecento anni.



La struttura che oggi è l’Antica Posta, nel XVII secolo era una dependance del castello e nel 1800 è diventata una stazione di posta pontificia, con dogana e albergo dotato di ristoro. Nel 1900 un incendio la distrusse e rimase abbandonata fino agli ’60, quando il magnate americano J.P. Getty la acquista come residenza privata e avvia un’opera di restauro con la cura dello storico Federico Zeri, suo amico e consigliere. Durante questo restauro, negli scavi eseguiti torna alla luce una villa romanica imperiale e con essa mosaici, sculture marmoree e inestimabili resti datati fino al secondo secolo prima di Cristo.



La Posta Vecchia è oggi un museo romanico, una pinacoteca seicentesca, un parco di quattro ettari affacciato al mare alle porte di Roma, ma dagli anni ’90 è soprattutto un Relais di charme che con eliporto, diciannove camere padronali, una piscina e una spa, regala a viandanti esclusivi una sosta da cinque stelle lusso.



Ché basterebbe, ma non è tutto, perché al piano terreno tra ampi saloni collegati e arredati di un’epoca fatta di marmi e legno dorato, proiettato su una terrazza affacciata sulla risacca c’è il The Cesar.


Il ristorante


La famiglia Sciò, acquistando questo posto e restituendogli la magia dell’ospitalità in armonia con la promessa d’onore fatta al valore artistico e culturale di Paul Getty, ha decisamente puntato anche su una ristorazione che ne sia all’altezza. Così nasce il The Cesar, un ristoro di natura gastronomica ricercata, che abbia nell’essenziale e nell’autenticità del gusto il suo valore aggiunto.


La cucina è diretta dallo chef Antonio Magliulo, radici casertane e fusto solidamente piantato nella tradizione mediterranea, una professionalità granitica che dopo esperienza nelle cucine di Alain Ducasse, Enrico Crippa e Gaetano Trovato, approda al The Cesar nel 2011 affiancando Michelino Gioia, che sostituisce nel 2016 diventando executive. La genovese di famiglia rimane il suo ricordo più intenso, ma la pasta al pomodoro è la sua didascalia gastronomica. Qualsiasi grande classico rinasce nell’intensità del tempo che scorre, questo rende la tradizione un concetto fluido.



Mangiare in terrazza ha il suo fascino, per qualcuno, ma altrettanto ne può avere proiettarsi in un Gattopardo laziale dalla cornice barocca. I tavoli esterni si vestono essenzialmente di un bianco classico, mentre gli interni rimangono nudi delle venature dei marmi colorati, con una mise en place pulita e leggera. La ricerca di geometrie colorate nelle ceramiche dei piatti, in qualche raro caso, arriva come un eccessivo esercizio di stile nel ricalcare epoche greco-romaniche. Principalmente vince l’eleganza bianca della semplicità.


 

I piatti


Il percorso degustazione, superato il benvenuto, è iniziato con un Astice blu con broccoletti e vino bianco. Ceramica bianca, fondo piatto e decorazione in greca rosso mattone, un piatto dove non solo i colori, ma le consistenze diventano un gioco a diversi livelli di resistenza e dove il sapore alterna dolcezza e acidità, ben giocata col vino bianco. Il ritorno delicato del mare in persistenza, a palato pulito, restituisce valore al piatto.

Astice blu con broccoletti e vino bianco




A seguire è stato il turno degli Spaghettini con burrata affumicata, limone e caviale italiano. Elegante e non eccessivamente invadente la nota di affumicato e buono l’equilibrio che mantiene il latticino con l’aromaticità del limone. Il caviale, quando preso, aiutato da una tiepida temperatura di servizio esplode in bocca per poi rimanere latente. Nel complesso un piatto gustoso.

Spaghettini con burrata affumicata, limone e caviale Italiano



I Tortelli di baccalà, zucchine, zuppa di pomodoro e aglio nero sono una vera portata proteiforme. Un susseguirsi di acidità e dolcezze che se da una parte pungono il palato, dall’altra lo rivestono di un caldo senso di pienezza. Ogni boccone è una variazione corposa degli stessi ingredienti e anche se il baccalà rimane quasi a margine, non si perde mai l’identità complessivamente appagante che (s)punta soprattutto nella riduzione del fondo.

Tortelli di baccalà, zucchine, zuppa di pomodoro e aglio nero



Nel Branzino al forno con ortaggi alla griglia, la componente estetica rimane elevata, ma la ricerca dei sapori in scomposizione degli ingredienti qui acquisisce un’ariosità più spinta. La portata è per minimo due persone e l’intero piatto è una composizione vegetale esplosa, ma ben disposta, con al centro un filetto di branzino cotto al forno. Umido, saporito e lasciato al naturale, questo piatto rappresenta un po’ la cucina dello chef nella sua essenzialità dal gusto autentico. Una corsa presentata nella volontà di restituire valore e gusto a ingredienti semplici. Ben riuscita.

Branzino al forno con ortaggi alla griglia



Prima del dolce ho chiesto un extra, convinto che quanto percepito nelle chiacchiere dello chef andasse trasformato in una dicotomia simbolica da mettere al centro dell’attenzione. Arrivano al tavolo gli Spaghetti al pomodoro. Sarà la suggestiva capacità di essere il manifesto della cucina mediterranea, ma il sugo “riposato” con la pasta di ottima dolcezza e mordenza, chiusi da un monocultivar laziale e basilico dell’orto, sono davvero di primordiale soddisfazione.

Spaghetti al pomodoro



In carta, i dessert spaziano tra grandi classici della pasticceria come Babà, Bavarese e Tiramisù; tra questi si riconferma un signature dello chef la Mousse al cocco, ananas e lime. Ruffiana, non eccessivamente dolce e ben servita a temperatura di giusta consistenza.

Tiramisù



Il servizio è di un garbo riservato, ma attento, la carta dei vini ha un ampio respiro che strizza l’occhio a grandi classici e spumanti sia italiani che internazionali. Antonio Magliulo promette di restituire sapori riconoscibili con eleganza e la sensazione è quella che nel complesso, dal The Cesar de La Posta Vecchia, si possa andar via senza sentirsi traditi. Una location esclusiva dove l’estetica trova coerenza nella storia e nella romantica posizione di sentinella del mare, saloni e piatti colorati serviti per essere parte di un’esperienza vestita di gusto e romanticismo. Una sosta da viandanti di eccezione che vale la pena fare.


Indirizzo


The Cesar- La Posta Vecchia

Via Palo Laziale, Ladispoli, Italy, 00055

Tel: 06 994 9501

Sito web

 

 

 

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