Ideare nuovi format sembra essere l’imperativo per affrontare la nuova realtà del settore della ristorazione. L’home delivery restaurant sembra essere la soluzione vincente che convince molti chef e ristoratori
La Notizia
Dopo aver assistito negli scorsi mesi alla conversione delle strategie e delle cucine dei ristoranti verso le opzioni delivery e take away per affrontare la fase di lockdown ora la tendenza è quella di ideare e concepire nuovi format per affrontare una nuova era in cui sicuramente molte abitudini saranno mutate, forse per sempre. Il nuovo concept sembra essere quello dell’home delivery restaurant completamente diverso dal concetto di home restaurant, già diffuso dal 2015 in completa contrapposizione con la ristorazione classica. La differenza sta proprio nella parola delivery. L’home delivery restaurant è un allargamento del concetto di chef a casa e porta a casa l’atmosfera e l’esperienza del ristorante. Questa potrebbe essere la nuova vita per alcuni chef che si ritroveranno a cucinare non nella cucina dei locali, ma nelle case delle persone. Si scelgono i prodotti e si cucina secondo richiesta, normalmente i prezzi sono di fascia alta più o meno come al ristorante (difficile che siano al di sotto dei 150-200 euro per persona).“Di solito chi richiede l’home delivery restaurant è un cliente affezionato, a volte anche amico che propone di curare un pranzo o una cena nella propria abitazione, per un numero ristretto di ospiti”, racconta Luigi Taglienti, chef del Lume di Milano, una stella Michelin. “A me il concetto di delivery non convince, quello di farlo trasferendo un “mini Lume” in una casa è molto più interessante. E potrebbe diventare una tendenza nei prossimi mesi», prosegue lo chef.
Questa nuovo concept sembra convincere anche il Ceresio 7 di Milano che si è già mosso per portare il ristorante a casa dei clienti. “Abbiamo ragionato tanto sul concetto di delivery, partendo ai primi di Maggio con più formule. Siamo curiosi per primi di capire l’incidenza sul fatturato attuale e su quello che realizzeremo una volta riaperto il locale. Perchè alla fine se il business funziona ha anche senso creare un laboratorio a parte, tanto più alla luce del nostro progetto di home delivery restaurant”, dice Edoardo Grassi socio di Ceresio 7 con Luca Pardini, Marco Civitelli e lo chef Elio Sironi. “Questa visione va considerata non solo per il momento, ma potrebbe essere anche una soluzione per il futuro. Milano non è Roma, dove da sempre c'è la tradizione del piccolo evento di classe, in terrazza, con un cuoco e a preparare i piatti. Qui la fascia alta esce sei sere su sette, magari fermandosi in due posti per sera: vista la situazione, facile che per ora vada meno nei locali, ma non voglia rinunciare alla qualità. Per noi è un servizio che al di là del ritorno economico, fidelizza ulteriormente la clientela e regala più forza al brand. Ma il tutto non deve prescindere dalla qualità, dalle persone che ne se occupano. Sennò non ha senso”, continua Grassi.
Non poteva non vedere di buon grado l’home delivery restaurant anche la famiglia Cerea del famosissimo e tristellato ristorante Da Vittorio, a Bergamo. La popolarità del primo Da Vittorio, a Bergamo a partire dagli anni ‘70 fu costruita proprio dai servizi esterni. Cucinare nelle case milanesi e non solo in quelle è una delle tante anime di un'azienda che nei servizi esterni è considerata la numero uno. “È evidente che i grandi guadagni si fanno con i grossi numeri, ma oggi, più di un tempo, bisogna valutare ogni elemento. Faccio un esempio: a Brusaporto, abbiamo adattato lo spazio per gli eventi in un locale dedicato alla pizza e al grill, proprio a bordo piscina. Per ora, è un esperimento, ma non escludo diventi un ramo della nostra attività come il delivery, che abbiamo inaugurato in Marzo e di cui non possiamo lamentarci. Quanto al “ristorante a casa” è un'opportunità interessante per chi non ha voglia di uscire e vuole trattarsi bene: un aspetto fondamentale è offrire la massima sicurezza a chi ha chiesto il servizio, il resto è di routine per chi fa qualità come noi”, afferma Francesco Cerea, manager del gruppo.
Sempre nel capoluogo meneghino anche il Gruppo Langosteria sta lavorando a una proposta custom per chi vuole organizzare una cena a casa propria. “Sarà possibile prenotare una serata combinando i servizi: dalla presenza dello chef al commis che aiuta per il servizio fino al noleggio della nostra mise en place. Ovviamente le materie prime per i piatti sono quelle che serviamo nei locali”, dice il patron Enrico Buonocore.
Non resta che dare il tempo a chef e ristoratori di organizzarsi e provare il nuovo concept di home delivery restaurant che molto probabilmente entrerà a far parte della nuova normalità per gli amanti dell’andare al ristorante.