Ai ricchissimi ospiti del Capital Club di Dubai, lo chef sardo Luca Carbini propone piatti creativi realizzati con le eccellenze della sua terra. Per assaggiarli c’è chi è disposto a spendere fino a 10.000 euro.
La notizia
Sono cene che vanno da 100 fino a 10.000 euro, quelle proposte dallo chef Luca Carbini ai commensali del Capital Club di Dubai: non un hotel di lusso, ma uno dei club più esclusivi al mondo tra i cui membri ci sono investitori e uomini d’affari con interessi negli Emirati Arabi, come spiega il sito ufficiale il ministro degli Esteri del Paese del Golfo. Luca Carbini, 36 anni, originario di San Gavino Monreale, in Sardegna, è executive chef del club a capo di una brigata di venti persone in cui è l’unico europeo.La sua passione per la cucina si manifesta a 15 anni: “Ho iniziato frequentando la scuola alberghiera di Alghero. Ottenuta la qualifica, sono partito per Londra, dove ho maturato tantissime esperienze e sono rimasto fino al 2006. Dopo una parentesi di un anno a Barcellona, una ad Atene e il ritorno nella capitale inglese fino all’ottobre del 2020 sono tornato a San Gavino. Una pausa di appena un mese: sono stato chiamato a Dubai tramite un mio amico di Verona. Il Capital Club rappresenta un’istituzione anche per la famiglia reale: non è aperto a tutti, ma ha solo 900 membri.
I soci sono i grandi finanzieri, petrolieri e i magnati dell’economia mondiale: da poco abbiamo ospitato il fondatore di Netflix, il proprietario della Reebok e quello della Lamborghini. Ogni mese viene un ministro degli Emirati Arabi per fare una conferenza. È venuto anche Heinz Beck, cuoco tedesco, chef del ristorante La Pergola a Roma, premiato con le tre Stelle Michelin. Il club si articola in quattro piani: una sala grande in cui possono stare 80 persone, quattro sale private e diverse salette”.
Nel menu i legami con la terra d’origine di Chef Carbini sono molto forti: “Da poco ho cucinato i carciofi sardi e alcuni piatti con la bottarga. Tempo fa ho preparato i malloreddus e abbiamo ottenuto anche la licenza per cucinare il maiale. Oltre alla cucina europea, c’è una richiesta molto ampia per la cucina asiatica. Di San Gavino mi mancano le chiacchierate al bar, il fuoco acceso d’inverno, il pane cotto al camino, gli odori e i profumi della Sardegna. In cucina mi piacerebbe usare anche lo zafferano di San Gavino Monreale. Da pensionato vorrei tornare nella mia terra. Ai giovani dico che nessun sogno è mai troppo grande: bisogna sempre crederci”.
Fonte: unionesarda.com
Foto: Crediti Capital Club Dubai