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Perde 46.000 euro ordinando una pizza a domicilio: la super truffa ai danni di un cliente bolognese

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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Copertina delivery truffa Bologna

Cyber truffa ai danni di un sessantaduenne di Bologna: 46.500 euro prelevati dal conto con una semplice ordinazione di pizza a domicilio. Ecco cos’è accaduto.

La notizia

46.500 euro per una pizza -e questa volta no, non si tratta di una pizza da Guinnes dei primati, ma di una cyber truffa compiuta ai danni di un signore di Bologna. Nel pieno delle vacanze natalizie, infatti, un cliente di 62 anni ha ordinato una tonda online attraverso una nota piattaforma di consegne a domicilio. Al momento dell’ordine, dunque, ha effettuato il pagamento sul sito del brand (totalmente estraneo alla vicenda), ma invece di pochi euro si è visto sottrarre una cifra enorme sottoforma di bonifico, che è stata poi inoltrata a un esercizio di ristorazione ambulante della provincia di Caserta.


 

Qualche giorno dopo il sessantaduenne ha tentato di accedere al conto tramite l'home banking, ma "è risultato in fase di manutenzione"; fatto insolito che, tuttavia, di tanto in tanto può accadere. Il giorno successivo, purtroppo, il cliente ha smarrito lo smartphone, riuscendo a ripetere la procedura solo il 5 gennaio. Ed ecco l’amara scoperta: a inizio anno dal conto mancavano ben 46.500 euro. Dopo la denuncia gli inquirenti hanno iniziato subito ad indagare, riuscendo per fortuna a bloccare il denaro, che è rientrato nelle tasche del proprietario qualche giorno fa.


Secondo una recente indagine segnalata dai ricercatori Yarix e riportata da Bloomberg, i dati e le password dei clienti sono conservati all’interno di un database in vendita sul dark web; informazioni, a quanto pare, accessibili a chiunque sia pronto a pagare circa 80mila dollari. Le truffe e le frodi informatiche oggi sono all’ordine del giorno, soprattutto dopo il primo lockdown in cui le vendite attraverso l’e-commerce sono cresciute esponenzialmente.


Le vendite online rendono il sistema maggiormente vulnerabile. Se si aggiunge che spesso si usa il telefono in movimento, di fretta, è comprensibile si abbassi la guardia e si finisca per rispondere senza troppa attenzione quando si riceve un messaggio in cui si chiede di fornire dati”, spiega al Resto del Carlino il responsabile della polizia Postale.

Fonte: ilrestodelcarlino.it

Foto: Unsplash

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