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Guida Michelin Francia 2022: ecco i nuovi 3 stelle e c’è anche l’Italia con il Carpaccio di Parigi

di:
Alessandra Meldolesi
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Copertina guida michelin francia 2022

I tre stelle sono adesso 31, mentre la medaglia d’argento tocca a 74 locali e quella di bronzo addirittura a 522. Fra le new entry anche un ristorante italiano. Ecco tutti i premiati della Guida Michelin Francia 2022.

La notizia

Se c’è un rimprovero che viene spesso rivolto a Michelin, è quello di essere una guida francese. E la rossa, a dire il vero, non sembra eccessivamente preoccupata di sottrarsi alle critiche. Appena presentata la Guide France 2022, salta agli occhi il pieno di stelle, grazie al quale la patria indiscussa del fine dining stacca clamorosamente gli inseguitori, primi fra tutti i giapponesi, già penalizzati dal repulisti (forse non proprio casuale) dei locali chiusi alle prenotazioni. Ma poi arriviamo noi…


In totale i ristoranti francesi premiati sono 627, 49 dei quali per la prima volta, e l’empireo in particolare comincia a essere affollato. I tre stelle sono adesso 31, quasi il triplo che in Italia, mentre la medaglia d’argento tocca a 74 locali e quella di bronzo addirittura a 522. I nuovi tre stelle sono due: La Ville Madie a Cassis, dove Dimitri e Marielle Droisneau propongono la loro interpretazione di una nouvelle cuisine du soleil, e Plénitude – Cheval Blanc Paris, clamorosa new entry. Qui lo chef Arnaud Donckele rinnova l’istituzione tutta francese della salsa, sulla quale è imperniato ogni piatto. Lui li chiama “assoluti”, con linguaggio vagamente romitiano, e li declina nei modi più vari, facendo di una congiunzione l’asse del discorso. Un’intuizione che gli vale il raddoppio del massimo punteggio, già ottenuto (e mantenuto) presso le Cheval Blanc Saint Tropez. Siamo nella leggenda.

Plénitude- Cheval Blanc Paris



Poi ci sono 6 stelle doppie: Table di Bruno Verjus a Parigi, solidamente incentrato sulla materia prima; Blue Bay di Marcel Ravin a Monaco, che intreccia ai motivi mediterranei i souvenir della Martinica; Lalique di Jérôme Schilling in zona Sauternes, con la sua cucina di terroir; Duende di Nicolas Fontaine e Julien Caligo a Nîmes, sotto l’egida del mito vivente Pierre Gagnaire; Palais Royal Restaurant del greco Philip Chronopoulos, che finalmente riscatta in chiave fine dining la cucine della madrepatria a Parigi; per finire con L’Oiseau Blanc dello chef David Bizet, sempre a Parigi.

Ceto di Mauro Colagreco- crediti Matteo Carassale



Imbarazzo della scelta, poi, fra i 41 neostellati, 12 dei quali a Parigi, 6 in Bretagna e 4 in Provenza e Costa Azzurra. Ce n’è per la solita Anne-Sophie Pic con la sua Dame de Picle 1920 a Megève, che porta a casa il nono astro e si conferma cuoca più stellata del mondo e di sempre, e per l’antagonista Hélène Darroze, che fa sei nel ristorante eponimo in Provenza; per Mauro Colagreco con il suo Ceto a Roquebrune-Cap-Martin e per il discusso Jean Imbert, che attenua la caduta del Plaza Athénée dalle tre stelle dell’era Ducasse.

Oliver Piras e Alessandra Del Favero al Carpaccio di Parigi



Ma anche l’Italia sorride grazie a Oliver Piras e Alessandra Del Favero, che strappano la stella al Carpaccio di Parigi, glorioso stabilimento un tempo diretto da Angelo Paracucchi, oggi sotto l’egida della Famiglia Cerea, che sale così a quota 8 in giro per il mondo. Mentre le nuove stelle verdi sono 6 e i nuovi Bib Gourmand 33 (l’asticella del rapporto qualità/prezzo è fissata a 39 euro a Parigi e 35 nel resto del paese).

Foto di copertina: crediti Philippe Lopez, AFP

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