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La Lucerna di Ferro: il faro del gusto che illumina le sponde del Magra

di:
Maria Riva Christiansen
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copertina lucerna di ferro

Al confine tra Liguria e Toscana c’è un'insegna di famiglia nata 70 anni fa con uno splendido affaccio sul mare. A guidare la cucina, uno chef di talento che ha rinunciato a una carriera da ciclista per inseguire il suo sogno gastronomico.

La Lucerna di Ferro

La storia


Situata sulla punta dell’estuario del fiume da cui prende il nome, Bocca di Magra è un piccolo paese al confine tra Liguria e Toscana, in una lingua di fertile terra pianeggiante che separa il mare dalle maestose Alpi Apuane. La posizione strategica e il panorama mozzafiato hanno fatto sì che nel corso dei secoli questa zona sia stata ambita meta di conquista, e oggi può vantare la presenza di paesi che come gioielli intessono una rete di bellezze storico-artistiche, spaziando dalle cave di marmo ai borghi di Ameglia, di Portovenere, Lerici, e le vicine Cinque Terre.


La storia del locale inizia nel 1951, quando arriva dalla Sicilia il poco più che ventenne Francesco Ferro a lavorare in Guardia di Finanza. Nel 1961, assieme alla moglie Edda e alle cognate Saura e Carl, costruisce mattone dopo mattone quella che sarà la Lucerna di Ferro. Nel bel mezzo dei lavori trova una lucerna romana, lo vede come un segno e decide di chiamare così il locale. Il format nasce inizialmente come rosticceria, ma grazie al talento gastronomico di Carla e alla gentile accoglienza di Saura diventa ben presto un ristorante a tutti gli effetti.



Un grande impegno e tanta voglia di crescere lo portano ad attrarre un’importante clientela di celebri poeti, scrittori, artisti e letterati, quali Cesare Pavese, Giulio Einaudi, Vittorio Sereni, Eugenio Montale, Elio Vittorini, Marguerite Duras, Franco Fortini. Nel 1968, grazie alla fortuna dell’attività, Francesco riesce a costruire “La Terrazza“, una piattaforma sul fiume al di là della strada che vuole essere una sorta di sala estiva.


La storia del ristorante è la storia della famiglia Ferro ed inizia proprio così, con le grandi idee di Francesco e l’arte e la costanza di metterle in pratica di Carla, Saura e di Edda. Da grandi insegnamenti non possono che arrivare grandi responsabilità ed è così che quando nel 2001 Saura e Carla decidono di andare in pensione, la figlia Giusi Ferro e suo marito Valter Sandri decidono di rilevare il ristorante abbandonando la loro vita ad Alba per portare avanti La Lucerna di Ferro.


Il loro entusiasmo porta subito a creare migliorie per stare al passo con i tempi. Valter si occupa della cucina e degli acquisti, mentre Giusi dell’accoglienza e della gestione. Questa passione per la ristorazione viene da subito inconsciamente trasmessa ai loro figli Martina, Gianmarco e Alberto, che sin da piccoli aiutano i genitori. Ma solamente nel 2017, dopo 10 anni di tentativi, richieste di permessi e progetti, Giusi e Valter riescono a realizzare uno dei loro sogni: ristrutturare la terrazza e dar vita a quella che attualmente è “La Lucerna di Ferro“, un angolo panoramico sull’acqua raggiungibile anche via mare dove poter ammirare tutto l’anno la meraviglia di un panorama unico.


Ma il nuovo locale ha bisogno di una nuova cucina; per questo motivo nel 2017, oltre all’investimento di ristrutturazione, la famiglia decide investire su un giovane chef spezzino Paolo Sanvitale. Classe 1983, Paolo è approdato ai fornelli dopo una carriera da ciclista professionista che ha abbandonato a 19 anni per seguire la passione della cucina. Dopo varie esperienze, molto studio e varie tappe in ristoranti stellati, ha aperto un locale proprio a La Spezia, sua città d’origine, sempre mantenendo viva la curiosità di studiare e sperimentare nuove tecniche di cucina, che alla fine lo hanno portato a incontrare la famiglia Ferro-Sandri decidendo di entrare a far parte della loro realtà.


La cucina


La cucina che ne scaturisce è in armoniosa corrispondenza con la geografia del luogo, intridendosi dei profumi e dei sapori del mare, con generose incursioni nell’entroterra ed echi piemontesi e persino siciliani, quale omaggio alla storia delle persone che hanno fatto di questo luogo un unicum e un punto di riferimento per chi vuole vivere la bontà di queste terre.


Polpo, patate e maionese al wasabi



Il punto di partenza dello chef è la generosità del mare locale che in ogni stagione offre pescato variegato di ottima qualità, con un occhio di riguardo per la tradizione che non cessa mai di essere indagata e riproposta con uno sguardo che la ricontestualizza e la rende salubre e contemporanea.



In sala Martina, Gianmarco e Alberto cercano di portare avanti il sogno di famiglia specializzandosi nella gestione e nell’accoglienza. Gianmarco Sandri nel 2016 si è diplomato come sommelier. Il suo interesse per il vino nasce sin da piccolo grazie all’insegnamento dei nonni nello specifico per Moscato in Piemonte con il nonno paterno e per il Vermentino in Liguria con il nonno materno. “E’ da qui che nasce questa mia passione, che cerco sempre di nutrire con studio e viaggi. Ma con questo lavoro non è possibile viaggiare quanto vorrei e dunque sono diventato sommelier, per la voglia di conoscere sempre più.” Gianmarco si occupa personalmente della carta dei vini del ristorante che spazia da una vasta scelta di etichette del territorio a un bel focus sulla Francia.


I piatti


Il menu alla carta è affiancato da un classico “degustazione” a sei corse. Tra gli antipasti, oltre ad un eccezionale crudo di mare accompagnato da ostriche Gillardeau, convince la Melanzana alla parmigiana glassata al pomodoro e parmigiano 24 mesi; interessante anche il Nostro cappon magro, molluschi, crostacei, verdure a vapore, patate con salsa verde, cialda di pane acciuga salata e uovo sodo.

Crudo di mare



Dal Piemonte alla Liguria



Notevoli i primi come Dal Piemonte alla Liguria, i Raviolini del Plin di pasta fresca 33 tuorli, conditi con pesto ligure; eccezionali per equilibrio e forza dei sapori i Paccheri neri come le seppie con roux al nero di seppia, calamari e polvere di Bottarga di Tonno Rosso di Favignana.

Paccheri neri come le seppie



Bottoni su carpaccio di Gamberi Rossi di Santa Margherita



Tra i secondi si può optare per il classico “fritto di mare”, qui presentato con maionese al limone, o Il pesce e l’orto con coda di rospo a vapore, verdure di stagione biologiche al forno e salsa di cavolo nero, e, tra le carni, il Filetto di maiale della lunigiana accompagnato da senape e pistacchi, serviti con carote al burro e fondo di soia.


Tra i vini, oltre a quelli prodotti nella cantina di famiglia, La Colombiera, tante chicche originali e pensate. L’olio extravergine dell’azienda familiare è la miglior dichiarazione poetica del ristorante: delicato e ricco di aromi, esalta appieno i piatti di carne e di pesce.


Ultimo Round-sfera di cheesecake servita con lamponi freschi e ridotti


Indirizzo


La Lucerna di Ferro

Via C. A. Fabbricotti, 27- Loc. Bocca di Magra 19031 Ameglia SP

Tel: 0187 601206

Sito web

 

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