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Riva Numana al View Palace: l’unico hotel 5 stelle in provincia di Ancona diventa gourmet

di:
Marco Colognese
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copertina riva numana

Per ora non si contano altri hotel 5 stelle nella provincia di Ancona, ma il View Palace detiene anche altri primati: fra tutti, la brigata under 30 guidata da Antonio Lerro, che dopo trascorsi significativi ha scommesso su Numana con un nuovo format.

L'hotel

La Riviera del Conero è un luogo a sé stante, un breve tratto di costa che si presenta in modo assolutamente peculiare rispetto a una norma di anonime grandi spiagge di sabbia e di un mare altrettanto poco attraente. L’Adriatico qui cambia aspetto, con acque limpide, rocce e calette all’ombra di magnifici, verdi colli a strapiombo sul mare. E ancora, paesini deliziosi come Sirolo e poi Numana, dove accade qualcosa di nuovo, sia dal punto di vista dell’ospitalità sia sotto il profilo gastronomico.

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View Place nasce da un progetto di riqualificazione di una struttura ricettiva storica, proprietà di un gruppo alberghiero che comprende altri quindici hotel e fa capo a Eugenio Gallo ed Eros Cecconi. Va sottolineata una non indifferente particolarità, che ha fatto rumore: questo è il primo albergo a cinque stelle della provincia di Ancona; per ora, a scapito dell’altissima presenza di turismo, non se ne contano altri.

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L’apertura è recentissima, perché risale solo al primo agosto del 2023. Come vedremo, però, è stato da subito un successo. A differenza della stragrande maggioranza delle strutture dei dintorni, l’hotel rimane aperto tutto l’anno: a nostro parere si tratta di una sfida che pagherà, provocando un circolo virtuoso che farà vivere il turismo oltre la convenzionale stagionalità.

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Trentatré stanze, moderne e confortevoli, una bella spa, uno stabilimento balneare, una meravigliosa terrazza pronta per l’estate e – dulcis in fundo – Riva, il ristorante fine dining vero protagonista di queste righe insieme al giovane chef Antonio Lerro, trentun anni da compiere nel 2024 e una squadra di collaboratori under trenta: Ragazzi che magari non hanno mai vissuto esperienze da stellati, un gruppo che se da un lato richiede ancora più attenzione e dedizione giorno per giorno, dall’altro lo puoi formare e far crescere. Così, se segui le persone fin dall’inizio, non dico che prendano la mia stessa mano, ma una visione comune sì.

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Lo chef e il ristorante

Lerro, figlio di ristoratori con un locale al mare e ora gestori di una pizzeria al taglio, inizialmente si iscrive a ragioneria a Loreto: Vedendo loro non volevo fare quel mestiere, perché a casa non c’erano mai; dopo un anno però ho capito che la strada che avevo intrapreso non mi piaceva.Così la soluzione è l’alberghiero: il primo stage è a Cattolica con Stefano Ciotti, ai tempo di Vicolo Santa Lucia: “Uno stellato, una cosa molto diversa da quello che avevo visto da bambino, molto più ordinata”.

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Una svolta ulteriore è la fortuna di incontrare un grande come Stefano Baiocco: “Veniva spesso a fare lezione negli alberghieri delle Marche: pinzette, vaschette, erbe: ci voglio assolutamente andare in stage e all’epoca per farlo serviva sottoporsi a un colloquio. I miei mi accompagnano sul Garda e la mia prima stagione è in pasticceria da lui a Villa Feltrinelli, la struttura più bella in cui abbia lavorato, un posto magico.”

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A proposito di nomi noti, qualche fine settimana lo fa in cucina da Errico Recanati: “Mi appassiono sempre di più e finita la scuola a 18 anni torno da Baiocco e inizio a fare il commis. Lì lui mi mette nell’orecchio questa pulce della Francia, ma per un primo periodo trascorro un po’ di tempo a Londra. Una stella Michelin, ma non mi piaceva, c’erano ritmi diversi, non era interessante. Allo stesso tempo, con 130 coperti a pranzo e cena, mi ha aiutato a capire numeri e ritmo a un certo livello.” Da Londra, Antonio si sposta a Roma con Oliver Glowig all’Aldrovandi, ci rimane un anno e finalmente arriva a Parigi al Taillevent con Alain Solivares: “Avevo 22 anni e c’era anche Domenico Candela, ci sono rimasto un anno: vecchia scuola e grande chef, persona squisita ma un vero militare sul lavoro. Passo lì un anno, poi vado in Champagne con Philippe Mille, l’esperienza più bella mai fatta, eravamo in tanti ma suddivisi in piccole brigate, facevamo di tutto e di più e lo chef era sempre presente. Si era formato un gruppo fortissimo che condivideva un obiettivo, con una sana competitività. Ora abbiamo tutti fatto carriera.

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Un’esperienza da premier chef de partie al Crillon a Parigi e poi l’ultima, importante, tappa prima di tornare nelle Marche al George al Grand Hotel Parker’s di Napoli:Mi chiama Domenico e mi dice ‘se facciamo quello che sappiamo fare arriviamo in alto’, una volta affacciato sulla terrazza e visto quella meraviglia, ho deciso. Ci sono rimasto quattro anni e mezzo: Candela mi ha aiutato molto e me ne sono andato al momento giusto, organizzando la mia uscita per tempo.”Cenare al Riva, a partire dall’ambiente, caldo ed elegante, è un’esperienza senza dubbio eccellente. Anche perché, come testimonia il suo percorso, di strada in cucina Antonio Lerro ne ha fatta parecchia.

riva numana sala
 

È già ben organizzata anche la carta dei vini, con gli abbinamenti affidati a Grazia De Luca, giovanissima professionista della sommellerie. I piatti sono molto eleganti e allo stesso tempo sempre incisivi, dal gusto ben delineato: in pratica, proprio molto buoni. Indicativo, a questo proposito, il pensiero del cuoco: “La prima cosa è il cliente, poi viene l’ego, se lavoriamo bene la gente torna. Usiamo quasi solo prodotti locali, certo possiamo fare di più, ma ho ideato un menu che serve per far capire soprattutto alla gente del posto che può fidarsi a venire qui. Ragose, gamberi rosa, mazzancolle, ci sono abituati: semplicemente li trovano in un’altra forma con abbinamenti un po’ più ricercati.” Così gli ospiti si rivedono più volte, soprattutto fuori stagione.

I piatti

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riva numana carciofo di montelupone
 

Un gran bel menu, in ogni caso, che inizia già a presentarsi bene dagli amuse bouche e da una sontuosa sequenza di panificati: dai croccanti grissini al tandori e sale maldon, al pane sfogliato alle erbe, olive e acciughe, al gugelhupf con pepe e formaggi, al pane al grano saraceno e farina integrale. Si parte con le mazzancolle nostrane in bagna cauda e borragine, abbinamento di squisita delicatezza. Notevole lo sgombro affumicato servito con estratto di oliva tenera ascolana e mandorle. Succosi i gamberi rosa dell’Adriatico con limone fermentato, olio all’aneto e salsa americaine. Gustosissimi i calamari spillo con salsa al cocco, curry e yuzu.

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Non da meno la sequenza dei primi che inizia con la suadenza dei cappelletti ripieni di astice blu, con le bellissime note di contrasto del gel di tamarindo bilanciate dall’estrazione di crostacei. Di grande gusto le linguine del pastificio Gentile con cavolo nero, crema di caprino, pinoli e ginepro. Cottura e mantecatura perfette per l’ottimo riso Riserva San Massimo con burro affumicato, estratto di finocchio marino e raguse.

riva numana cappelletti astice blu
 
riva numana riso Riserva San Massimo con burro affumicato estratto di finocchio marino e raguse
 

Preziosamente intensi i bombetti in porchetta con spuma di patate ratte e paprika affumicata. I secondi iniziano con la triglia di scoglio farcita con il suo fegato, rape bianche del Conero, bergamotto e bouillabaisse, di splendida finezza. Unico, ma stupendo piatto di carne, omaggio al passato francese dello chef, il petto di piccione marinato al miso di caffè, servito con cavolo cappuccio fermentato, kimchi, jus grand veneur e la coscia ripiena del suo quinto quarto.

riva numana triglia di scoglio farcita con il suo fegato rape bianche del Conero bergamotto e bouillabaisse
 
riva numana piccione e miso
 

Si conclude un percorso di riuscita sostanza con l’elegante cremoso alle mandorle della Val di noto con sorbetto al kiwi del Conero e cioccolato Ecuador 60% di Colzani. Una novità di altissimo profilo.

Contatti

Riva Numana

Via Flaminia, 109, 60026 Numana AN

Telefono: 071 972 0971

Sito web

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