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Jordi Cruz: “Carenza di personale? Se trattate bene lo staff, non avrete problemi”

di:
Francesca Feresin
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copertina jordi cruz 2024 02 19 01 29 43

Lo chef e giudice di Masterchef Jordi Cruz dichiara che la sua brigata è unita e realizzata. A lavoro non è il personaggio burbero della televisione: tutt’altro, pensa alla serenità della squadra.

 

Foto di copertina : ©Joan Valera, ABaC Group Press


La notizia

Lo chef e giudice di Masterchef Jordi Cruz ha dichiarato che nei suoi ristoranti non è il “personaggio burbero” che si vede nei programmi televisivi; lo dimostra in primis il fatto che il suo team dura a lungo ed è pressoché rimasto lo stesso dagli inizi.

jordi cruz chef
 

“I ragazzi della brigata da me restano perché c'è un bel clima, prima di tutto. Non puoi pretendere che qualcuno faccia le tue veci con slancio quando lo maltratti. E il rispetto è una cosa che non si insegna, si guadagna", ha affermato, secondo El Mundo, durante il IV Forum Nazionale dell'Accoglienza, che si è svolto a Malaga nell'ambito dell'Hospitality Innovation Show (H&T).

ABaC restaurant
 

"Nella mia cucina sono una persona normale, equilibrata, che vuole che i dipendenti si sentano bene, realizzati, scoprano la creatività, si divertano, abbiano un'organizzazione; ma non siamo mai despoti", ha poi affermato. Interrogato sull'ambiente di lavoro e le conseguenti relazioni tra gli chef, ha assicurato che nei programmi e tra gli chef professionisti c'è "zero concorrenza", proprio perché “tutti se la passano molto bene (a certi livelli)”.

jordi cuz Enric Fontcuberta EFE
@Enric Fontcuberta-EFE

Invidia, non pervenuta, nemmeno in caso di emulazione: "Bisogna essere orgogliosi se uno chef importante si ispira al tuo lavoro per applicarlo al suo. E quanto è bello elaborare creazioni che possano essere riprese anche da altri cuochi", assicura Cruz. Per quanto riguarda il modello di business incarnato da progetti come i suoi ristoranti ABaC, questo si concentra sui concetti di equilibrio e creatività.

jordi cruz piatto salmone selvaggio
 

Ma secondo lo chef catalano, colui che vuole solo sorprendere non ha futuro, perché quando la sorpresa viene scoperta è già finita: l’obiettivo base dovrebbe essere quello di far tornare a cena il cliente. "Il mio modello è quello che definisce ciò che ho imparato: i piatti che mi sono piaciuti ieri mi annoiano oggi, e non voglio mai fare una ricetta peggiore di ieri". Allo stesso modo, Cruz riconosce i vantaggi che lo sviluppo tecnologico e le comunicazioni hanno portato nel settore dell’ospitalità poiché, ad esempio, mentre cento anni fa in Francia uno chef preparava una ricetta e solo i suoi clienti sapevano che era sua, ora, se la pubblica, tutti sanno a chi appartiene (e questo serve a posizionarsi correttamente nel mercato).

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"Tra cento anni si saprà ancora che la “menestra de texturas” è di Ferran Adrià, ma non si saprà chi ha fatto la prima besciamella", osserva, chiudendo il discorso.

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