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Il terremoto colpisce ancora: chiude anche il ristorante La Gattabuia di Andrea Giuseppucci a Tolentino

di:
Alessandra Meldolesi
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andrea giuseppucci copertina 970

Il ristorante ha resistito alle prime due scosse ma non a quella di domenica mattina, che l'ha reso inagibile. 

La Notizia

Il terremoto colpisce ancora: chiude anche il ristorante La Gattabuia di Andrea Giuseppucci a Tolentino


Potrebbe avere sbattuto le sbarre della sua Gattabuia per l’ultima volta, Andrea Giuseppucci, giovane promessa della cucina marchigiana e non solo. Che nella giornata di mercoledì ha fatto entrare i tecnici comunali nel suo gioiello: un ristorante elegantissimo, ristrutturato da pochi mesi con il socio Marco Maccari, disseminato di opere d’arte, dove dal 2014 dà sfogo al suo talento con l’ardore dei predestinati.

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E ha scoperto crepe severe. “Le prime due scosse non avevano risparmiato Tolentino, ma il ristorante, già adeguato alle normative antisismiche, era rimasto illeso. Tutt’attorno però il deserto”, racconta. “Con la scossa di domenica mattina il quadro è completamente cambiato.  Il ristorante è inagibile, soprattutto sono gravemente danneggiate le scale, che possono crollare da un momento all’altro. Gli interni presentano crepe vistose e profonde, in bagno e nella prima sala; la cantina è del tutto inagibile per una crepa larga 4 dita e metà delle bottiglie giacciono infrante sul pavimento. La cucina più o meno si è salvata, come la seconda sala, ma dappertutto ci sono calcinacci e quadri per terra. Noi non siamo potuti entrare per diversi giorni perché era zona rossa. Io mi sentivo sereno, per via delle altre due scosse e della ristrutturazione, l’esterno poi era perfetto, ma già dalle scale e dal magazzino distrutto il quadro è peggiorato.

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Gli stipiti delle porte sono tutti lesionati, basta una scossettina e vengono giù. Quindi abbiamo paura, anche perché non siamo organizzati per situazioni del genere: gli sfollati sono oltre 8000, casa di mio nonno è quasi crollata, l’atmosfera è surreale. E bisogna aspettare che la situazione si stabilizzi per prendere i primi provvedimenti. Nel mio caso salvare ciò che può essere salvato del ristorante e della cucina. Poi il locale verrà sicuramente messo a posto, ma non credo in tempi brevi. Saranno necessari un anno o due per riaprire qui. Nel frattempo non so cosa farò, non escludo nulla. Abbiamo già ricevuto tre o quattro offerte interessanti per trasferirci altrove, fuori dalle Marche, una delle quali, in particolare, da un cliente affezionato e molto importante. Ma potrei anche consacrare questo periodo alla mia formazione. Ci siamo dati tempo fino a Natale per decidere. Quando riapriremo è comunque probabile che cambieremo formula perché nessuno fa così tanti chilometri per andare a cena in un paese terremotato”.

Fotografie di Lido Vannucchi

 

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