Nuove aperture Dove mangiare nel Mondo Trendy Restaurants

Sahbi Sahbi, il ristorante gestito da sole donne a Marrakech

di:
Giovanni Angelucci
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copertina sahbi sahbi

Meta super gettonata, Marrakech è la città più famosa del Marocco in cui trovare natura, tradizione, arte, cultura e soprattutto buona cucina, come dimostrano i ristoranti dell’imprenditrice parigina Helena Paraboschi. L’ultimo? Sahbi Sabi, con uno staff 100% femminile.

Sahbi Sahbi

La storia


Dopo il successo de Le Grand Café de la Poste e Bô Zin, c'è un nuovo membro della famiglia: all’inizio di novembre, una terza dimora del buon gusto a Marrakech ha aperto le sue porte. Con una collaborazione e amicizia di oltre 20 anni, Helena Paraboschi, Pierre Pirajean, Karl Fournier e Olivier Marty (Studio KO) hanno unito le loro aree di competenza per creare questo progetto collettivo senza precedenti. “Sahbi” significa anime gemelle in Darija, la varietà di lingua araba parlata in Marocco. È più di un ristorante, è un luogo di incontro, gestito esclusivamente da donne, che ruota attorno alla cucina tradizionale marocchina.


Questo posto, situato nel centro del moderno quartiere Guéliz, si distingue per la sua autenticità. Dietro l’appariscente facciata d’ingresso si cela un luogo rilassato e accogliente che promette un’esperienza coinvolgente, fondata sulla cucina tradizionale messa in scena da una folta brigata che lavora in armonia.



L’apertura è recentissima, ma dimostra già molto impegno e cura per un progetto che punta ad essere la chicca tra le aperture della vibrante città marocchina e della lungimirante donna della ristorazione che, insieme a suo marito, ha deciso alla fine degli anni ’90 di lasciare il mondo della moda per dedicarsi al business nel mondo della cucina. Diverse le loro aperture in giro per il mondo, a Parigi il celebre Durand Dupont, o anche i XU, La Cantine du Faubourg ed Eugène Eugène a Puteaux, tutte insegne che hanno fatto la storia, ma soprattutto a Marrakech con il celebre Le Grand Café de la Poste e il vibrante Bô & Zin. Due indirizzi imperdibili per chi è abituato a viaggiare scoprendo il paese in cui si trova attraverso la cucina.


Le Grand Café de la Poste e il Bô & Zin


Immerso nella storia, il primo appartiene ormai al patrimonio di Marrakech; situato a Guéliz, fuori dai bastioni della Medina, è stato costruito negli anni Venti come vero e proprio ufficio in cui venivano smerciate le missive e consumati caffè. Nel tempo è diventato uno degli indirizzi più trendy in città dal fascino retrò ed elegante: questo edificio combina ispirazione marocchina ed europea, insieme in cui rimane evidente il nostalgico stile coloniale. È da vivere a tutte le ore, per un semplice caffè o per un pranzo a base di funghi, polpette ben condite, gamberi croccanti, pollo ruspante marinato al limone confit e zafferano, carne di agnello, tutto iper-locale e selezionato dallo chef appassionato di verdure Philippe Duranton.


Sotto la luminosa e trafficata veranda, i numerosi viandanti bevono cocktail e fumano, tutto è molto rilassato. Le porte dell'androne si aprono sulla grande stanza dove una scala fa da padrona maestosa con la sua doppia rampa che conduce al mezzanino e si prolunga nel salone al secondo piano con il suo arredamento e profumo di tempi andati. Tutto è dettaglio e fascino: il magnifico pavimento in piastrelle ispirato all’Andalusia, il legno di cedro, le sedie in legno, il bancone in marmo, le panche in pelle, gli specchi modellati. Di sera l'atmosfera si fa più suadente ed elegante, ma comunque informale come nella più accogliente brasserie intima, con luci soffuse, tovaglie bianche, musica dai lontani accenti orientali alternata al jazz e cena servita a lume di candela. Probabilmente ricorderete questo posto per il suo profumo di legno di sandalo e gelsomino e per la piacevolezza diffusa che regna sovrana.


Il Bô & Zin è invece il luogo della festa, un locale capace di accogliere centinaia di persone che lo scelgono per celebrazioni, cene numerose attorno ai tavoli tondi, godere dell’abbondanza di pesce fresco e cucina orientale tra dim sum e tempure, ascoltare musica dal vivo durante la cena per poi dedicarsi ai cocktail e alla pista da ballo. Ampi i giardini elegantemente attrezzati con sedute, divani e fuochi; si tenga solo presente che non è il posto per chi vuole una cena intima e tranquilla. Perfetto, invece, per chi cerca una serata carica di energia e vuol fare le ore piccole di fronte al banco bar e ai musicisti che si dedicano alle percussioni.


La cucina di Sahbi Sahbi


Ma torniamo al nuovo Sahbi Sahbi. Evidentemente è d’impatto osservare una (numerosa) brigata di sole donne, provenienti da diverse parti del paese, lavorare insieme al servizio della cultura enogastronomica marocchina. L’illuminazione è affidata soltanto alle candele piazzate sui tavoli dove i commensali sono invitati a condividere le numerose ricette locali, in pieno stile tradizionale.



La luce è fin troppo bassa e non avrete ben chiara l’immagine delle pietanze nei piatti di terracotta, ma basta affidarsi ai consigli delle ragazze in sala: le insalate da combinare a piacimento a base di zucca maasla, miele, mandorle, lenticchie e manzo secco, o piatti più sostanziosi preparati sui carboni dalle giovani cuoche al centro della sala, che prevedono i galletti con olive, il tajine (termine della cucina maghrebina che prende il nome dal caratteristico piatto di terracotta in cui vengono cotte le pietanze) di cosciotto di agnello e melanzane candite al sesamo, di zamponi di manzo con uvetta e ceci, d’agnello con carote e cipolle aromatizzate al cumino, di stinco di manzo e fagioli bianchi ma anche di branzino speziato, per chi non può fare a meno del sapore del mare.



Pietanze ricche e ben condite in grado di raccontare storie di cuoche e di un paese, apprezzabili ancor di più se consumate fronte fornelli osservando le donne a lavoro. Il venerdì a pranzo è altresì disponibile il cous cous in versione vegetariana o con carne di agnello e pollo. Poche le etichette sulla carta dei vini, ma interessanti le scoperte di degne produzioni del Marocco, soprattutto quelle di vini rossi.



E infine un luogo per veri gaudenti, scelto da chi preferisce soggiornare fuori dal caos e dedicarsi ai massimi livelli dell’accoglienza d’hotel. Trattasi dell’affermata catena del lusso mondiale The Oberoy Hotel che qui a Marrakech offre una dimora strabiliante di architettura marocchina. Non soltanto è la bellezza a sfamare con il suo ambiente idilliaco, immerso in ventotto ettari di giardini con profumati agrumeti, uliveti secolari (da cui provieni l’olio utilizzato) e viste spettacolari sulle vicine montagne, ma anche la proposta degna di nota composta da tre ristoranti e un valido cocktail bar dove godere di cucina mediterranea, indiana o asiatica.


Il Siniman con antiche ricette e usanze delle cucine tradizionali del Marocco in un autentico ambiente marocchino dai tavoli da pranzo bassi, i soffitti tazwakt dipinti a mano, il legno di cedro intagliato; il Tamimt dagli alti soffitti e le ampie vetrate sul grande canale della tenuta offre cucina mediterranea e indiana, oltre che le esuberanti colazioni; l’Azur posizionato a bordo piscina tra palme e giardino con i suoi pranzi leggeri a base di insalate o piccoli assaggi, e infine l’accogliente e caldo (con tanto di camino perché Marrakech al contrario di quanto si pensi registra anche temperature fredde essendo ad un’altitudine di 466 m s.l.m.) cocktail bar Veu, in stile inglese, dove scegliere tra i grandi classici e i twist della preparata squadra gustando anche, perché no, un buon sigaro a disposizione.


Indirizzo


Sahbi Sahbi

37 Bd el Mansour Eddahbi, Marrakech 40000, Marocco

Telefono: +212 662-682312

Sito Web: www.sahbisahbi.com

Email: enquiries@sahbisahbi.com

 

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