World top Chef

Chi sono gli chef con più stelle Michelin al mondo

di:
Alessandra Meldolesi
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Aritmetica delle stelle: chi sono gli chef che la Michelin premia di più nel mondo. Il podio è tutto francese, ma c’è anche qualche italiano.

Gli Chef

La prima a mettere insieme 6 stelle Michelin in due diversi ristoranti fu Eugénie Brazier negli anni ’30. Oggi che la cucina è globale, il conto ha spesso due cifre.


Un riconoscimento che va non meno alle capacità imprenditoriali e al fiuto da talent scout, che alla creatività degli chef, ormai organizzati in vere e proprie holding incentrate su un brand, che viene declinato in format diversi e replicabili.


Fino al 2018, anno della sua scomparsa, lo chef più stellato del mondo è stato Joël Robuchon, arrivato a quota 32 stelle Michelin disseminate fra gli Stati Uniti, la Thailandia e l’Europa (erano 31 in ultimo). Ma l’incertezza sul futuro del suo impero alligna.


La donna chef più stellata del mondo è stata invece fino al 2019 Carme Ruscalleda: poteva contare su 7 macaron, ma dopo la chiusura del tristellato Sant Pau di Sant Pol de Mar ne conta 4, 2 al Moments del Mandarin di Barcellona e 2 al Sant Pau di Tokyo.


Oggi a detenere il record è un altro francese, Alain Ducasse, formatosi con Michel Guérard, Gaston Lenôtre e Roger Vergé, che attualmente vanta 20 stelle: 3 al Louis XV di Monaco, al Plaza Athénée di Parigi e al londinese Alain Ducasse at the Dorchester; 2 a Le Meurice di Parigi, al Beige Alain Ducasse di Tokyo e ad Alain Ducasse at the Morpheus di Macao; 1 per Benoît, a Parigi e a Tokyo, la Bastide de Moustiers, l’Hostellerie de l’Abbaye de la Celle e Rech by Alain Ducasse a Hong Kong. Il suo gruppo copre 72 location, da Las Vegas a Tokyo, fra cui 36 ristoranti, per un esercito di 2000 collaboratori. Ma lo chef francese è anche noto per un altro record: è stato il primo a detenere tre volte tre stelle in diverse città (Monaco, Parigi, Londra). “Le stelle Michelin hanno un impatto incredibile sul business dei ristoranti. A prescindere dalle critiche, rimane un punto di riferimento e probabilmente la più seria e credibile guida al mondo”, commenta.


C’è poi Pierre Gagnaire, che detiene attualmente 15 stelle (3 nel ristorante parigino che porta il suo nome e alla Lecture Room di Londra, 2 alla Grande Maison di Bordeaux, al Pierre Gagnaire di Tokyo e al Pierre del Mandarin di Hong Kong, 1 al Gaya di Parigi, a Le Comptoir de Pierre Gagnaire di Shangai, al Pierre Gagnaire di Seul).


Martin Berasategui vanta un altro record, quello dello chef con più stelle in un unico paese, per la precisione 10: 3 presso il ristorante che porta il suo nome a Lasarte, altrettante a Lasarte, Barcellona, 2 a M.B., Tenerife, 1 a Oria, Barcellona, e l’ultima a Eme Be Garrote, San Sebastian.


Ben piazzato anche Gordon Ramsay con le sue 8 stelle (ma in passato erano 16): 3 al ristorante omonimo di Londra, 1 ciascuna al Pétrus e al Murano, sempre a Londra, 2 a Le Pressoir d’Argent di Bordeaux, 1 al Trianon di Versailles.


Parimerito arriva Anne-Sophie Pic, nuova donna chef più stellata del mondo: detiene 3 stelle alla Maison Pic di Valenza, 2 alla Dame de Pic di Londra, altre 2 al ristorante che porta il suo nome a Losanna e 1 alla Dame de Pic di Parigi.


In Italia invece lo chef più stellato di sempre è Enrico Bartolini con i suoi 8 macaron: 3 al Mudec di Milano, 2 al Glam di Venezia, 1 al Casual di Bergamo, alla Locanda del Sant’Uffizio nell’Astigiano e alla Trattoria dell’Andana in Maremma.


Thomas Keller si ferma a 7: 3 stelle a Per Se di New York, altre 3 a The French Laundry di Yountville e una al Bouchon, nella stessa città.


Come Umberto Bombana, che alle 3 di 8 ½ a Hong Kong ne somma una nell’omonimo ristorante di Macao, 2 a Shangai e un’ultima all’Octavium, sempre a Hong Kong.


Stessa cifra per Yoshihiro Murata con 3 stelle a Kikunoi Honten di Kyoto, 2 a Kikunoi Roan e Kikunoi Akasaka, rispettivamente a Kyoto e Tokyo.


Heston Blumenthal conta 6 stelle: 3 al Fat Duck, 2 da Dinner e 1 da Hind’s Head, a Bray e a Londra.

Infine ne hanno 5: Bjorn Frantzén (3 da Frantzén e 2 da Zen, rispettivamente a Stoccolma e Singapore), Eneko Atxa (3 da Azurmendi, 1 ciascuna da Enekjo Bilbao ed Eneko Larrabetzu), Paco Perez (2 al Miramar e all’Enoteca, 1 al 5 di Berlino), Massimiliano Alajmo (Calandre, Montecchia e Quadri) e i Cerea (Da Vittorio a Brusaporto, Shangai e St.Moritz).

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