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Vino al ristorante: si può portare da casa? Cos’è e cosa prevede il “diritto di tappo”

di:
Serena Curto
|
copertina diritto di tappo

Portare il vino da casa al ristorante è possibile! Basta avvalersi del “Diritto di Tappo”: una pratica che sta prendendo sempre più piede anche in Italia.

Il diritto di tappo

“BYOB” – Bring Your Own Booze/Bottle, letteralmente “porta i tuoi alcolici/bottiglia”, è l’acronimo con cui si fa riferimento al Diritto di Tappo, nato in origine nei paesi anglosassoni. Un’usanza risalente al XX secolo e diffusasi dapprima negli Stati Uniti, dove collezionisti e intenditori di vino iniziarono ad avanzare una particolare pretesa ai loro ristoranti di fiducia, quella di portare una bottiglia della loro cantina da bere durante il pasto. Le motivazioni che si celavano dietra a tale richiesta passavano dal semplice risparmio economico al desiderio di poter degustare un vino assente in carta.

diritto di tappo vini Katje Ford
@Katje Ford

C’è da dire, però, che all’epoca il costo di una bottiglia di vino triplicava il costo della stessa bottiglia venduta in un’enoteca. Così alcuni ristoratori americani iniziarono a sposare la causa pubblicizzandola fortemente, sia per non perdere clienti abituali che per attirarne di nuovi. Da una pratica sporadica si è poi diffusa a macchia d’olio, fino ad arrivare anche in Canada, Australia e Nuova Zelanda. Il diritto di tappo è comparso anche in Italia, dove qualche locale si è convertito a questa pratica, anche se certamente siamo molto lontani dal successo riscontrato nei paesi anglosassoni.

diritto di tappo
 

Ma come funziona il Diritto di Tappo? Come evidenziato da wineshop.it, il cliente porta da casa la sua bottiglia e la gusta nel corso del pasto servito al ristorante. Pagherà poi sul conto finale solo una tassa (chiamata “corkage fee”, “tassa sulla stappatura o sul sughero”) che incorpora il servizio del vino, la stappatura della bottiglia, il lavaggio del bicchiere e l’eventuale utilizzo del decanter. Il valore di questa tassa varia e spesso corrisponde al prezzo della bottiglia meno pregiata presente nella carta dei vini del ristorante. In Italia, mediamente ruota attorno ai 5 – 10 euro per ogni bottiglia, ma c’è anche chi offre il servizio gratuitamente.

Vino ristorante
 

Negli Stati Uniti, invece, la “corkage fee” è spesso superiore, tanto che in un noto e lussuoso ristorante newyorkese si richiedono addirittura 150 dollari! Naturalmente è importante non generalizzare, in quanto il servizio stesso varia in base alla tipologia di locale e, ugualmente, vi sono luoghi in cui portare con sé la propria bottiglia potrebbe risultare fuori contesto. Consentire o meno la pratica del Diritto di tappo è una scelta che spetta al singolo ristoratore; non c’è infatti nessuna legge che lo vieta o che impone di applicarlo. Tuttavia, indipendentemente dalla scelta di garantire o meno la pratica, esistono una serie di regole non scritte che il cliente dovrebbe seguire qualora abbia intenzione di avvalersi di questa opportunità. Qualche esempio?

diritto di tappo shutterstock
@Schutterstock

Prima di arrivare al locale, il cliente dovrebbe chiedere se è possibile esercitare o meno il diritto di tappo, informandosi anche sulla proposta di vini del ristorante e sulle eventuali tariffe della “corkage fee”. Meglio evitare, anche per educazione, di portare da casa una bottiglia già presente nella carta dei vini dell'insegna, e se possibile puntare su vini di valore affettivo-emozionale e prestigiosi (ad esempio un’annata speciale corrispondente ad un anniversario o ad un compleanno). Inoltre il cliente dovrebbe portare la sua bottiglia in contenitori adeguati e specifici. Volendo si può proporre un assaggio al ristoratore, così da spiegare la motivazione che ha condotto ad esercitare il diritto di tappo; d'altra parte, il servizio del vino è compito esclusivo del personale di sala. Si consiglia infine di scegliere una sola bottiglia (anche perché la “corkage fee” si applica su ogni bottiglia stappata!).

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