Un’azienda da conoscere tra le Colline patrimonio Unesco di Conegliano e Valdobbiadene. Abbiamo raggiunto le Sorelle Bronca per farci raccontare (ed assaggiare) due bollicine molto particolari: Est Brut e Ovest Extra dry, notevoli espressioni di Prosecco Superiore Docg.
L’azienda
È davvero difficile rendersi conto di quali siano le peculiarità che contraddistinguono le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene senza averle visitate. Allo stesso modo è complicato trasmettere a un consumatore le sostanziali differenze tra i vini da produzioni collinari e quelli le cui uve provengono dalla pianura, per non parlare delle sfumature affascinanti che alcune aziende riescono a donare più di altre.
Si tratta di una combinazione di persone, idee, terreni, pendenze e climi, di una complessità che una volta colta riesce a fare la differenza. Così com’è accaduto a Sorelle Bronca, Antonella ed Ersiliana, le quali nel 1989, seguendo la tradizione del padre Livio che regala loro i primi terreni, tra le prime donne produttrici di vino in quest’area, fondano a Colbertaldo di Vidor quella che diventerà un’azienda emblematica e all’avanguardia per le sue scelte.
Alla piccola compagine si uniscono successivamente Piero, marito di Antonella ed Elisa, la figlia di Ersiliana. Nel 2001, un anno dopo l’inaugurazione della nuova cantina, inizia invece l’ormai consolidata collaborazione con l’enologo Federico Giotto. Le viti, tutte di proprietà e vendemmiate a mano, si trovano tra i 50 e i 500 metri sul livello del mare, spesso su pendenze importanti e nella parte più soleggiata delle colline, condizioni che implicano escursioni termiche vitali per l’espressione delle uve.
La cantina è certificata secondo il protocollo SQNPI per tutta la filiera di produzione. Ben distribuiti su questo meraviglioso territorio, i vigneti danno origine a vini molto differenti tra loro. Vale la pena soffermarsi su Particella 68, nato nel 2003 e primo esempio di microzonazione nella Docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Racconta Antonella: “A un certo punto sul mercato si cercava il Cartizze, ma noi non ce l’avevamo. Perciò abbiamo pensato allo stesso concetto, ovvero quello di un Prosecco ma prodotto in una determinata zona dalle caratteristiche uniche, con un’identità territoriale specifica, per cui vale la pena lasciare le uve separate da altre aree.
È stata dura motivare il fatto di non disporre di Cartizze, ma siamo riusciti a far capire il concetto e la direzione nella quale saremmo andati. Va detto che questo accadeva molto prima che venissero indicate in etichetta le Rive (pendii particolarmente scoscesi sui fianchi delle colline di 12 comuni e 31 frazioni su cui si pratica viticoltura eroica e che danno uve di partricolare qualità, n.d.r.) e ben prima anche di quella che sarebbe diventata la moda del Prosecco, in quegli anni non così scontata. Così, grazie anche alla collaborazione con Federico Giotto, siamo arrivati alla decisione di chiamare il vino Particella”.
E in questo modo iniziano anche i riconoscimenti importanti e l’espansione con nuovi vigneti come le rive di Farrò di Follina con Particella 232 Brut Nature, nel suo millesimo 2019 bollicina dell’Anno per Gambero Rosso. La terza etichetta nata è Particella 181, dalle viti più vecchie di Rua di Feletto, da dove, protette da una zona boschiva e da due differenti versanti, arrivano anche uve di Merlot, Cabernet-Sauvignon e Marzemino per l’eccellente rosso Ser Bele e Incrocio Manzoni e Pinot Bianco per il bianco Delico.
Per capire quale sia lo spirito di quest’azienda che produce trecentocinquantamila bottiglie su venticinque ettari vitati, vale la pena ascoltare Federico Giotto quando afferma: “La timidezza con cui ci approcciamo ai nostri vigneti non è solo riferita alla paura di sbagliare, ma anche al timore di non interpretare in maniera corretta. Questo è un percorso che ti fa fare tantissimi errori, che però sono la base di una buona riuscita, riuscendo a comprenderli e a interpretarli. Per un vino è determinante l’armonia. La cosa difficile del Prosecco rispetto ad altri vini è cogliere le sfumature legate all’aspetto territoriale, perché la tecnica spesso tende a sovrastare nella sua interezza quello che può essere un prodotto così fragile.”
I vini
In effetti le sfumature percepibili all’assaggio dei vini di Sorelle Bronca sono molteplici, incluse quelle che distinguono le due ultime etichette, Est Brut e Ovest Extra Dry, entrambi Prosecco Superiore Docg, il primo dai vigneti situati nel coneglianese e il secondo dalle uve allevate del versante di Valdobbiadene. Da microclimi e aree geologiche differenti, ciascuno con una precisa personalità, sulla scorta del percorso che ha preso vita ormai vent’anni fa con le Particelle.
Se il Brut Est arriva da vigne con terreno ricco di ferro che dà al vino freschezza e florealità con le tipiche note di acacia e mela verde al naso con una bella sapidità in bocca, le uve di Ovest originano da terre marne e argille, con una bella complessità olfattiva e aromatica tra fiori e frutti e un’armonia che mitiga il grado zuccherino rendendo questo Extra Dry molto piacevolmente equilibrato, con un bel nerbo e per nulla eccessivamente dolce come spesso accade a vini del genere. Perché il Prosecco non è sempre la stessa cosa.
Indirizzo
Sorelle Bronca
Via Martiri, 20, 31020 Colbertaldo TV
Tel: +39 0423 987201
