Vini, Birre e Drink Week End Wine

Un Sogno da bere: la finezza del Manzoni Bianco metodo classico Cirotto

di:
Marco Colognese
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copertina cirotto

Sogno: il Manzoni Bianco metodo classico di Cirotto

L’azienda


Il mondo dei Colli Asolani, da un punto di vista vinicolo, è uno di quelli piccoli. Non è una regola ma, come accade spesso, è proprio dove c’è poco spazio che si creano quantità ridotte e qualità notevoli. Così accade in questo territorio, dalla bellezza senza pari e dal clima particolarmente felice, che prende il nome da un borgo stupendo qual è Asolo, cittadina gioiello della Marca Trevigiana. Tutto nasce nel 1949 da Leandro Cirotto, con un’attività di rivendita di vino proseguita dal figlio Giovanni.



Francesco Siben nel 2002 è un giovane bancario ventiseienne ed è anche il marito di Monica, che del fondatore è la nipote: Ho deciso di licenziarmi anche se stavo per essere promosso, così io e Monica abbiamo preso per mano il progetto una ventina d’anni fa e abbiamo creduto da subito in un percorso che per noi era un sogno, affiancando Giovanni nella gestione e cominciando a ricreare un’azienda agricola all’interno di una realtà commerciale. La cantina esisteva dal 1949, si comprava e si vendeva vino, ma i tempi erano maturi per cambiare strada. Nel progetto è stato coinvolto anche Gilberto, fratello di Monica, che segue la parte agronomica.


Abbiamo iniziato a ragionare e a parlare con la gente esperta di qua per carpire qualche dritta e piano piano ci siamo guadagnati la scelta migliore per quel che riguarda i vigneti; non abbiamo voluto fare passi troppo grandi, ci siamo concentrati su singole parcelle prendendoci il tempo necessario per capire cosa fosse giusto fare e da lì abbiamo iniziato a cercare i punti migliori sulle nostre colline, pensando a dove metter giù i vigneti o a prenderli in affitto oppure a comprarne di già esistenti. Nel 2007 abbiamo fatto la nostra prima vendemmia, nel 2011 sono state acquistate le autoclavi e così siamo diventati autonomi.”


Ora gli ettari su cui lavora Cirotto sono 8 con una produzione complessiva di circa 70.000 bottiglie. “Mi ricordo che ho iniziato digiuno di tutto, entrando nel vortice di tutto quello che circolava intorno al vino, apprendendo le prime dinamiche a livello di cantina. Avevamo la speranza di stare al passo con il mercato e abbiamo cominciato a essere sempre più convinti, lavorando con i vitigni autoctoni perché eravamo e siamo convinti che il nostro territorio vada valorizzato.


Prima cantina del territorio consortile a produrre Docg Asolo, da Cirotto non si sono mai cimentati con la grande Doc. In effetti qui i terreni hanno caratteristiche molto particolari: argillosi, su di essi poggiano soprattutto marne calcaree, sedimentate nel corso dei millenni e costituite per la maggior parte di calcare misto a materia argillosa e ciottoli più sottili. Roccia arenaria, quindi, dura al centro come la pietra ma anche fragile, capace di adattarsi a climi e ambienti.


Racconta Francesco: Sono terreni di origine marina, dei fondali rialzati. Ecco perché troviamo una dotazione sapida molto importante in tutti i nostri vini; ci sono fossili a 300 metri d’altezza e questo chiude chiaramente il cerchio. Abbiamo Prosecchi estremamente strutturati ma non per questo grossolani: l’eleganza ce la dobbiamo cercare noi scegliendo il momento giusto per la vendemmia. Abbiamo tanta sostanza e tanta sapidità e l’argilla calcarea dà potenza ed eleganza insieme, con un naso fine e in bocca voluminoso e duraturo.”


I vini


Se le diverse tipologie di Prosecco prodotte da Cirotto sono ottimi esempi di come si possano realizzare spumanti di qualità e personalità spiccate, a partire dall’eccellente Extra-Brut, è l’avventura intrapresa da Francesco con il Manzoni Bianco ad averci particolarmente colpito.


Mi sono avvicinato a questo vitigno per merito di un grandissimo produttore che stimo molto, Arturo Vettori, conosciuto quando avevo appena cominciato qui: ero curioso come una suocera, arrivando da un altro mondo. Ci siamo trovati con idee slegate dal comune pensiero dei produttori, perché il Manzoni non se lo filava nessuno. Poi ho fatto un bellissimo giro tra Alsazia e Champagne e mi è venuta l’idea di farci un metodo classico, un sogno appunto. Nel 2008 è iniziato il progetto, con la consapevolezza che, con una materia prima così importante, il colpo di matto si potesse fare: nel 2010, dalla prima microvinificazione si è capito che usciva qualcosa di davvero molto interessante. Abbiamo quindi iniziato a ragionarlo in chiave champagnista, perché non c’entra niente con Franciacorta e Trento doc come struttura, sapidità, volume e freschezza. In realtà è simile a un Pinot Meunier e i terreni che abbiamo a Costalunga sono identici a quelli di Aube: argille, calcare e marna. Lo si vede bene nel punto in cui si trova una sezione naturale del terreno originata da scavi fatti per costruire il tempio di Antonio Canova a Possagno” (nei pressi dei vigneti di Costalunga, dove Francesco ci ha portati).





E allora ecco poco meno di un ettaro e mezzo a Cavaso del Tomba, coltivato a Manzoni bianco e con pratiche meno invasive possibili, da cui arrivano due (grandi) vini, il Costalunga (fermo) e il Sogno Dosaggio Zero. Questo Metodo Classico andrebbe assaggiato alla cieca, perché regalerebbe ancora più sorprese di quelle che comunque riserva sia al naso sia al sorso. Le uve, vendemmiate a mano, vengono pressate in ambiente condizionato.


Il vino fermenta e sosta in acciaio in attesa del tiraggio, maturando 48 mesi sui lieviti. Bellissime le note agrumate che avvolgono le narici per prime, con sentori di frutta secca tostata e macchia mediterranea; ancora, pesca gialla e canditi. In bocca si ritrovano gli stessi caratteri del naso, la frutta su tutti e un leggero sentore di liquirizia.


Dritto e sapido, è un vino di grande eleganza, con un’acidità che prelude tempi di evoluzione estremamente felici. Chiamarlo Sogno non è stata un’esagerazione, insomma.

Indirizzo


Cirotto Vini

Via Bassanese, 51, 31011 Asolo TV

Tel: 0423 952396

Sito web

Wine Reporter

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