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Brunello di Montalcino Giodo: il sogno vinicolo di Carlo Ferrini

di:
Marco Colognese
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copertina giodo

Brunello di Montalcino Giodo

L’azienda


È uno spettacolo vero quello che si può godere guardandosi intorno una volta arrivati in cantina percorrendo una stretta, affascinante strada sterrata: il suo nome, Giodo, arriva dall’unione delle due prime lettere di Giovanna e Donatello, genitori di Carlo Ferrini. Fiorentino formato al Consorzio Vino Chianti Classico, dove negli anni Ottanta del secolo scorso diventa responsabile dell’ufficio tecnico e impara a conoscere in profondità il mondo del Sangiovese.


Accademico della Vite e del Vino riconosciuto e premiato come miglior enologo dell’anno da più riviste e associazioni, un personaggio del suo calibro non poteva che scegliere i suoi sei ettari di vigneto in una zona ad altissima vocazione tra esposizione, altitudine e terreni. Giodo, sogno trasformato in realtà da Ferrini, la cui storia inizia nel 2001, risiede infatti tra Sant’Angelo in Colle e Sant’Antimo, sulla cui direttrice si trovano sede aziende vinicole tra le più prestigiose di Montalcino.


L’azienda di Ferrini nasce con un primo ettaro nella zona dove sorge la nuovissima cantina, sobria e tecnologica, inaugurata nell’estate del 2020 in tempo per la vendemmia e realizzata per la gran parte con le pietre recuperate scavando le vigne; in parte è interrata, allo scopo di ottenere una refrigerazione naturale.


Altri due ettari e mezzo sono stati piantati a un’altezza di 400 metri, cento più di quella del vigneto originario, seguiti poi da un altro ettaro nel 2019: in entrambi i casi i cloni scelti sono stati 8, frutto delle sue ricerche negli anni con il Consorzio del Chianti e accomunati da caratteristiche come produzione ridotta, scarsa vigoria, grappoli spargoli e acini piccoli.

La Quinta


È il primo nucleo di vigne, due ettari e mezzo, quello che produce il Brunello di Montalcino; dagli appezzamenti più recenti arriva invece un altro vino, La Quinta, IGT Toscana. Le piante sono 6.600 per ettaro, tutte a cordone speronato. Grande cura, va da sé, viene dedicata a ciascuna pratica in vigneto.


Ne abbiamo percorso la terra, camminando in mezzo alle viti integrate tra bosco e macchia mediterranea insieme a Bianca, figlia trentenne che dopo un’esperienza da sportiva agonista si è formata in agraria ed economia tra Stati Uniti e Italia e qui si occupa della parte commerciale; con lei Riccardo Ferrari, impegnato in vigna e cantina sotto la guida del maestro Ferrini. Chi sulla vigna si concentra è invece Giuseppe Pitzeri, uomo esperto con una lunga militanza in alcune grandi cantine di quest’area.

Carlo e Bianca Ferrini

Il vino


Se Giodo parte con il Sangiovese, Ferrini ha un altro amore che si esprime sull’Etna con Alberelli di Giodo, un progetto legato a vitigni autoctoni come Nerello Mascalese e Carricante. Delle quattro etichette prodotte tra Toscana ed Etna, abbiamo amato in particolare il Brunello di Montalcino, prodotto a partire dal 2009, nella sua ultima annata uscita, la 2017, con 12.000 bottiglie. E a proposito di etichetta, anch’essa ha la sua storia, con un piccolo uomo stilizzato (il Sangiovese) che regge sulle spalle un mondo, quello enologico, come unico protagonista della denominazione a Montalcino. Arriva soltanto da uve senza difetti, selezionate in più passaggi da vigne di 20 anni che crescono su un suolo a medio impasto e ricco di scheletro.

Brunello di Montalcino


39 giorni di fermentazione alcolica in tini d’acciaio e 20 di contatto con le bucce. Matura in tonneaux da 500 e 700 litri e in legni grandi da 25 ettolitri. Seguono un breve passaggio in cemento e 18 mesi in vetro.


Il risultato è un vino dapprima austero, che si svela pian piano rivelandosi profondo, con una magnifica complessità, una morbidezza in divenire e una lunghezza notevole. Il preludio a una longevità ragguardevole.

Indirizzo


Giodo

Località Casanova, Sant’Angelo in Colle, 53024 Montalcino (SI)

Email: info@giodo.it

Sito web

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