Weekend Wine

Un vino, due culture. Il bianco che supera i confini del territorio: Jiasik di BorgosanDaniele

di:
Marco Colognese
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Copertina Borgosan Daniele

Jiasik, il "vino di confine" di BorgosanDaniele

L'azienda


Nostra nonna ha mollato l’orto a cent’anni, ha zappato fino a quell’età. Diceva: a pranzo e cena io non posso mangiare se non ho il mio bicchiere di vino, mentre si mangia ci vuole. E lei era quella che in occasione della vendemmia cucinava per tutti” Ce lo racconta Alessandra Mauri, che con il fratello Mauro è l’anima di un luogo magico come BorgosanDaniele, realtà nata nel 1990 ma, prosegue Alessandra “quella è la data ufficiale, ma noi siamo figli di contadini e abbiamo sempre lavorato la terra; siamo praticamente nati in mezzo ai vigneti e prima di noi la vigna era parte integrante di un’azienda agricola come tutte quelle di una volta. Fino a quando non siamo partiti il nonno vinificava in modo artigianale con il torchio e poi vendeva il vino.”



Con queste premesse non è difficile innamorarsi subito di questo posto a Cormons, in cui tutto parla di una cura naturale per ogni minimo dettaglio, dal calore dell’ospitalità all’originalità dei vini. Come spesso accade per le realtà di dimensione familiare, qui vige l’interscambiabilità: “Mauro segue soprattutto la parte di produzione e la cantina, ma abbiamo avuto entrambi la stessa formazione all’istituto agrario di Cividale e frequentato enologia, così come tutti e due abbiamo lavorato fuori per fare esperienza, ma chi è dentro vede tutto quello che succede nel quotidiano. Non ci sono compartimenti stagni, ci si adatta a seconda di come va il lavoro, anche in campagna; se piove c’è sempre qualcosa da fare.



BorgosanDaniele parte, i vigneti di famiglia vengono sistemati e rinnovati e arrivano le prime etichette con quello che all’epoca si chiamava ancora Tocai a fare da capostipite. Nel corso del tempo i vini cambiano, mantenendo comunque forte un’identità legata al varietale. A questo proposito Alessandra continua: “Quando sei più giovane sei estremista, quindi noi abbiamo fatto un percorso dalla concentrazione alla finezza, all’eleganza e alla bevibilità. Ma anche nella direzione di una miglior rappresentazione della tipicità e della riconoscibilità del vitigno, perché più si va verso l’estremizzazione, più in fondo si vanno un po’ a perdere i caratteri varietali. Quindi si avranno vini ricchi e potenti, ma che si somigliano tra loro anche se c’è il ‘timbro’ dell’azienda. In questo momento quello che stiamo cercando è la riconoscibilità del vitigno, è una questione di equilibri e sfumature molto complessa, perché non sai mai esattamente dove siano il troppo o il troppo poco.” 



Non sono molte le etichette prodotte da BorgosanDaniele, le bottiglie si aggirano tra le sessanta e le settantamila all’anno. Venti invece sono gli ettari distribuiti su più particelle, tutti a Cormons e su diverse tipologie di terreno, perché “basta spostarsi di poco e cambiano moltissimo, basta guardare le mappe territoriali, un pot-pourri di colori. Poi Cormons addirittura comprende due doc, Collio e Isonzo e noi produciamo in entrambe”. Fin dall’inizio la scelta è stata quella di un’elevata densità di impianto per ettaro per limitare l'impatto ambientale e garantire una buona protezione fito-sanitaria. Allo stesso modo la filosofia produttiva è stata da subito legata alla pratica della biodinamica senza però, come sottolineano i fratelli Mauri, ‘gridarla’, una vera e propria viticoltura naturale nata ante litteram, insomma.



Le vigne sono sempre lasciate inerbite, si praticano potature verdi e diradamenti. Non si utilizzano - naturalmente - prodotti di sintesi, si usano rame e zolfo, infusioni di equisetum, tarassaco e ortica. Le vendemmie, solo manuali, sono particolarmente attente a fare in modo che le differenti uve siano raccolte nel momento di perfetta maturazione: “È importante che tutto venga fatto a mano, perché solo l’occhio riesce a capire com’è il grappolo. Poi la vendemmia è come una danza, il gruppo di lavoro deve andare avanti con un ritmo sincronizzato, con lo stesso ‘passo’ e dietro ci dev’essere una precisa regia. Dato che le maturazioni sono differenti ci si ritrova anche a vendemmiare più volte lo stesso vigneto.”


In cantina si fermenta a lungo su lieviti indigeni e gli imbottigliamenti sono senza filtrazione. Nel corso della vinificazione si recupera una parte dei lieviti con quello che qui definiscono un piccolo metodo Soleras: quel che resta sarà la ‘balia’ del nuovo mosto il cui DNA si preserverà nel tempo “perché il vino è anche memoria”.

Il vino


Difficile parlare di un solo vino dei fratelli Mauri, impossibile però dimenticare la bontà assoluta del Santòn, il primo vermouth agricolo del Friuli-Venezia Giulia. È però interessante raccontare la storia di un uvaggio, quella di Jiasik (bianco, perché c’è anche un rosso), dalla località di Giasicco: a base di riesling e malvasia, solo acciaio, è di una semplicità solo apparente: “Lo riteniamo un vino d’annata, anche se come tutti i nostri vini è destinato a durare nel tempo senza alcun problema”.



Il riesling qui ha una funzione ben precisa, che è quella di donare leggerezza alla malvasia istriana di cui si percepisce l’importante parte sapida. Integrata dal riesling e dalla sua mineralità, la beva è formidabilmente leggera. Ancora Alessandra: “È nato da un progetto, dall’ultima vigna che parla tedesco e dall’amicizia con un produttore austriaco. Il confine che una volta divideva Austria e Italia è qui a ottocento metri: ma oltre a due stati divideva due culture, così abbiamo voluto unire due uve importanti che parlano due lingue, mettendole insieme nello stesso bicchiere. Ecco perché lo chiamiamo anche vino dell’amicizia. Però è un vino che si beve, non possiamo metterci a fare un simposio ogni volta che stappiamo una bottiglia. Io lo definisco un vino defatigante, con una grande immediatezza.”


Cosa aggiungere alle parole di chi l’ha concepito, allora? Bevetelo, vi accorgerete di quanto la semplicità possa rivelarsi articolata, tra l’aromaticità del riesling e la morbida suadenza della malvasia, con una bellissima nota di zenzero che chiude il sorso. E poi, magari, stappatene un’altra bottiglia fra un anno o due.

Indirizzo


BorgosanDaniele

Via San Daniele, 28- 34071 Cormons (Gorizia)

Cantina +39 0481 60552
Alessandra Mauri +39 339 7430413

Sito Web

Wine Reporter

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