Weekend Wine

Come una famiglia toscana realizza vini unici “ascoltando” il territorio: Le Macchiole e il bouquet avvolgente del Rosso Bolgheri Doc

di:
Marco Colognese
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COPERTINE RG CORNICI Bolgheri macchiole

Rosso Bolgheri Doc- Le Macchiole

L'azienda


Bolgheri per il mondo del vino rappresenta un luogo leggendario, garanzia di produzioni che si connotano per alta qualità e classe cristallina. Le Macchiole, creata nei primi anni Ottanta del secolo scorso da Eugenio Campolmi, non fa eccezione. “La famiglia di mio marito possedeva a 5 km da qua un piccolo bar ristorante: il nonno aveva comprato il terreno adiacente piantando Sangiovese e Trebbiano con la volontà di produrre vino sfuso da vendere per l’attività.


In realtà è stato un banco di prova importante per Eugenio, perché è proprio qui che ha fatto le sue prime esperienze e ha iniziato a imbottigliare. Questa piccola proprietà era in località Le Macchiole: quando lui decise di abbandonare il lavoro dei genitori e dedicarsi alla coltivazione della vite acquistando il nuovo terreno, si portò dietro questo nome.” Venuto a mancare Eugenio, oggi a condurre l’azienda insieme ai figli Elia e Mattia è la moglie Cinzia Merli.



Mio marito era originario di qui, io sono nata poco distante. La storia inizia con lui, un ragazzo che a 21 anni decide di acquistare un piccolo appezzamento, quello che adesso è intorno alla cantina, piantando le prime vigne. Allora a Bolgheri c’erano già nomi molto importanti, ma non c’era la percezione del territorio che abbiamo ora. Così la sua scelta di andare nella direzione dell’agricoltura apparve assolutamente controcorrente, tanto è vero che lui inizialmente non fu appoggiato dalla famiglia. Venivano da Firenze e si erano trasferiti a Bolgheri quattro generazioni prima e non si erano mai occupati di vino.


Tutto parte con i primi quattro ettari: era un territorio nuovo, fondamentale quindi provare ogni singola varietà. Ciò di cui Eugenio si è accorto immediatamente è stata l’enorme diversità tra un terreno e l’altro, perché succede frequentemente che due vigneti adiacenti abbiano delle composizioni diverse, così una varietà reagisce in un modo oppure in un altro.”



In effetti Bolgheri, da un punto di vista morfologico, ha una doppia composizione: ci si trova a cinque chilometri dal mare che anticamente sommergeva queste terre: quando le acque si sono ritirate è rimasto lo scoglio; l’altra parte del suolo è costituita dal dilavamento delle colline; quindi, le composizioni cambiano in base alla collina che c’è alle spalle.



Continua Cinzia: “Ecco perché c’è questa variabilità che in realtà per Le Macchiole, ma anche per tutta Bolgheri, ha costituito una ricchezza; per noi in particolare, perché abbiamo fatto una scelta un po’ controcorrente rispetto a una zona che, come si sa, è nata con i blend di varietà internazionali. Infatti, dopo pochi anni di vita, decidemmo di focalizzarci sui monovarietali. Per far questo piantammo ogni singola varietà in diverse situazioni in modo da avere espressioni diverse da ogni singolo appezzamento e realizzare un blend delle diverse vinificazioni.”



Oggi l’azienda conta 27 ettari vitati di proprietà con 6 appezzamenti in altrettante zone differenti. “Ormai, grazie alle innumerevoli prove di microvinificazione che sono state fatte da allora fino a oggi, ci siamo resi conto di quelle che sono le aree da dedicare a un vino piuttosto che a un altro.”



Dal 2002 Le Macchiole è a regime biologico:” È stata una conversione che ho voluto quando mio marito è venuto a mancare. Eravamo arrivati a un momento particolare della conduzione, io lo chiamo un punto di non ritorno, perché a ogni intervento chimico corrispondeva la nascita di un altro problema; quindi, c’era bisogno di fare una sorta di reset e ripartire da zero anche nel tentativo di rendere sempre più sano l’ambiente di lavoro”. Ecco che è nato un nuovo percorso, sono venute alla luce nuove scelte e progetti che ha portato le Macchiole a quello che è adesso.



Il vino


La prima vendemmia qui a Le Macchiole è stata il 1987; nel frattempo i vini sono cambiati quasi tutti, a partire dall’abbandono del Sangiovese che non rispondeva come Eugenio avrebbe desiderato: “Il più vecchio rimasto è Paleo rosso. Lasciato il Sangiovese l’azienda si è concentrata su 4 varietà rosse, che sono Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Syrah, oltre a due bacche bianche residuali perché in tutto producono 3000 bottiglie di Paleo Bianco con Chardonnay e Sauvignon Blanc merlot e Syrah.”



Continua Cinzia: Non avevamo un passato enologico importante a cui agganciarci, quindi abbiamo dovuto capire, studiare e dobbiamo farlo ancora. Con precisione e maniacalità.” Paleo, Messorio e Scrio sono tre monumenti alla toscanità, vini famosi con un’eleganza che si protrae a lungo nel tempo.




Non è da meno però il Bolgheri Rosso DOC: in produzione dal 2004, questo blend di Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Syrah fermenta e macera in acciaio per 15 giorni per poi subire un affinamento di 10 mesi all’80% in barrique di secondo, terzo e quarto passaggio e al 20% in cemento. Affascinante dal naso al primo sorso con profumi di ciliegie, more e note speziate, ha una beva pronta e immediata ma non per questo priva di complessità, con un corpo intenso e dalla struttura di sostanza. Un calice da scoprire.

Indirizzo


Le Macchiole

Strada Provinciale 16B Bolgherese, 189/A - 57022 Castagneto Carducci (LI)

Tel. +39 0565 766092

Sito Web

Wine Reporter

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