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Secret bar, i locali "clandestini" di Milano per pochi eletti: dove trovarli, come prenotare e cosa vi aspetta all’interno

di:
Elisa Erriu
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Secret Bar Milano Copertina

La notizia

Esiste una Milano mondana, piena di turisti, di ristoranti stellati e insegne blasonate. Poi c’è una Milano sconosciuta, segreta, misteriosa e che appartiene soltanto a pochi privilegiati: è quella dei secret bar, giunti dall’epoca del proibizionismo con il nome di “speakeasy”, letteralmente “parla piano”. Anche se adesso sono sulla bocca di tutti…

Crediti Backdoor 43


La leggenda vuole che siano nati negli Stati Uniti, probabilmente nel 1919, quando la legge sulle licenze commerciali fece lievitare il costo della tassa statale per i proprietari di saloon. Allora la licenza aumentò fino a 500 dollari e vista la cifra spropositata ai tempi, il numero di bar legali crollò.

Crediti 1930


Ma alcuni bar continuarono ad operare illegalmente come veri e propri locali clandestini, ricavati dal retrobottega o sorti lì dove nessuno se lo sarebbe aspettato. Per non attirare l’attenzione da parte di poliziotti o di orecchie indiscrete, ai clienti veniva spesso consigliato di “parlare piano” e di consumare senza sollevare sospetti. Questo “religioso” silenzio si è tramandato fino a noi e ora Milano brulica di bar speakeasy.

Crediti Backoor 43


Complice forse la pandemia e il desiderio di tornare a bere nei locali -anche in segreto, anche rischiando- ecco che i secret bar accontentano quella voglia inconfessabile di proibito e di sotterfugio che accomuna i clienti più intrepidi. Sono locali segreti ma dalla forte identità, inadatta al grande pubblico: spesso al buio, piccoli e con camerieri mascherati, è possibile entrare in questo mondo proibito soltanto grazie un invito speciale o una parola d’ordine. Spesso si conosce appena la loro ubicazione: alcuni sono avvolti nel mistero e chissà se esistono davvero o sono soltanto leggende.

1930: lo speakeasy più inaccessibile di tutti

Crediti 1930 Milano


Partiamo dal secret bar più segreto di tutta Milano: nessuno sa dire dove si trovi l’indirizzo del 1930! le voci che (“parlando piano”) hanno saputo lasciar trapelare qualcosa, hanno detto che per entrare bisogna essere invitati e passare dal retro di un negozio di cui, ovviamente, non si conosce il nome.

Crediti 1930 Milano


Parrebbe che si possa provare a guadagnare qualche informazione (e forse l’invito) chiedendo a uno dei gestori del MAG, il locale sul Naviglio Grande. Proprio come il MAG, il 1930 nasconde segreti fatti di whiskey, gin, distillati di pregio e menu stagionali. Anche se lì sembra che nemmeno le stagioni siano riuscite a entrare.

Il White Rabbit: serviti da un coniglio bianco

Segreto, al buio e con camerieri mascherati da conigli bianchi: forse uno dei secret bar più particolari di Milano, il White Rabbit è al confine della realtà come il Paese delle Meraviglie: di questo locale si sa che è ubicato nel quartiere Isola, ma nulla di più. Si nasconde dietro una vetrina che non lascia intravedere nulla e si capisce che è aperto da una luce accesa sopra la porta d’ingresso.

Crediti White Rabbit


Insomma, potrebbe essere un retrobottega qualunque, ma come se non bastasse, per accedere al bar dovrete sapere anche una parola d’ordine. Ma siamo sicuri che lo sforzo vale l’esperienza di trovarsi un po’ come Alice che ha inseguito il Bianconiglio.

Crediti White Rabbit

Backdoor 43: il locale a misura di una persona

Esiste un locale così piccolo che è letteralmente “esclusivo”. Il Backdoor 43 è situato sul Naviglio Grande a Milano e, date le sue dimensioni, è probabilmente il cocktail bar più piccolo al mondo.

Crediti Backdoor 43


Rispetto agli altri secret bar è più in vista, ma proprio come uno speakeasy è estremamente riservato, elitario e con prodotti di alta qualità. È talmente riservato, che il bartender serve il drink attraverso uno sportellino e l’unica cosa che entrambi condividerete, sarà la vista delle vostre mani.

Crediti Backdoor 43


Crediti Backdoor 43

Ma’ Hidden Kitchen Supper Club: a cena con uno sconosciuto

Meno riservato, ma ugualmente segreto. Ma’ Hidden Kitchen Supper Club è un altro secret bar dove è possibile invitare persino gli amici, ma ci sono alcune regole da rispettare: portare la propria bottiglia e il divieto di svelare l’indirizzo esatto.

Crediti Ma’ Hidden Kitchen Supper Club


Quando vi siederete in questo loft, potrete provare l’esperienza di cenare con dei perfetti sconosciuti: un’idea nata nel 2012 da Lele e Melissa che, dopo aver arredato la loro casa, hanno deciso di farlo diventare un luogo in cui è possibile incontrare persone mai viste prima.

Crediti Ma’ Hidden Kitchen Supper Club

Non solo secret bar, ma anche membership club

Insieme agli speakeasy, prendono sempre più piede a Milano anche i membership club, sempre esclusivi e riservati a pochi elitari. Tra i più noti e i più particolari, come non citare l’Apophis Club, uno dei primi membership club di Milano dove per accedere è necessario essere stati invitati da qualcuno che ne sia già membro.

Crediti Apophis Club


Proprio come l’Apophis Club, anche il Wootsu Society è riservato a pochi membri: si accede attraverso il Doping Club, il bar dell’hotel The Yard di piazza XXIV Maggio, ma rigorosamente su invito. Inoltre, sono ammesse soltanto cinque persone per volta e possono stare all’interno del locale segreto, ispirato ai bar lussuosi cinesi dell’epoca, per massimo un’ora.

Crediti White Rabbit


Quali altri secret bar ci sono ancora da scoprire o quali altri ne nasceranno? Conviene vestirsi bene e frequentare le vie di Milano, però ricordate: ciò che rimane segreto a Milano, non rimarrà segreto molto a lungo.

Fonte: milanocittastato.it

Foto di copertina a sinistra: Crediti Backdoor 43

Foto di copertina a destra: Crediti 1930 Cocktail bar

Wine Reporter

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