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Sting: “Perché questi vini hanno lasciato un segno indelebile nella mia vita”

di:
Luca Sessa
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La notizia

Da rockstar di fama mondiale a produttore di vino: è “l’evoluzione” di Sting, ex leader della band The Police, che a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 ha inciso brani che ancora oggi ascoltiamo quotidianamente in radio. Da oltre 20 anni infatti, per la precisione dal 1997, Sting e sua moglie Trudie Styler, produttrice cinematografica, posseggono la tenuta Il Palagio, 350 ettari costituiti in gran parte da bosco, con vigneti, olivi e laghi in Toscana. Trudie, il cui padre era un contadino, sognava di poter recuperare i terreni abbandonati per riportare in vita vigneti e uliveti: operazione riuscita al punto che l’attuale produzione vinicola consta di 150.000 bottiglie all’anno (uno spumante, un bianco, un rosato e tre rossi) da vitigni autoctoni e internazionali secondo i principi del biologico. Nel 2020 inoltre il famoso enologo e consulente Riccardo Cotarella è entrato a far parte del progetto per rendere ancor più interessanti i vini di Sting e Trudie.


La coppia ha scoperto d’amare il nostro paese ed alcuni dei vini più rappresentativi (tra cui Barolo e Brunello) durante i tour europei di Sting, anche se il suo avvicinamento al vino è stato graduale: “Sono cresciuto a Newcastle negli anni ’60 ed ero un bevitore di birra. Non ero interessato ai vini e quindi le bottiglie che mi venivano donate dai promotori dei tour sono state raccolte negli anni dal mio manager. Alcuni anni dopo, quando andai a trovarlo a casa sua, mi mostrò l’incredibile collezione e scoprì che in realtà aveva tenuto tutto da parte per me. In quel preciso istante il vino ha iniziato ad incuriosirmi”. Ma quali vini hanno maggiormente colpito Sting negli ultimi anni? Ecco, attraverso le parole sue e di Trudie, il racconto delle etichette più significative.


Mateus Rosé, Portogallo

Iconico vino portoghese prodotto prevalentemente dall'uva autoctona Baga. Leggero nel corpo, di colore rosa lampone, amabile e leggermente effervescente, è da decenni una forza sul mercato globale dal suo lancio nel 1942. “Il vino è stata una scoperta per noi; eravamo operai, non avevamo vino in tavola la sera, era un lusso che non potevamo permetterci. Quando Sting iniziò a viaggiare e fare tournée, scoprimmo il Mateus Rosé e all'epoca ci sembrava essere il culmine della raffinatezza!” racconta Trudie.

Antinori, Cervaro della Sala, Umbria, Italia

Il nostro primo figlio è nato nel 1990, vicino a Pisa. Abbiamo scelto volontariamente di essere in Italia per il parto, e durante quell'estate ci siamo innamorati profondamente del paese e siamo diventati amici della famiglia Antinori”, ricorda Trudie. “Due anni dopo, a casa nel Wiltshire, abbiamo servito questo vino alla nostra festa di matrimonio. Ci piacciono i bianchi di Borgogna e questo Chardonnay italiano è perfetto. Per caso l'amicizia con la famiglia Antinori ci ha fatto conoscere non solo un grande vino, ma anche il nostro attuale enologo, Riccardo Cotarella”.


Château Margaux, Margaux 1CC, Bordeaux, Francia

Per quasi un decennio abbiamo cercato casa in Toscana”, ricorda Sting. “Ci hanno mostrato così tanti casali immacolati, pieni di marmo, che sembravano più mausolei che case. E poi finalmente siamo arrivati ​​a Il Palagio. Era fatiscente e aveva un disperato bisogno di lavoro, ma aveva un vero fascino”. “Quando sono andato a negoziare il prezzo, il proprietario – un duca – mi ha invitato a pranzo. Mi ha servito un vino rosso in caraffa che era squisito. Ho chiesto da dove provenisse e lui ha detto che era la produzione della tenuta, mentendo”. Trudie continua il racconto: “Due anni dopo, quando la casa era stata completamente restaurata, abbiamo organizzato una festa e abbiamo portato fuori dalla cantina le bottiglie del vino della tenuta. Ma era così cattivo che ho notato gli ospiti che rovesciavano i bicchieri pieni nelle aiuole”. Sting scoprì quindi che il vino che gli era stato servito dal Duca era uno Château Margaux, Margaux 1CC e non il “vino della casa”…


Benziger Estates, Sonoma, California, USA

La Benziger Family Winery è stata una delle prime tenute in California a convertirsi alle pratiche biodinamiche e questa filosofia ha ispirato Sting e Trudie nel loro approccio alla vinificazione. “I primi mesi nella nostra nuova casa sono stati meravigliosi, ma ho sentito che mancava qualcosa", dice Trudie che aggiunge “Poi ho capito cosa mancava: non c’erano uccelli o api. La terra era stata coltivata in modo intensivo ed era divenuta arida”. “Durante un viaggio in California poco dopo, ho visitato uno osteopata e nel suo studio ho notato la fotografia di un bellissimo vigneto. Era pieno di vita, con frutti appesi alle viti che sembravano appetitosi. Chiesi di chi fosse e mi disse che era suo. Il giorno dopo sono andato a trovarlo nella sua fattoria e ho assaggiato il suo fantastico vino. Quando mi ha detto che stava seguendo un regime biodinamico, ho strabuzzato gli occhi. Il vino era così pieno di energia, così gratificante da bere” racconta Sting “Mi suggerì di mettermi in contatto con Alan York, esperto internazionale di agricoltura biodinamica o lo invitai nella nostra tenuta. L’ho ascoltai mentre parlava del suo approccio olistico all’agricoltura, ci ha incoraggiati a stabilire colonie di api per aumentare la biodiversità e a coltivare le nostre viti con pratiche ecologicamente più corrette


Henri Giraud, y Grand Cru Fût de Chene, Champagne

Con sede ad Aÿ, Henri Giraud è una piccola casa di Champagne a conduzione familiare. Questo vino multi-annata viene fermentato in botti di rovere e maturato sui lieviti per almeno sei anni prima della commercializzazione. “Dopo due decenni di vita qui in Toscana, sentiamo che i nostri palati si sono in qualche modo abituati o condizionati dal Sangiovese”, afferma Sting. “Quell'acidità vivace diventa attraente, crea persino dipendenza, e sembra aver approfondito il nostro godimento dello Champagne”, continua Trudie. “Questo è il nostro preferito e una delle ispirazioni per il nostro Sangiovese frizzante, prodotto con il metodo tradizionale, con un invecchiamento di cinque anni prima della commercializzazione”.

Château Léoube, Rosé de Léoube, Provenza, Francia

Dimora della famiglia Bamford, Château Léoube è una tenuta biologica nella quale si producono vino e olio: il Rosé de Léoube è un blend di Grenache, Cinsault, Syrah e Mourvèdre, creata dall'enologo Romain Ott. “La nostra amica Lady Carole Bamford, fondatrice di Daylesford Organic Farmshops, ha acquistato Château Léoube nel 1997, lo stesso anno in cui abbiamo acquistato Il Palagio”, afferma Trudie. “Condividiamo la filosofia relativa all’approccio alla terra, alla produzione di vino e olio d'oliva. Abbiamo deciso di lavorare in modo organico e di rispettare ciò che è unico nel nostro terreno. Il suo rosé è un punto fermo in casa nostra: ne abbiamo sempre una o due bottiglie in frigo”.

Foto: Sting official page (Instagram)

Fonte: Decanter.com

Wine Reporter

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