Mondo Vino

Scandalo e rivoluzione a Bordeaux: nasce il primo vino alla canapa nella celebre zona vinicola francese

di:
Massimiliano Bianconcini
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La Notizia

Il vino alla cannabis è la grande novità del 2021, presentato dalla start-up “Burdi W.” a Bordeaux, una delle regioni a più forte vocazione tradizionale della Francia, portando una ventata di scandalo. Burdi sta per “Burdigala”, il nome gallico della città di Bordeaux. La "W" potrebbe stare vino, ma anche erba. Nonostante la miscela di Cannabidiolo e alcol abbia un effetto "rilassante", molti produttori di vino dell’area hanno storto il naso, bollando quasi di blasfemia la sperimentazione introdotta da Raphael De Pablo. L'idea comunque non è così nuova né originale. Il cannabidiolo, o CBD, da anni è utilizzato in vari tipi di prodotti. Dalle medicine all'olio da massaggio al cioccolato, i suoi usi sono infiniti. L'elenco dei benefici per la salute, che si ritiene abbia è altrettanto lungo. A differenza del cannabinoide THC, il CBD non è un elemento psicoattivo e quindi non è illegale. Non sorprende, quindi, che alla fine sia arrivata anche l’idea di un vino alla cannabis. Si potrebbe quasi annoverare tra i vini speciali. Inoltre, prodotti simili sono già disponibili in America e Spagna. Non si capisce quindi la levata di scudi dei produttori di vino della regione Bordeaux che hanno gridato allo scandalo.


Tanto più che il prodotto non deve essere necessariamente definito vino, ma piuttosto una bevanda, dato che solo la base è il vino, che proviene da un vitigno di Petit Verdot. Eppure, resta segreta l’azienda che per prima ha voluto sperimentare il vino alla cannabis non psicoattiva. Non vuole essere nominata, né riconosciuta, perché teme la comunità vinicola locale che non approva simili esperimenti, ha lasciato trapelare il portavoce della ditta. Non sono ancora in grado di affrontare le normali resistenze alla novità che potrebbero però avere delle ripercussioni economiche sull’azienda. Nel 2015, ad esempio, parte dei vigneti dell’enologo Loïc Pasuqet andarono distrutti per degli atti dimostrativi. Ad ogni modo sembra che il vino di canapa esistesse già prima di Cristo. Sempre nel 2015, durante gli scavi nei pressi di Clermont-Ferrand, è stato ritrovato un contenitore con tracce di vino misto di canapa del II secolo a.C. Allora era comune mescolare i vini con erbe o acqua di mare, per renderli più durevoli. Il Raphael De Pablo, venuto a conoscenza di tale scoperta nel 2018, ha avuto l'idea di imitare i Galli. In fondo, anche questa si potrebbe intendere come un ritorno alla tradizione.


«È stato difficile trovare un buon mix di terpeni del vino e terpeni della cannabis, che spesso oscurano il gusto», ha rivelato De Pablo ai media. In un video pubblicato da “Burdi W.”, due grandi di Bordeaux hanno commentato positivamente il nuovo prodotto: l'ex medico Alain Raynaud, proprietario di diversi castelli sempre nel bordolese e amico dell'influente critico Robert Parker, ha elogiato i benefici del vino e del CBD combinati insieme per la salute umana. Anche il noto enologo Michel Rolland si è espresso riguardo all'aroma del nuovo prodotto: «Sono nel settore del vino da 40 anni e so cos’è un buon vino. Ecco perché mi piace quando qualcosa come il vino normale che conosco profuma». Ad ogni modo, oltre che dal risentimento dei viticoltori tradizionali, che non vedono affatto di buon occhio la sperimentazione sul loro vino, De Pablo si deve anche difendere dai ladri. A settembre, alcuni raccolti sono stati rubati dai suoi campi in Gironda. I ladri pensavano che fosse erba illegale contenente THC e, in tribunale, si sono rammaricati dichiarando: «Non pensavamo di danneggiare un'azienda che coltiva legalmente cannabis».

Fonte: Rolling Pin

Wine Reporter

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