Mondo Vino

I 2 nuovi volti femminili del vino italiano: chi sono le donne che guidano il futuro di 2 grandi aziende vinicole

di:
Luca Sessa
|
volti vino femminili

La Notizia

Dare continuità a storie di prestigio che contraddistinguono da generazioni il lavoro di due importanti aziende vinicole: è questo il gravoso compito di Laura Felluga e Federica Boffa, volti al femminile delle cantine Livio Felluga in Friuli e Pio Cesare in Piemonte. Rappresentante della terza generazione della tenuta dei Felluga, in realtà Laura fa parte di una famiglia giunta ormai alla sesta generazione per quel che concerne la produzione del vino poiché l’uva veniva coltivata e lavorata ben prima che venisse fondata l’attuale azienda.


Produttore di vino sin dalla metà degli anni ’20, Livio Felluga fu chiamato a combattere in Africa nel corso della seconda guerra mondiale, e dopo esser stato catturato ed aver trascorso un periodo di prigionia in Scozia, una volta tornato a casa scoprì d’aver perso i terreni. Determinato però a riprendere la produzione e vendita di vino si reco a Rosazzo, una piccola zona dedita alla viticoltura in Friuli. “Mio nonno chiese prestiti per comprare un terreno per produrre vino bianco di qualità, ma la gente pensava fosse pazzo perché a causa della depressione economica che viveva l’Italia, in quel periodo tutti si spostavano nelle grandi città per cercare un impiego in fabbrica, ed inoltre l’idea di realizzare un vino bianco di qualità veniva ritenuta una follia” ci racconta Laura. Livio ha imbottigliato ed etichettato i propri vini dal 1956 contribuendo all’affermazione del Pinot Grigio, e introducendo negli anni ’80 “Terre Alte”, divenuto in seguito il prodotto di punta.


Laura è entrata a far parte di un mondo che fino ad oggi comprendeva solo ed esclusivamente uomini, tra l’altro introversi al punto da essere concentrati solo sui vigneti e la vinificazione senza preoccuparsi di presentare i loro prodotti ad un pubblico più ampio. Un atteggiamento che ha portato ad avere oltre il 60% delle loro vendite sul territorio nazionale, e ciò nel periodo della quarantena ha portato grandi difficoltà, che Laura vuole ora superare contando sul suo entusiasmo e la sua voglia di presentare agli interlocutori di tutto il mondo le etichette della cantina, dalla Cina alla Francia passando per gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda. Ora che è entrata a far parte dell’azienda di famiglia a 30 anni vuole cambiare la filosofia che ha contraddistinto il lavoro negli ultimi anni ispirandosi però a quanto fece suo nonno nel dopoguerra.


Anche il nonno di Federica visse un periodo difficile nel corso del secondo dopoguerra: nonostante il fondatore della cantina sia infatti Cesare Pio, bis-nonno della ragazza, fu suo nonno Giuseppe Boffa, marito di Rosy Pio (nipote di Cesare) a decidere di lasciare Milano per trasferirsi ad Alba per imparare l’arte di fare il vino. Oltre a supervisionare i vigneti e la cantina si impegnò a far conoscere i loro vini Barolo e Barbaresco a rivenditori e ristoratori viaggiando in tutto il mondo. Il figlio di Giuseppe, Pio, ha poi preso in mano le redini dell’azienda introducendo ora anche sua figlia Federica, che a dispetto della giovanissima età (23 anni), può già esser considerata un’esperta poiché ricorda di essere stata al fianco di suo padre per imparare a conoscere i loro vigneti da quando ha memoria.


La loro è una piccola azienda familiare che si occupa di ogni aspetto dalla produzione, una famiglia il cui legame con la cantina è viscerale. Federica ci racconta infatti che la cantina Pio Cesare è anche casa, e che dal 2014 hanno deciso di smettere di acquistare uve dai viticoltori di Barbera e di contare al 100% su ciò che viene coltivato in azienda: “Il mio compito è riuscire a trasmettere la vera anima di Pio Cesare come produttore e coltivatore” afferma Federica.

Due storie ambientate in territori diversi ma con molti punti di contatto: tra questi, il più importante è sicuramente rappresentato dalla ferma volontà dei due padri di voler affidare le aziende e le relative responsabilità alle figlie, puntando sulla loro voglia di dare continuità alle storie aziendali con coerenza, affiancando la necessità di mostrare il volto umano di queste realtà al mondo intero.



I vini di Livio Felluga


Le etichette dei vini Livio Felluga riportano un’antica mappa del Friuli che testimonia come questa terra sia sempre stata confinante con molte culture diverse, e Laura ha annunciato che sarà presto avviato un progetto per rinnovare l’abbazia di Rosazzo e le antiche cantine dei monaci per produrre lì i loro due vini bianchi di punta: Terre Alte e Abbazia di Rosazzo. Due etichette del 2017 meritano una menzione: il 2017 Livio Felluga, Friuli Colli Orientali DOC, Friuli Venezia Giulia, Italia: 100% Pinot Grigio e il 2017 Livio Felluga, “Terre Alte”, Rosazzo DOCG, Friuli Venezia Giulia, Italia: Blend bianco di Friulano, Pinot Bianco e Sauvignon.


Il primo è caratterizzato da concentrazione e complessità, che è possibile ottenere grazie ad una “viticoltura di precisione”, così definita da Laura, poiché nei vigneti la raccolta avviene in momenti diversi per ottenere una maturazione ideale che possa bilanciare freschezza e ricchezza, preservando la territorialità. La mineralità con una nota affumicata, i fiori bianchi e la struttura resa particolare dal sentore di crema pasticceria al limone caratterizzano questo vino.


Il secondo, che è un blend, proviene dai più antichi appezzamenti nella zona collinare di Rosazzo, divenuta la prima DOCG per il vino bianco in Friuli: le mandorle salate che giungono all’olfatto, l’aroma di crostata di albicocche, il sentore della crème brûlée e quello dei fiori di campo essiccati rappresentano l’anima gustativa di questo vino.



I vini di Pio Cesare


Lo stemma posto nella parte in alto a sinistra delle etichette dei vini di Pio Cesare è estremamente significativo poiché testimonia l’appartenenza dell’azienda al gruppo di cantina originariamente situate nel centro storico di Alba. A tal riguardo sono importanti le parole di Federica: “È un segno del grande legame che abbiamo con il nostro terroir e la nostra grande città”. Anche in questo caso sono due i vini di cui vogliamo parlare: il 2017 Pio Cesare Barbera d’Alba DOC, Piemonte, Italia: 100% Barbera e il 2016 Pio Cesare Barolo DOCG, Piemonte, Italia: 100% Nebbiolo.


Il Barbera è un vitigno considerato ottimale per l’abbinamento quotidiano con i cibi grazie all’alta acidità e la bassa quantità di tannino percepibile. Nell’etichetta di Pio Cesare si riscontra la presenza di frutti scuri come l’amarena, il sentore di spezie e una acidità davvero interessante.


Il Nebbiolo è un altro vitigno conosciuto in tutto il mondo, che ha contribuito a rendere le aree vinicole della zona tra le più apprezzate per quel che concerne i vini rossi di qualità. Il vino dell’azienda Pio Cesare è assemblato come faceva il suo fondatore, miscelando i vari vigneti di Barolo della famiglia in egual misura e facendoli fermentare assieme. Anche se negli ultimi anni l’azienda ha iniziata ad effettuare imbottigliamenti di singoli vigneti, non si vuol abbandonare l’altro metodo che consente di produrre quella che è ritenuta la massima espressione del Barolo. Questa etichetta di Pio Cesare presenta note complesse che ricordano sigari e catrame, con sentori di petali di rosa e frutti neri e rossi matura, con una spina dorsale di pura mineralità e con tannini molto ben integrati.

Wine Reporter

mostra tutto

Rispettiamo la tua Privacy.
Utilizziamo cookie per assicurarti un’esperienza accurata ed in linea con le tue preferenze.
Con il tuo consenso, utilizziamo cookie tecnici e di terze parti che ci permettono di poter elaborare alcuni dati, come quali pagine vengono visitate sul nostro sito.
Per scoprire in modo approfondito come utilizziamo questi dati, leggi l’informativa completa.
Cliccando sul pulsante ‘Accetta’ acconsenti all’utilizzo dei cookie, oppure configura le diverse tipologie.

Configura cookies Rifiuta
Accetta