Vini, Birre e Drink Week End Wine

Il Vermentino che vince la sfida contro il tempo: Lvnae Bosoni Numero Chiuso, un bianco di carattere che migliora con gli anni

di:
Marco Colognese
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Copertina Vermentino LVNAE Numero chiuso

Vermentino Lvnae Bosoni Numero Chiuso

L'azienda


Di Diego Bosoni quelli che si incontrano per primi sono il sorriso e l’aria di chi vive un lavoro in modo sereno; una grande passione per la musica e per l’arte ne completano il profilo. È la stessa aria che si respira a Ca’ Lvnae, antico complesso rurale rimesso a nuovo con gusto che dà sulla via Aurelia, modello d’accoglienza concepito dal padre di Diego, il fondatore dell’azienda Paolo, e animato dalla sorella Debora. Un bel posto, con le punte acuminate delle Alpi Apuane che fanno da scudo all’aria fredda dal nord e con il mare poco distante a rendere il clima mite.


Qui si incontrano vino, gastronomia e arte: un’ampia enoteca con i vini di casa in degustazione, l’area di vendita di prodotti di alta gastronomia e un museo dedicato alla cultura contadina e della vite. Non solo, perché qui si producono in proprio, nei laboratori dedicati, ottimi liquori e confetture. Detto questo, il cuore pulsante di Lvnae sono le sue bottiglie, che con circa mezzo milione di unità la rendono una realtà ligure piuttosto rilevante.


Racconta Diego: “Ho studiato viticoltura ed enologia a Pisa e mentre stavo concludendo ho iniziato a collaborare con mio padre, occupandomi però prettamente di commerciale e comunicazione. Lui, che all’inizio faceva proprio tutto da solo, è stato il fondatore della cantina con questo approccio più moderno, ma qui già facevamo vino da diverse generazioni con un’identità più contadina.” Erano gli anni Sessanta e, terminato il servizio militare, Paolo Bosoni inizia a occuparsi dei vigneti di famiglia, scegliendo di rompere con il passato.


Mio padre si ispirò alla tradizione: già ai tempi di Plinio il vecchio quelli di Luni erano noti come vini di qualità e spiccavano tra i migliori d’Etruria. Luni allora era anche un porto dal quale partivano i Marmi di Carrara verso Roma e con loro venivano trasportati anche il vino e le forme di formaggio dalla vicina Emilia: era un luogo di passaggio importante. Papà si è ispirato alla tradizione antica, con un progetto legato fin da subito ai nostri vitigni tradizionali, in particolare al Vermentino. Nel dopoguerra i miei nonni avevano abbandonato gli autoctoni per mettere giù Trebbiano e Sangiovese che garantivano una produzione maggiore; il vino allora era un alimento e c’era bisogno di garantirsi continuità di resa. Però mio padre fece un percorso al contrario ripescando vecchie varietà. Così il Vermentino è diventato un emblema per noi, ma anche per la denominazione e il territorio.


La base di partenza di tre ettari diventa nel tempo un’estensione molto maggiore: sono infatti 65 ora quelli vitati di proprietà: “Fuori dai canoni classici, però, perché sono tutte parcelle sparse. In più c’è un progetto di collaborazione con un centinaio di conferitori che tutti insieme fanno 20 ettari, un mosaico di piccole realtà che costituisce sì un lavoro complesso, ma consente di ampliare la produzione attingendo a vigne ancor più vecchie e con un potenziale qualitativo alto; non ultima, la possibilità di mantenere vive delle microeconomie locali che altrimenti avrebbero rischiato di andare perdute, e in questo modo trovano invece un punto di riferimento e un ritorno economico stabile. È certamente un grande lavoro di gestione ma in questo modo, tra i nostri vigneti di pianura e di collina e i conferitori passiamo da suoli sabbiosi, ad argillosi, a ricchi di scheletro, con esposizioni e caratteristiche differenti: insomma, tutta l’area ha una grande diversità e tante sfaccettature che caratterizzano i Colli di Luni.”


Le intuizioni di Paolo Bosoni sono state molte, così come i sacrifici: di certo quest’uomo è stato un precursore perché si è messo in moto ben prima che nascesse la Doc nel 1989. Ora l’azienda, tra le più vecchie del territorio, si appresta a inaugurare prima dell’estate una bellissima, avveniristica cantina. Già operativa sul fronte della produzione, dato che i vini vengono realizzati appunto nella nuova struttura dalla vendemmia 2019, è stata concepita su due livelli ed è estesa su più di 3000 metri quadrati. Altamente tecnologica, pensata nei canoni della sostenibilità con quote importanti di energia autoprodotta con sistema geotermico e fotovoltaico e con residuo acquistato da fonti rinnovabili, sarà circondata da un vigneto giardino che conterrà tutte le varietà utilizzate dall’azienda.


“Andiamo avanti sulla nostra linea, cercando di approfondire il tema della viticoltura di precisione. Poi stiamo convertendo in biologico, anche se non abbiamo mai usato diserbanti, si è sempre raccolto a mano e le concimazioni sono naturali fin dai tempi di mio nonno.” Sono una dozzina le etichette prodotte qui a Lvnae, tra bacche bianche e bacche rosse che arrivano da più di quaranta parcelle, dai filari che guardano all’antico anfiteatro di Luni per arrivare nelle strette fasce collinari da dove il mare si vede in lontananza. Se il Vermentino è principe, si trovano Albarola e Ciliegiolo ma anche altri vitigni autoctoni più rari come il Vermentino Nero, la Pollera Nera e la Massareta. Ancora Albarossa, Alicante, Greco e Malvasia ma pure Sangiovese, Canaiolo e Merlot, che qui vengono coltivati da decenni. L’età media dei vigneti è di circa 25 anni e alcune parcelle raggiungono il mezzo secolo.


Il vino


Le sfumature del Vermentino sono quelle che ci hanno affascinato, tanto per la varietà che possono esprimere in funzione dei suoli differenti quanto per l’intenso carattere e la potenziale, notevole longevità. A questo vitigno sono dedicate cinque etichette: Labianca, Etichetta Grigia ed Etichetta Nera da differenti altitudini; il Cavagino che è una sorta di cru, espressione di singolo vigneto e poi Numero Chiuso, fuoriclasse destinato a essere apprezzato nel tempo e prodotto solo nelle migliori annate.


Racconta Diego: “È un progetto mio, la prima etichetta è del 2008: ho dovuto vincere le perplessità di mio padre a lasciare il vino fermo per qualche tempo, perché dopo aver assaggiato l’evoluzione di alcuni Etichetta Nera di vecchie annate la mia idea era quella di realizzare un vino che non uscisse subito in primavera, ma dopo alcuni anni.” Da Vermentino in purezza, è una selezione di diverse parcelle, di solito da un paio di vigne in collina. Un vino che non perde finezza ed eleganza nel tempo, ma anzi acquisisce una personalità spiccata che migliora con l’andare degli anni. 2600, pari al contenuto di una botte da venti ettolitri, sono le bottiglie prodotte e numerate, non oltre: da qui il nome. Una macerazione a freddo sulle bucce di mezza giornata precede la fermentazione a temperatura controllata in acciaio; successivamente il vino matura in botte grande per diciotto mesi, gli stessi che trascorre ancora in bottiglia prima di essere immesso sul mercato.


Il 2018 ha un bellissimo profumo di frutta matura e miele e che poi vira su note agrumate. In bocca è poderoso, minerale, di notevole sapidità e allo stesso tempo di grande freschezza; in coerenza con l’olfatto, si ritrovano intense note fruttate e d’agrume giallo. Ma soprattutto, chi l’ha detto che il Vermentino è un vino “estivo” da bere giovane?

Indirizzo


Cantine Lvnae

Via Bozzi, 63- 19034 – Luni – La Spezia – Liguria

E-mail: info@cantinelunae.com

Telefono: +39 0187 660187

Sito web

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