Attualità enogastronomica

Pizza in regalo ai senzatetto di Roma: tutti in pizzeria, paga Papa Francesco

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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iocucinoacasaconglichef 24 2023 05 08 08 02 54

Un’iniziativa per risollevare gli animi e regalare qualche ora di evasione ai più bisognosi: le “pizze pontificie” di Papa Francesco.

La Notizia

Un momento di evasione, una giornata al mare e una pizza, un momento di convivialità scontato per molti, ma non per tutti. Così Papa Francesco ha deciso di regalare una “piccola vacanza” ai senzatetto della Capitale. L’idea del Santo Pontefice viene spiegata dal cardinale Krajewski, responsabile dell’iniziativa ed elemosiniere di Sua Santità, come un momento pensato “per dare dignità a coloro che hanno bisogno di fuggire per qualche ora dalla dura realtà in cui vivono, una breve ma rigenerante vacanza”. “Si parte nel pomeriggio, quando la gente diminuisce sul bagnasciuga." Destinazione la spiaggia pubblica di Passoscuro a nord est di Roma, con gruppi di “13-15 alla volta, soprattutto per evitare assembramenti, ma anche per riuscire a dialogare con maggiore coinvolgimento dei presenti”. Tutto avviene “nel pieno rispetto delle norme anti Covid: i gruppi provengono ogni volta da uno stesso dormitorio, sono formati da persone che abitano insieme. Forniamo a tutti l'occorrente da spiaggia: asciugamani e costume.  I bisognosi non sono abituati alla vita da spiaggia, non resistono tanto. C'è chi fa il bagno, chi passeggia. Poi alle 19.30 tutti in pizzeria, la Cantinaccia de Palidoro, sempre tutto all’aperto, per le grandi “pizze pontificie”: le chiamo così perché le paga papa Francesco”, afferma il cardinale polacco. A tavola i clochard della Capitale parlano della giornata. “Sii condividono spontaneamente i rispettivi problemi, preoccupazioni, ansie, frustrazioni. Ognuno racconta la propria storia, le proprie sofferenze e i propri dolori, ma si prova anche a scherzare. Quello è il momento più importante, che dura anche tre ore: queste persone hanno disperato bisogno di aprirsi, esprimersi, parlare e di essere ascoltati. Di sentirsi liberi. Di ricevere sguardi di affetto. Di amicizia. Durante queste cene tornano ad avere volti illuminati dalla gioia della dignità. Mi si apre il cuore”, continua Krajewski.

“Ciò che più conta è che i poveri riescono ad assaporare un po' di normalità, a godersi qualche ora di svago. Sono contenti, e tornano nel dormitorio più sereni. Per loro giornate così sono un dono, perché diversamente non avrebbero la possibilità di vedere il mare e di mangiare una pizza in un clima disteso”, conclude il Porporato polacco.

 

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