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Il ristorante dove la cena costa 1 euro con 500 coperti al giorno: Ruben, il locale solidale alle porte di Milano

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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ruben

La cena a 1 euro offerta da Ruben non si era mai fermata nemmeno durante la quarantena continuando ad offrire dinner box, ora riapre il ristorante vero e proprio.

La Notizia

Ruben, il ristorante solidale nella periferia Sud-Ovest di Milano che offre la cena a 1 euro, gratis sotto i 16 anni, non si è mai fermato nemmeno durante la quarantena, ma ora riapre ufficialmente nella sua formula standard nel rispetto delle nuove norme igienico-sanitarie. Anche durante il lockdown Ruben aveva continuato ad offrire pasti cucinati, e non panini, nei cosiddetti box dinner alle oltre 220-230 persone che ogni sera si presentavano in coda, ora, però, riapre il ristorante vero e proprio.


Nato da un idea di Ernesto Pellegrini, noto imprenditore e già presidente dell’Inter, Ruben fa parte della Fondazione Ernesto Pellegrini. Ruben era un contadino di Cremona arrivato alla periferia della città per coltivare i campi e abitava nella stessa cascina dove vivevano i Pellegrini che erano ortolani. La cascina dove viveva fu poi abbattuta per far posto alle case e Ruben finì per vivere in una baracca dove purtroppo un inverno morì assiderato. Ernesto, che allora era uno studente, si era ripromesso di aiutare Ruben, ma non arrivò in tempo.  «Ho sempre conservato nel mio cuore il ricordo di quell’uomo buono e lavoratore».


Così Ernesto Pellegrini ha deciso di fondare questo ristorante solidale per aiutare tutti coloro che si trovassero in un momento di difficoltà, i nuovi poveri, siano essi famiglie, singoli, studenti, padri separati, immigrati e chiunque ne abbia bisogno. Prima del lockdown Ruben offriva circa 500 pasti ogni sera su due turni. Oggi le cose sono cambiate, ma forse il sostegno che quest’iniziativa fornisce è ancora maggiore. Il ristorante è stato riorganizzato per rispondere ai protocolli igienico-sanitari. I tavoli sono stati ripensati distanziati tra loro e organizzati in vari moduli. “Conosciamo le nostre famiglie alcune sono numerose. Per questo abbiamo tavoli da dieci, dove possono stare tutti insieme, tavoli da quattro che sono stati riorganizzati per ospitare due persone separate con divisori in plexiglass, tavoli per singoli. Necessariamente, il pasto andrà consumato in tre quarti d’ora, poi tutto viene sanificato ed entra il secondo turno. La socialità è importantissima e poter consumare il pasto seduti al tavolo del ristorante è importante per queste persone”, afferma Luigi Orsi, direttore generale della Fondazione Pellegrini.


Oggi pane e frutta sono sigillati in mono porzioni e sono distribuiti dai volontari, le bevande sono in bottigliette di plastica anziché nei distributori automatici. Negli spazi del ristorante, inoltre, ci sono grandi cartelloni a fumetto che guidano gli ospiti passo passo. Chi però non si sente ancora sicuro può continuare a ritirare la box dinner con la cena appena cucinata.

Ancora una volta la Fondazione Pellegrini non si è dimenticata di chi ha più bisogno e anche in questo momento così difficile e delicato non lascia solo nessuno

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