Attualità enogastronomica

Corea del Sud: allarme contagi a Seoul, ristoranti, bar e discoteche chiusi nuovamente in alcuni quartieri

di:
Sveva Valeria Castegnaro
|
image 2023 05 08 08 09 23

Dopo il verificarsi di nuovi casi di contagio il sindaco di Seoul annuncia un ordine amministrativo con cui impone il ripristino delle regole di prevenzione sanitaria per bar e ristoranti, ma limitatamente ad alcuni quartieri della città.

La Notizia

La Corea del Sud a fine febbraio era la seconda nazione più colpita dalla pandemia covid-19  dopo la Cina. Il Governo ha da subito adottato una strategia aggressiva definita “rintracciamento, test e cure” che ha riscontrato i suoi effetti e ottenuto un riconoscimento di efficacia  a livello internazionale. Ora a distanza di quasi tre mesi il Paese sta tornando a quella che si può definire la “nuova normalità” e mercoledì scorso le autorità hanno allentato le regole di distanziamento sociale in vigore da marzo.  Nonostante ciò lunedì mattina Park Won-soon, il sindaco della capitale Seoul, durante un briefing ha annunciato un ordine amministrativo con cui impone il rispetto delle regole di prevenzione sanitaria negli stabilimenti registrati come ristoranti, ma che in realtà funzionano anche come bar e locali notturni.


Fin dall’inizio della pandemia, infatti, in tutti i locali della Sud Corea era obbligatoria la misurazione della temperatura, la registrazione dei clienti e il download di un’app per smartphone che limita la diffusione del virus e permettere l’individuazione di possibili focolai. La decisione del sindaco è arrivata perché, secondo il Comune di Seoul, 3.112 persone tra 5.157 individui che figurano tra i clienti dei club di un determinato quartiere risultano ora irraggiungibili e quindi una possibile minaccia. La città ha, quindi, deciso di offrire uno screening anonimo se le persone non desiderano dare il loro nome. La scelta restrittiva  e imperativa applicata ai locali notturni non riguarda l’intera città di Seoul, ma solo alcuni quartieri, in particolare il distretto di Itaewon dove la scorsa settimana i casi di contaminazione si sono moltiplicati. 50 nuovi casi sono stati collegati ad un uomo di 29 anni che è risultato positivo dopo aver frequentato 5 club e bar nel fine settimana scorso.


Anche la provincia di Gyeonggi, che circonda Seoul e conta 12 milioni di persone, ha, così, decretato la chiusura di 5.700 stabilimenti per due settimane a partire da domenica scorsa. Domenica, infatti, le strade normalmente affollate di Itaewon erano insolitamente deserte con numerosi ristoranti, bar e discoteche che esponevano cartelli di “chiusura temporanea”. I clienti Sudcoreani si sono sempre dimostrati molto disciplinati e rispettosi delle regole imposte dal Governo per contenere la diffusione del virus ora, però, sembrano meno collaborativi nel fornire i  dati di contatto da appuntare sul registro degli accessi che consentono di monitorare la situazione. Il Governo e tutte le autorità del Paese ribadiscono, quindi, a gran voce la necessità di essere collaborativi e “uniti, ma distanti” ora più che mai.

Ultime notizie

mostra tutto

Rispettiamo la tua Privacy.
Utilizziamo cookie per assicurarti un’esperienza accurata ed in linea con le tue preferenze.
Con il tuo consenso, utilizziamo cookie tecnici e di terze parti che ci permettono di poter elaborare alcuni dati, come quali pagine vengono visitate sul nostro sito.
Per scoprire in modo approfondito come utilizziamo questi dati, leggi l’informativa completa.
Cliccando sul pulsante ‘Accetta’ acconsenti all’utilizzo dei cookie, oppure configura le diverse tipologie.

Configura cookies Rifiuta
Accetta