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La Sardegna lancia la sfida a Grana Padano e Parmigiano Reggiano: ecco il Gran Campidano

di:
Alessandra Guigoni
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Gran Padano 970 px

Il Gran Campidano, formaggio vaccino a pasta dura dell’azienda Arborea si prepara a diventare il re delle tavole sarde e varcare presto i confini regionali, lanciando la sfida ai formaggi nazionali con un prodotto composto esclusivamente da latte sardo.

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La Sardegna lancia la sfida a Grana Padano e Parmigiano Reggiano: ecco il Gran Campidano


La cooperativa 3A, meglio nota come Arborea, compie 61 anni. Fondata nell’oristanese nel 1956 attualmente ha 226 aziende socie,  40.000 capi vaccini, e produce 200 milioni di litri di latte l’anno. Tutti conoscono il latte Arborea, gli yogurt, il burro, la panna, il fior di latte e la crescenza… Ad essi si è aggiunto il formaggio Gran Campidano, stagionato 14-15 mesi, come il Grana Padano e presto disponibile nei negozi gourmet e nei market sardi dell’Isola, in attesa di varcare il mar Tirreno e fare concorrenza ai suoi cugini, il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano.

Il Gran Campidano, vaccino e a pasta dura, è disponibile in diverse pezzature, dalla forma intera di circa 38 kg, all'ottavo e a al quarto di forma, sino agli spicchi, ai cubetti in busta e alle buste del grattugiato.

Gran Campidano deve il proprio nome alla zona di produzione, il Campidano di Oristano. Non deve stupire che in Sardegna, terra di formaggi da millenni, oltre ai formaggi ovini e caprini vi sia un’azienda che produce formaggi vaccini, perché già nel Medioevo i caciocavalli vaccini sardi sbarcavano nei migliori porti europei, come Barcellona, Marsiglia e Genova, pagati a peso d’oro.

La caratteristica principale, importantissima, consiste nel fatto che si tratta di un formaggio vaccino al 100% sardo, quindi con una tracciabilità che non è solamente nazionale, ma addirittura regionale: il latte usato proviene solo da allevamenti sardi della cooperativa, quindi di un areale contenuto e rinomato. Il formaggio si caratterizza anche per l’uso del caglio vegetale, che lo rende adatto anche ai vegetariani e a quanti preferiscono cagli vegetali a quelli di origine animale.

Sinora, per il lancio, ne sono state prodotte 7.000 forme da 38 kg l’una ma è prevista in futuro un incremento della produzione, dice Federica Mancusi dell’ufficio marketing dell’azienda. Le qualità nutrizionali, spiega, sono eccellenti, perché il latte proviene dalle loro aziende e la ricetta è semplice: solo latte, sale e caglio vegetale, senza additivi.  Di quelle forme alcune verranno portate a maturazione sino a 18/20 mesi, per sedurre il consumatore dal palato più esigente, che ama il gusto deciso e complesso dei formaggi stagionati o che, intollerante al lattosio, può mangiarne proprio in virtù dell’elevata stagionatura.

L’insularità diventa un punto di forza, perché consente di circoscrivere la provenienza del latte e di fornire un formaggio che proviene da allevamenti negli ambienti incontaminati della Sardegna, situati a poche centinaia di metri dal mare, baciati dal sole e dal vento, con pascoli ricchi erbe spontanee, espressione di biodiversità.

Questo formaggio non si pone solo come alternativa sarda al Grana e al Parmigiano ma grazie alla filiera, locale e praticamente a km 0, ma è anche un formaggio molto competitivo sul piano della tracciabilità e della sicurezza alimentare.

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