A Parigi l’Assemblea Generale Ordinaria dell’Académie Internationale de la Gastronomie ha assegnato all’unanimità il Grand Prix de l’Art de la Cuisine, sorta di Nobel dei cuochi, allo chef di Alba.
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Il trionfo di Enrico Crippa: miglior cuoco del mondo per l’Académie Internationale de la Gastronomie
Nel 2012 era stato Massimo Bottura a strappare il riconoscimento di miglior cuoco al mondo secondo l’Académie Internationale de la Gastronomie, che riunisce i diversi consessi nazionali sotto un unico cappello. È il Grand Prix de l’Art de la Cuisine, sorta di premio Nobel della cucina, probabile viatico verso altri successi, che quest’anno è toccato in sorte a un altro italiano: Enrico Crippa, su proposta del Vice Presidente Paolo Petroni e per acclamazione all’unanimità dell’Assemblea Generale Ordinaria.
“Che dire? Non conosco ancora data e luogo della cerimonia, ma sono molto contento. Fra i premiati delle scorse edizioni ci sono mostri sacri della cucina mondiale quali Blumenthal, Adrià, Roca, Keller, Michel Bras… Solo leggere questi nomi mi riempie di orgoglio. Per chi fa il cuoco, un premio che ha una simile denominazione in francese ha tutto un altro sapore. A maggior ragione se ha formato gran parte della sua cucina oltre confine. Mi riferisco al mio stage da Michel Bras, da cui purtroppo non sono riuscito a lavorare: mi ha trasmesso i concetti di vegetale e di orto che sto portando avanti, letteralmente sul campo. E anche a Christian Willer, cui devo l’impostazione del lavoro artigianale nella battaglia, se così si può dire. Anche se continuo a sentirmi figlio innanzitutto di Marchesi, che mi ha chiamato per farmi i complimenti, un gesto che mi ha emozionato. È stato il primo chef con cui mi sono confrontato anche in astratto, non solo cucinando; mi ha fatto capire tante cose, che un cuoco deve conoscere il bello e avere un suo stile nel piatto.
Questo premio lo dedico a loro, ma anche alla famiglia Ceretto, a tutti i miei ragazzi, alla mia famiglia e a mia mamma Adriana, che adesso ha comprato il tablet e mi segue passo passo. Cosicché sicuramente mi chiederà presto che premio mi hanno dato. Adesso siamo nel periodo più complicato dell’anno: due o tre settimane di vuoto, quando gli ospiti non hanno più voglia di piatti invernali, ma ancora manca la materia della primavera, in attesa della rinascita di tutto. Siamo in studio e fra venti giorni uscirà il nuovo menu, nel quale proseguiremo la nostra ricerca sugli impiattati a macchie, approfittando della frequentazione di grandi artisti contemporanei propiziata dai Ceretto”.