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Il commento di Enzo Vizzari
è un millesimo a prescindere, quello appena presentato dalla maison di Épernay. Frutto di un’annata torrida innaffiata sul finale da piogge abbondanti, accompagnate da grandinate che hanno falcidiato i vigneti e diffuso una botrytis, fortunatamente arrestata dalle schiarite. Un andamento climatico infausto che ha fatto a lungo tentennare lo chef de cave Richard Geoffroy, infine risoltosi a indossare il guanto della sfida per procedere alle sue alchimie, contrariamente a quanto accadde nel 2001.
I quantitativi sono quindi limitati (si prevede un rapido esaurimento, nel giro di pochi mesi), mentre la bilancia della cuvée si è assestata in favore dello chardonnay (60% del totale). Senza pregiudizi per uno stile inconfondibile: Geoffroy parla di un “bouquet ricco in cui predominano i frutti neri, puntellati da una mineralità argentata con note di pralina e di coriandolo. Al palato è potente, strutturato e denso, con un intrigante finale speziato e floreale”.
Lo chef Giancarlo Perbellini traccia un parallelo con il 2000; mentre Enzo Vizzari, direttore della guida Espresso, commenta: “Sarà banale dirlo, ma è un grande Champagne. Si stacca dagli ultimi Dom Pérignon, è molto teso, rettilineo, non particolarmente profondo ma di grandissima piacevolezza, pur nella sua ‘giovinezza’. Per quanto ci siano state annate più piene e più calde, quindi Champagne più ricchi e articolati, anche questo avrà una lunga vita. Per la sua acidità marcata con sentori agrumati sposa piatti di pesce crudo oppure orientaleggianti, quindi è uno Champagne da tavola oltre che da aperitivo. Per esempio con i piatti di Perbellini stringe altrettanti matrimoni d’amore”. Seguirà, l’anno prossimo, il rosé.