I grandi Vini

Chateau de Rontets, i Pouilly Fuissé di Claire e Fabio Montrasi

di:
Roberto Mostini
|
chateau de rontets i pouilly fuisse di claire e fabio montrasi 1dc9

La Storia

I Pouilly Fuissé di Chateau des Rontets


Borgogno-centrico mi hanno definito. E la cosa mi sta assolutamente bene. Non è mica un insulto. Anzi, a me dona un nobile senso di appartenenza, quella che ti fa capire che finalmente hai raggiunto l’ombelico del mondo dei vini bianchi da uve chardonnay.

Lì, si trova lì; l’avevano capito i monaci, se no perché discriminare ogni singola parcella con dei muretti? Se vuoi bere chardonnay puoi andare dove vuoi al mondo, anche dall’altra parte del mondo, ma anche stavolta, basterebbe fare un paio di centinaia di chilometri per non doversi spingere chissà dove per bere e capire l’essenza dello chardonnay fuori dal suo piccolo regno. Dove ritrovarlo nella pienezza della sua ricchezza, ben maturato ad un clima più caldo rispetto alla Cote de Beaune, ruffiano e goloso come un crema pasticcera.

Scendendo di poco, verso il Maçonnais o il Jura per esempio. Poi, per carità, mettere dentro il naso in un Meursault o in un Pouilly Fuissé è tutt’altra cosa, ma volendo per una volta privilegiare il varietale sul terroir non serve far molta strada.

Chissà come mai, fatto sta che questo capitolo è rimasto fuori dal libro dei Vini Francesi. E’ tempo di rimediare, rimettiamolo in onda, poi si vedrà se in futuro troverà anche lui qualche pagina di profumata carta stampata a sostituire un display digitale. Gli ingredienti per uno degli episodi della serie “ mollo tutto e vado a vivere in campagna” sono già stati disposti a suo tempo in “mise en place” nella giusta grammatura, pronti per essere assemblati.


C’è l’edificio rurale seminascosto tra le colline che occultano anche i deliziosi borghi di Poully, Fuissé e Chaintré; nelle immediate alture che incorniciano la cittadina di Maçon. Ci sono i panoramici vigneti che salgono e scendono con pendenze che lasciano intuire che qui la fatica e il sudore sono l’unica compagnia giornaliera del vigneron, sotto la calura estiva o il gelo invernale.


C’è la figura poetica dell’architetto milanese che molla tutto e per passione e per amore accetta di rimettere la propria vita in gioco. C’è la famiglia stereotipata, quella del celebre spot del Mulino Bianco, con un plus di internazionalità: Claire Gazeau, la moglie di Fabio Montrasi e i bambini che arrivano di corsa nella vasta cucina di casa per addentare una fetta di pane e marmellata prima di tornare a giocare con il cane, tra campi e vigne.

In queste condizioni viene, con il tempo e l’esperienza, quasi naturale cercare di aggiungere naturalezza alla natura, filosofia di grana fine ( Steineriana ) da sovrapporre al lavoro comunque necessario per portare in cantina a fine stagione un frutto degno di diventare un Pouilly Fuissé di classe. Lo sforzo e l’obiettivo sono di riprodurre nel bicchiere, anno dopo anno, il profilo preciso di ogni espressione delle diverse parcelle che compongono il bouquet di terroir ( circa 6 ettari ) interamente vitati a chardonnay, che come ben sappiamo non è cosa semplice, in quanto nel Maçonnais il terroir fatica ad avere la meglio su un varietale così esuberante.

Dopo oltre tre lustri i vini di Claire e Fabio Montrasi hanno ottenuto progressivamente una collocazione di mercato e di critica degna dell’impegno e dell’applicazione impiegati senza parsimonia. Nessun dubbio, molto meglio far questo piuttosto che fare l’architetto milanese, meglio far nascere ogni anno un vino puro di frutto e ricco di struttura, a seconda delle diverse esposizioni e delle annate, piuttosto che l'ennesimo grattacielo.


Qui di seguito una scheda sintetica del piccolo domaine: “Le Domaine de 6 Ha se trouve au sommet de la colline qui domine le village. Les vignes, plantées sur une fine couche d'argiles et de feuillets calcaires, sont cultivées, sans utilisation de désherbants chimiques, en suivant le cahier des charges de l'agriculture biologique. les fermentations et l'élevage, de 12 à 20 mois se font en foudres et fûts, uniquement avec levures indigènes. la cuvée -clos varambon- est produite avec toutes les vignes du clos, hormis les plus vieilles. -pierrefolle- est issue de la seule parcelle extérieure, sur un sol limoneux, et -les birbettes- sont produites avec les très vieilles vignes plantées en 1920.”


Cosa manca? O meglio, cosa mancava?

Un importatore italiano che distribuisse in Italia un vino fatto in Borgogna da un milanese. Ma come molti sanno il vino di Chateau de Rontets è distribuito da alcuni anni in Italia proprio da un importatore milanese, Sarzi Amadè. La storia narra che Fabio Montrasi arrivò la sera prima a Milano in previsione dell’appuntamento risolutivo fissato per il mattino successivo con Nicola Sarzi Amadé. Fabio chiamò Sarzi e gli chiese a che ora si potevano incontrare il giorno dopo. “Non so gli architetti – disse Sarzi - ma i commercianti milanesi usano alzarsi presto la mattina… le va bene alle sette e mezza?” “Non so gli architetti – replicò Fabio - ma i vignerons del Maçonnais usano alzarsi presto la mattina… alle sette e mezza va benissimo” …e in casa loro la canzone preferita rimane Bartali di Paolo Conte… e i francesi ci rispettano, che le balle ancora gli girano…


La scheda

Vitigno

Chardonnay - Gamay

Superficie

6 ettari di Chardonnay e 0,5 ettari di Gamay (rosso)

Vini prodotti

Pouilly fuissé: clos varabon, les birbettes, pierrefolle.

Saint amour

Cote de Besset (rosso)

Ultime migliori annate da bere o conservare

1996, 2002, 2005, 2010, 2011.

Prezzi medi di mercato di alcuni dei migliori vini

Tutti i Pouilly Fuissé di Chateau des Rontets si trovano sul mercato a prezzi che possono variare dai 30 ai 50 Euro.






Borgogno-centrico

mi hanno definito. E la cosa mi sta assolutamente bene. Non è mica un insulto. Anzi, a me dona un nobile senso di appartenenza, quella che ti fa capire che finalmente hai raggiunto l’ombelico del mondo dei vini bianchi da uve chardonnay.

Lì, si trova lì; l’avevano capito i monaci, se no perché discriminare ogni singola parcella con dei muretti? Se vuoi bere chardonnay puoi andare dove vuoi al mondo, anche dall’altra parte del mondo, ma anche stavolta, basterebbe fare un paio di centinaia di chilometri per non doversi spingere chissà dove per bere e capire l’essenza dello chardonnay fuori dal suo piccolo regno. Dove ritrovarlo nella pienezza della sua ricchezza, ben maturato ad un clima più caldo rispetto alla Cote de Beaune, ruffiano e goloso come un crema pasticcera.

Scendendo di poco, verso il Maçonnais o il Jura per esempio. Poi, per carità, mettere dentro il naso in un Meursault o in un Pouilly Fuissé è tutt’altra cosa, ma volendo per una volta privilegiare il varietale sul terroir non serve far molta strada.

Chissà come mai, fatto sta che questo capitolo è rimasto fuori dal libro dei Vini Francesi. E’ tempo di rimediare, rimettiamolo in onda, poi si vedrà se in futuro troverà anche lui qualche pagina di profumata carta stampata a sostituire un display digitale. Gli ingredienti per uno degli episodi della serie “ mollo tutto e vado a vivere in campagna” sono già stati disposti a suo tempo in “mise en place” nella giusta grammatura, pronti per essere assemblati.


C’è l’edificio rurale seminascosto tra le colline che occultano anche i deliziosi borghi di Poully, Fuissé e Chaintré; nelle immediate alture che incorniciano la cittadina di Maçon. Ci sono i panoramici vigneti che salgono e scendono con pendenze che lasciano intuire che qui la fatica e il sudore sono l’unica compagnia giornaliera del vigneron, sotto la calura estiva o il gelo invernale.


C’è la figura poetica dell’architetto milanese che molla tutto e per passione e per amore accetta di rimettere la propria vita in gioco. C’è la famiglia stereotipata, quella del celebre spot del Mulino Bianco, con un plus di internazionalità: Claire Gazeau, la moglie di Fabio Montrasi e i bambini che arrivano di corsa nella vasta cucina di casa per addentare una fetta di pane e marmellata prima di tornare a giocare con il cane, tra campi e vigne.

In queste condizioni viene, con il tempo e l’esperienza, quasi naturale cercare di aggiungere naturalezza alla natura, filosofia di grana fine ( Steineriana ) da sovrapporre al lavoro comunque necessario per portare in cantina a fine stagione un frutto degno di diventare un Pouilly Fuissé di classe. Lo sforzo e l’obiettivo sono di riprodurre nel bicchiere, anno dopo anno, il profilo preciso di ogni espressione delle diverse parcelle che compongono il bouquet di terroir ( circa 6 ettari ) interamente vitati a chardonnay, che come ben sappiamo non è cosa semplice, in quanto nel Maçonnais il terroir fatica ad avere la meglio su un varietale così esuberante.

Dopo oltre tre lustri i vini di Claire e Fabio Montrasi hanno ottenuto progressivamente una collocazione di mercato e di critica degna dell’impegno e dell’applicazione impiegati senza parsimonia. Nessun dubbio, molto meglio far questo piuttosto che fare l’architetto milanese, meglio far nascere ogni anno un vino puro di frutto e ricco di struttura, a seconda delle diverse esposizioni e delle annate, piuttosto che l'ennesimo grattacielo.


Qui di seguito una scheda sintetica del piccolo domaine: “Le Domaine de 6 Ha se trouve au sommet de la colline qui domine le village.

Les vignes, plantées sur une fine couche d'argiles et de feuillets calcaires, sont cultivées, sans utilisation de désherbants chimiques, en suivant le cahier des charges de l'agriculture biologique. les fermentations et l'élevage, de 12 à 20 mois se font en foudres et fûts, uniquement avec levures indigènes. la cuvée -clos varambon- est produite avec toutes les vignes du clos, hormis les plus vieilles. -pierrefolle- est issue de la seule parcelle extérieure, sur un sol limoneux, et -les birbettes- sont produites avec les très vieilles vignes plantées en 1920.”


Cosa manca? O meglio, cosa mancava?

Un importatore italiano che distribuisse in Italia un vino fatto in Borgogna da un milanese. Ma come molti sanno il vino di Chateau de Rontets è distribuito da alcuni anni in Italia proprio da un importatore milanese, Sarzi Amadè. La storia narra che Fabio Montrasi arrivò la sera prima a Milano in previsione dell’appuntamento risolutivo fissato per il mattino successivo con Nicola Sarzi Amadé. Fabio chiamò Sarzi e gli chiese a che ora si potevano incontrare il giorno dopo. “Non so gli architetti – disse Sarzi - ma i commercianti milanesi usano alzarsi presto la mattina… le va bene alle sette e mezza?” “Non so gli architetti – replicò Fabio - ma i vignerons del Maçonnais usano alzarsi presto la mattina… alle sette e mezza va benissimo” …e in casa loro la canzone preferita rimane Bartali di Paolo Conte… e i francesi ci rispettano, che le balle ancora gli girano…


La scheda

Vitigno

Chardonnay - Gamay

Superficie

6 ettari di Chardonnay e 0,5 ettari di Gamay (rosso)

Vini prodotti

Pouilly fuissé: clos varabon, les birbettes, pierrefolle.

Saint amour

Cote de Besset (rosso)

Ultime migliori annate da bere o conservare

1996, 2002, 2005, 2010, 2011.

Prezzi medi di mercato di alcuni dei migliori vini

Tutti i Pouilly Fuissé di Chateau des Rontets si trovano sul mercato a prezzi che possono variare dai 30 ai 50 Euro.






Indirizzo

Chateau des Rontets

Claire e Fabio Montrasi

71960 Fuissé

Tel: +33 (0)3 85 32 90 18

Il sito web di Chateau des Rontets


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